Noi, Con O Senza Filtro
Presto la realtà aumentata cambierà il mondo (e la moda). Nell’attesa, una generazione di artisti 3D ha iniziato con il cambiarci i connotati.
Instagram vs. Reality, si diceva una volta. La realtà, però, si è fatta prepotentemente strada sui social media, col risultato che nell’arena virtuale si scontrano due tendenze uguali e contrarie: da una parte un’autenticità #nofilter dove le imperfezioni sono medaglie da esibire, dall’altra la condivisione e celebrazione di selfie immacolati a colpi di botox, filler e Facetune. Ma tra questi due estremi esiste una terza via: si potrebbe definire postumanità social o, più semplicemente, surrealismo ai tempi di Instagram. Se il Surrealismo si proponeva di reinventare il rapporto tra individuo e mondo reintroducendo tutto ciò che il razionalismo borghese aveva escluso (il meraviglioso, l’inconscio, la follia), gli artisti della realtà virtuale vogliono cambiarlo liberandoci dai limiti della nostra fisicità e, da ultimo, della nostra umanità. Da quando il gruppo Facebook ha aperto Spark, la sua piattaforma di realtà aumentata, a una selezione di artisti indipendenti (e da pochissimo a tutti), le Instagram Stories sono state invase da una serie di maschere AR (ovvero in realtà aumentata) il cui obiettivo non è restituire una versione “migliore” di noi stessi, ma far esplorare identità nuove, bizzarre, fantastiche, in una specie di cosplay virtuale. Il desiderio di trasformare il proprio corpo è vecchio come il mondo – o meglio come il sapiens – e questa estetica dell’ibridazione ha da tempo un corrispettivo IRL in artisti come James Merry, make-up artist come Mimles e designer come Fecal Matter, ma è innegabile che sono i suddetti artisti 3D indipendenti e i loro filtri che hanno fatto scoppiare il fenomeno a livello mondiale. «Il mio lavoro con la realtà aumentata è abbastanza recente, ma è diventato subito un modo per esprimere me stessa», spiega l’artista Johanna Jaskowska, in arte @johwska. «La cosa più interessante è che questa esplorazione di sé è un’esperienza
accessibile a chiunque usi le mie creazioni. Il fulcro non è il mio lavoro, ma lo user. Il messaggio che cerco di comunicare è: “Senza di te il filtro non esiste”. Queste maschere (o filtri, come sono chiamati) sono un nuovo tipo di accessorio digitale o di trucco – artisti come @ines.alpha si definiscono infatti “e-make-up artist” o “3D make-up creator”. Comunque le si consideri, diventano un mezzo di emancipazione, esplorazione e costruzione di sé. Viviamo in un mondo che ha un bisogno costante di consumare contenuti, e nel digital tutte le forme d’arte stanno sempre di più unendosi e sovrapponendosi: è un parco giochi senza limiti». La designer russa @geyzerrr racconta che «la concezione della bellezza è sempre stata una questione personale, e non siamo certo i primi ad aver esplorato l’annichilimento della percezione di sé e della propria identità – pensiamo solo a Andy Warhol. Con il mio lavoro voglio dare la possibilità a chiunque di cambiare completamente faccia in un battito di ciglia. E poi ispirarli a creare qualcosa di proprio: la realtà sta cambiando, e ognuno può partecipare. Credo che questo mondo virtuale avrà sempre più impatto sulla moda: pensiamo ai vestiti digitali di Carlings: indossare qualcosa che non esiste nel mondo reale è l’opposto del fast fashion, elimina impatto ecologico e sfruttamento; o al duo @trashymuse che ha lanciato la prima sfilata completamente AR dove le modelle-avatar sono truccate con filtri creati ad hoc da famosi artisti digitali». L’architetto/digital creator @omega.c ci racconta che per un po’ di tempo aveva desiderato essere una drag queen: «Ero totalmente affascinato dall’idea di far diventare realtà una fantasia, creare un nuovo tipo di bellezza e cambiare la mia identità. Ma alla fine ho capito che per me funzionava molto di più l’idea di trasformarmi aggiungendo al mio corpo elementi virtuali. I miei filtri sono un ponte tra mondo reale e virtuale, un modo per provare a espandere i confini della bellezza mettendo in discussione la mia identità col traguardo di un’esistenza postumana. Penso che sarà inevitabile che la realtà aumentata diventi sempre più parte della nostra vita – e la moda e tutto ciò che gli gira attorno saranno trasformati drasticamente. Ci aspettano anni decisamente interessanti». ___________