Un Gioco Di Riflessi
Un ragazzo che diventa adulto, una donna che lo fotografa: diversa, eppure simile a lui. Il nuovo libro di Collier Schorr è una reciproca confessione.
Lo sguardo fisso sui dettagli di un’orgia in una stampa del Settecento. «Sei mai stato innamorato di un altro uomo?». Una raffica di scatti in bianco e nero, collage a colori, ritagli di giornale e scotch, il basket, il sesso nudo e in primo piano, la cenere, gli amici, le All Star. Poi le parole, a far da cassa di risonanza emotiva alle immagini. Collier Schorr fotografa Paul Hameline, modello francese, a casa dei genitori nel Marais, per un periodo di tempo lungo due anni. Paul’s Book (Mack Books) è il risultato di questo lavoro. «Io sono una lesbica tra i 52 e i 54 anni. Lui è un ragazzo gay tra i 19 e i 21 ma non mette in scena la sua omosessualità per me». Lo sguardo di Schorr su Paul è piuttosto un’indagine sull’identità, una mutua e intima confessione, un colloquio. «Un confronto in cui ci chiediamo cosa sia più naïf (dal suo punto di vista) e più perverso, dalla mia parte». Lui la porta in un terreno a lei conosciuto, fatto di erotismo, pulsioni, corpi imberbi e fantasie feticiste. Schorr dice di aver fotografato ragazzi milioni di volte: «Sto cercando di capire quale sia l’obiettivo di questo lavoro. Che queste immagini risultino così “vicine” da sembrare reali. Ma cos’è reale qui? Qual è la verità?». La fotografia come spazio sociale in cui scambiare fascinazioni, lo sguardo su un corpo che diventa uno specchio su cui riflettere i propri fantasmi e desideri, un viaggio sulla giovinezza. «La gioventù dona a ogni ragazzo. Basta un baffo accennato, una giacca di pelle, qualcosa di illegale, qualcuno che soffre», scrive Schorr in un testo critico del 2007, rieditato per questo libro, «Ma non è una piscina in cui i ragazzi amino davvero sguazzare. Amano sguazzarci i vecchi, per misurare il viaggio percorso dai loro corpi». Un viaggio che parte dall’infanzia, inevitabilmente. Con un bagaglio emotivo: «Paul’s Book mi ricorda che mio fratello Stuart Schorr è stato il primo ragazzo che ho conosciuto e amato. Quindi questo libro termina con il suo nome». __________________