VOGUE (Italy)

Lacrime E Sirene

Ariana Papa de metro pou los dorme in un letto di cigno, prende forma di conchiglia, posa per Gucci. La sua arte? Humour in toni pastello.

- S.M.

Il suo universo surreale è pervaso da glitch, interferen­ze, in ambienti domestici dai colori pastello. Ariana Papa de metro pou los( oltre 30mila followers su Instagram), artista di origini greche nata nel 1990 a Pasadena e di base a Los Angeles, ritaglia fonti incantate al centro di camere da letto, assume le sembianze di sirena in paillettes corvine, disegna grandi occhi, i suoi, sul guscio di conchiglie. Dopo un BFA in Painting and Cultural Studies al California Institute of the Arts, ha esposto a Londra, curato mostre a Los Angeles e ideato grafiche per nomi della scena musicale come Cole Alexander, il chitarrist­a della band garagerock Black Lips. Tra i volti della campagna Gucci Mémoire d’une odeur,

racconta di aver incontrato per caso Alessandro Michele, un anno dopo aver preso parte al los ho oting, in un piccolo villaggio medievale, a mezzanotte. In bilico tra favola e grottesco, glamour e kitsch, Papa de metro pou los gioca con humour, stereotipi e gradazioni di rosa mélo. E ora mixa il tutto in due mostre: alla galleria The Breeder di Atene da questo mese, e alla Vito Schnabel Projects di New York dalla primavera 2020.

Quali sono i suoi ingredient­i?

Creo il mio universo in modo intuitivo. Guado la mia collezione di libri, mescolo ispirazion­i e immagini, verso un po’ d’acqua, ne faccio lacrime e collage e vedo cosa succede. Quando completo un dipinto cerco di capire cosa rivela del mio stato emotivo, quasi fosse un test di Rorschach.

E nella mente di chi guarda? Che cosa accade?

Chi guarda può provare sensazioni contrastan­ti, può vedere i miei lavori come pieni di luce o oscuri, innocenti o carichi di erotismo. Ricorda come ha iniziato a plasmare e condivider­e il suo immaginari­o fiabesco? Chi mi conosce sa che ciò che condivido online è abbastanza vicino alla realtà. Penso che vivere a Los Angeles renda innata la capacità di sfumare i confini tra fantasia e realtà. Nella mia camera ho un letto a forma di cigno e la mia quotidiani­tà è piena di elementi da favola come, del resto, tutte le nostre vite: ci sono il bene e il male, gli archetipi… Io decido solo di guardare questi elementi e non l’ordinario.

A proposito di archetipi, come reinterpre­ta colori pastello e stereotipi?

L’idea dell’archetipo viene da romanzi gothic d’amore che colleziono. Al centro della narrazione c’è sempre una fanciulla avvolta in un vestito da sera che scappa da una presenza oscura. Un’altra ispirazion­e, per gli scorci di interni sognanti, è Jayne Mansfield. Me la immagino così: una performer che attraversa le scenografi­e eccentrich­e della sua casa. −

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