La Macchina Del Tempo
Videoinstallazioni e antichi bauli, tra storia e modernità. Una mostra svela lo spirito del viaggio secondo Louis Vuitton.
Il futuro è nel viaggio, nella mobilità, nella seduzione dell’altrove: l’aveva intuito Louis Vuitton fin dalla creazione del suo marchio nel 1854. E il suo oggetto feticcio, il baule, ha seguito per quasi due secoli l’evoluzione dei trasporti, dai treni alle grandi navi agli aerei, e insieme i riti dell’alta società internazionale, come racconta la mostra itinerante Time Capsule, ospitata a Milano in piazzetta Reale, cuore nevralgico della città che, prima in Italia, nel 1984 ha accolto la maison francese. E proprio al capoluogo meneghino rendono omaggio la collezione di design Objets Nomades, e la Malle Milano, una trousse di accessori d’avorio e cristallo, gioielli déco geometrici e aguzzi come le guglie del Duomo.
Al centro del percorso tematico è Magic Malle, installazione immersiva con il baule-totem, che esprime tutto il mondo Vuitton, sintesi di artigianalità e interazioni creative, tradizione e innovazione – come il coperchio piatto che consentiva di impilarlo; il canvas impermeabile, il monogram; o la Steamer bag pieghevole, antenata del borsone sportivo.
Il viaggio nel tempo e nello spazio attraversa 165 anni di storia e di stile, fino alla visione contemporanea dei direttori creativi women’s/menswear Nicolas Ghesquière e Virgil Abloh, le collaborazioni con gli artisti – Kusama, Murakami, Cindy Sherman – passando per i pezzi antichi, che stratificano suggestioni di un mondo che non esiste più. Come il baule-courrier rivestito di etichette proveniente dal castello di Groussay, grandiosa scenografia della vita del miliardario Charles de Beistegui, che qui teneva feste dal lusso irripetibile. La valigia-armadio per i viaggiatori blasé dell’epoca, con i cassetti e il guardaroba, racconta di una vocazione per la moda; il bagaglio-scrittoio per dandy del grand tour, invece, l’afflato nomade. _________________