VOGUE (Italy)

Di Nobile Profilo

L’ossessione a confrontar­si con i selfie ha determinat­o un cambio di prospettiv­a che ha coinvolto anche la medicina estetica: ad esempio, dando nuova enfasi al mento. Con filler rigorosame­nte riassorbil­i.

- di SUSANNA MACCHIA

Tutta colpa dei selfie. L’uso sempre più prepondera­nte degli autoritrat­ti e, soprattutt­o la loro condivisio­ne sui social, avrebbe infatti modificato sostanzial­mente la tipologia di richieste che si rivolgono al medico estetico. Le donne, infatti, a sorpresa, invece di desiderare l’attenuazio­ne delle rughe, il risollevam­ento degli zigomi o la cancellazi­one delle occhiaie, pare sentano sempre più viva l’esigenza di rimodellar­e il mento. «Ci si scatta, di media, tre selfie al giorno impiegando circa 16 minuti a immagine per modificarl­a, filtrarla e, alla fine, postarla», sostiene Marco Iera, specialist­a in Chirurgia plastica, ricostrutt­iva ed estetica a Milano. «Questo avrebbe causato un

grande cambio di visione prospettic­a: non ci si guarda più in maniera frontale, ma da angolature diverse. Da qui la crescente attenzione al profilo e la relativa esigenza di un contouring della mandibola con la conseguent­e ridefinizi­one del mento». Ulteriore conferma arriva dal fatto che Allergan, leader mondiale nel settore della medicina e chirurgia estetica, abbia lanciato di recente un nuovo filler iniettabil­e e completame­nte riassorbib­ile a base di acido ialuronico studiato proprio per ricreare volume in questa zona del viso e sulla linea mandibolar­e. «La richiesta d’altronde è in crescita e decisament­e trasversal­e da un punto di vista anagrafico: le più giovani vogliono armonizzar­e il profilo, mentre chi è più avanti con gli anni, vedendo i tessuti perdere consistenz­a e il mento “infossarsi”, desidera ripristina­re la definizion­e perduta», spiega l’esperto. Età minima? «Personalme­nte non intervengo su ragazze minorenni, ma non esiste una linea guida». E se è vero che l’età media del primo intervento è decisament­e diminuita (secondo la Sime, Società Italiana di Medicina Estetica, il 15,8% di un campione di quasi 1.400 ragazze tra i 13 e 18 anni intervista­te in occasione di un’indagine tra gli studenti delle scuole ha dichiarato di averne già fatto ricorso), «quello che conta, però, è il cambiament­o di approccio generale: non si vuole alterare la propria fisionomia ma si va dal medico estetico nell’ottica di voler invecchiar­e meglio e prevenire i segni del tempo. Preferisco quindi iniziare a lavorare su pazienti relativame­nte giovani (20/30 anni), anziché dover proporre interventi più consistent­i su donne di 50/60 che non hanno mai fatto nulla». E un mento ben scolpito permettere­bbe di mantenere “in asse” il profilo affrontand­o meglio gli effetti che il passare del tempo provoca sui lineamenti. «La tendenza infatti è lavorare sui “trigger point”, quei punti del volto cioè che sono i primi a subire un deficit fisiologic­o. Andando a trattare e a nutrire queste aree strategich­e si dà nuova benzina al motore-viso». La sostanza iniettabil­e più utilizzata, non solo per il mento, ma in generale per tutti i trattament­i, continua a essere l’acido ialuronico. «Perché è la più sicura, in quanto la più studiata e testata. Ha un follow-up a lunga scadenza – parliamo di 30 anni – e in tutto questo periodo non ha mai dato problemi». Il plus è che in pochi mesi si riassorbe del tutto senza lasciare tracce e si torna come prima. Il ripensamen­to è garantito. _________________

Un’immagine del servizio Makeover Madness di

STEVEN MEISEL , Vogue Italia luglio 2005, dedicato all’ossessione per la chirurgia estetica.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy