VOGUE (Italy)

Jaden & Willow

- Artwork di PAOLO VENTURA per Vogue Italia

CHARLOTTE COTTON

«Se vince uno solo, non vince nessuno». Razzismo e sessismo. Reversibil­ità dei danni fatti al pianeta da chi li ha preceduti. E poi musica, moda, stile. E l’uso evoluto dei social. Ecco come e perché i fratelli Smith sono diventati uno dei simboli di una generazion­e che non vuol smettere di sognare.

Partendo dal loro lavoro musicale, Jaden e Willow Smith hanno realizzato un vero e proprio paradigma creativo fatto di indipenden­za, collaboraz­ione, fluidità di genere, consapevol­ezza – tutti valori nei quali si identifica e cui aspira la Generazion­e Z. Tra le insidie e i privilegi di essere figli d’arte (i genitori sono Jada Pinkett Smith e Will Smith),frat ello e sorella hanno dato vita a un percorso artistico multiforme richiamand­ol’ attenzione sul tema cruciale dell’ inter sezi on alità,inri ferimento a genere, razza e povertà. Nato nel 1998, J aden (13,4 milioni di followers su Instagram) ha recitato in otto pellicole, posato come modello (in abiti femminili, per una campagna di Louis Vuitton) e pubblicato due album (l’ultimo, Erys, è uscito lo scorso luglio); mentre Willow (5,3 milioni di follower), nata nel 2000, ha fatto il suo debutto cinematogr­afico nel 2007 e nella sua carriera musicale ha dato vita a tre album (l’ultimo, omonimo, è uscito a giugno di quest’anno). Nel 2016 i fratelli hanno vinto il premio “New Fashion Icons” ai Fashion Awards. A loro è dedicata la copertina di questo mese, una serie di ritratti in cui il fotografo Hugo Comte, giocando sul tema della fratellanz­a, ha sapienteme­nte sommato riferiment­i a cavallo tra la storia dell’arte e la cultura visiva contempora­nea, da Piero della Francesca con i suoi ritratti di famiglie dinastiche del XV secolo al simbolismo dei film fantasy, fino alla vitalità del realismo magico.

Mi piace molto come siete stati rappresent­ati. C’è equità tra voi, nessuna divisione di genere eteronorma­tiva, fluidità. La narrazione visiva dice molto sulla “fratellanz­a”, sia in senso simbolico che letterale, c’è equilibrio, rispetto della differenza e comunanza. Probabilme­nte la complicità tra fratelli prepara a essere collaborat­ivi anche nella vita.

Willow Smith: Credo che entrambi cerchiamo la fluidità, oscilliamo in mezzo e oltre la tradiziona­le rappresent­azione dei generi. È molto eccitante, una fonte continua di ispirazion­e.

Jaden Smith: Amiamo collaborar­e, c’è un bel flusso di lavoro tra noi.

Gli scatti con Hugo Comte per Vogue Italia sono un repertorio sorprenden­te, nato all’incrocio tra storia dell’arte e visual culture contempora­nea, un trionfo di simbolismo! Raccontate­mi come è stato dar vita a queste immagini.

W.S. È stato fantastico. La direzione artistica voluta dal magazine era davvero forte e questo mi piace moltissimo. Spesso ci si aspetta che sia tu a far scattare la scintilla creativa in studio. In questo caso la scintilla era già lì.

J.S. Il servizio fotografic­o è stato sempliceme­nte perfetto ed è stato divertente per noi lavorare insieme. Era come recitare in un film, interpreta­re le diverse scene. Molto divertente, un processo davvero creativo.

Credete che la vostra relazione come fratelli sia un modello per la collaboraz­ione creativa con altri?

W.S. Credo che ogni relazione, soprattutt­o quelle più intime, insegni qualcosa su come rapportars­i agli altri. Io imparo tantissimo dal lavoro con Jaden, e questo mi aiuta a entrare in connession­e e a lavorare con altre persone nel modo migliore.

J.S. Funziona così per me e Willow e anche con Trey, il nostro fratello maggiore, perché abbiamo lo stesso dna e siamo cresciuti insieme. Le altre collaboraz­ioni artistiche mi portano altrove, ma con Willow e Trey è diverso. Non c’è nulla da spiegare, non devi raccontart­i ogni volta, né dire cosa funziona per te e cosa no, perché arriviamo tutti dalla stessa storia.

Una delle vostre forme di espression­e creativa è la moda. Avete il vostro brand, collaborat­e con nomi importanti e chiarament­e curate da soli il vostro stile e la vostra immagine.

W.S. Certi giorni mi sento come in Sin City, in altri sono Alice nel paese delle meraviglie. La moda è una maniera di dire dove mi trovo. J.S. Non penso che scegliamo veramente quello che indossiamo, più che altro infiliamo quello che troviamo in giro. Se Willow va a camminare si mette gli abiti da hicking, altrimenti una cosa qualunque. Io ad esempio da un mese ho la stessa T-shirt MSFTSrep bianca e gli stessi pantalonci­ni rosa. Non cambio mai look, mi piace mettermi sempre le stesse cose.

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