ROMANZO SICILIANO
Sublimata con sapienti processi di estrazione, l’arancia vulcanica incontra la mandorla “dei templi” e altre materie prime di qualità. Per un viaggio olfattivo dall’autentica formulazione.
La vista e l’olfatto: i giardini che collegano il mare all’Etna e che, in primavera, inebriano l’aria con quell’intenso profumo di zagara. Arancia di Sicilia di Perris Monte Carlo ricostruisce le suggestioni di un luogo unico, le pendici del più grande vulcano attivo in Europa, dove il clima, la natura del terreno e le notevoli escursioni termiche favoriscono la coltivazione delle arance rosse, uniche e inimitabili nel suo genere, soprattutto se si parla della qualità sanguinello, dalla dolcezza complessa e aromatica. Per rappresentare al meglio le sfumature del frutto, compreso il gusto, la casa profumiera ha collaborato con l’azienda Capua, che dal 1880 si distingue per la produzione di oli essenziali di arance sanguinelle con 2 metodi di estrazione: nel primo, l’olio essenziale viene prelevato senza entrare in contatto con il succo, destinato alle bevande; nel secondo, le sanguinello sono prima passate al torchio, che mette a contatto l’olio contenuto nella buccia con il succo, poi alla sfumatrice, che separa il liquido dai residui, infine alle centrifughe, per dividere l’olio dal succo. Questi due tipi di oli essenziali si uniscono in Arancia di Sicilia, arricchita, nel cuore, da cannella e mandorla, altro simbolo regionale. Sfidando l’inverno, infatti, i mandorli fioriscono puntuali da gennaio a marzo coprendo quarantotto mila ettari sparsi su cinque province, tanto che nel siracusano e nell’agrigentino fanno parte del paesaggio e della cultura popolare - in particolare, la fioritura nel cuore della valle dei Templi, ai piedi della collina dominata dal tempio di Giunone Lacinia, è considerata il museo vivente del mandorlo. Infine, il fondo dell’eau de parfum è esaltato da note muschiate e ambrate, e dall’aroma intenso dell’assoluta di caffè. Arancia di Sicilia rievoca, dunque, l’atmosfera delle calde mattine isolane, mentre, degustando una buona spremuta e i tipici dolci ai canditi, si osserva il mare che s’inchina al vulcano.