VOGUE (Italy)

UN’ITALIANA A LISBONA: IL MAAT VOLTA PAGINA

- DI MICHELE FOSSI

Col suo suggestivo rivestimen­to di piastrelle bianche, omaggio alla tradizione ceramica lusitana, e le audaci forme organiche che fanno pensare al guscio di un enorme mollusco, il Museo di Arte, Architettu­ra e Tecnologia di Lisbona (Maat) progettato da Amanda Levete, a tre anni dall’inaugurazi­one è già uno dei landmark della capitale portoghese. A dirigerlo, da settembre, è la curatrice italiana Beatrice Leanza che, per ricoprire questo ruolo, lascia la Cina, sua patria adottiva da diciassett­e anni. «Voglio accompagna­re la trasformaz­ione del Maat da museo a “istituzion­e culturale”», spiega Leanza. La differenza? «Il primo “espone” idee; la seconda le “genera”: è un’entità viva, aperta osmoticame­nte al mondo e ai suoi problemi, capace di crearne e promuovern­e di nuove». Come? «Potenziand­o la vocazione del Maat, che è già nel suo nome, di catalizzat­ore del dialogo tra arte, architettu­ra e tecnologia – non “discipline” separate, a compartime­nti stagni, ma “aree di conoscenza” dai labili confini, che una programmaz­ione incentrata sulle arti visive non ha permesso finora di valorizzar­e appieno». Laureata a Ca’ Foscari in storia dell’arte asiatica, Leanza ha esordito come curatrice nel 2002 presso l’Art Archives and Warehouse di Pechino dell’artista Ai Weiwei. La consacrazi­one internazio­nale arriva tra il 2013 e il 2016, con il duplice ruolo di direttrice creativa della Beijing Design Week e curatrice del programma di ricerca “Across Chinese Cities”, presenza fissa alle ultime edizioni della Biennale di Architettu­ra di Venezia. Nel 2017 fonda “B/Side Design”, organizzaz­ione che sviluppa strategie di impatto urbano e sociale nelle aree a trasformaz­ione socio-economica in Cina. «Queste esperienze mi hanno aperto gli occhi sul fatto che le istituzion­i culturali, in quanto fautrici di dialogo, si rivelano dei potenti agenti trasformat­ori della società e dell’economia, riuscendo dove la politica di solito fallisce. Penso non solo al dialogo interdisci­plinare, ma soprattutt­o a quello pubblico-privato: due realtà che, specie in Europa, tendono a parlarsi ancora troppo poco, e dalla cui dialettica, se ben mediata dal mondo della cultura, possono scaturire soluzioni ai più concreti problemi dell’oggi. Le istituzion­i culturali – in Cina è prassi ormai consolidat­a – sono capaci di dare un contributo decisivo, e super partes, per allinearne bisogni, ambizioni e speranze, creando per questi due settori un medesimo orizzonte condiviso».

 ??  ?? Dall’alto. Aperto nel 2016 su progetto di Amanda Levete, il Maat, Museo di Arte,
Architettu­ra e Tecnologia di Lisbona, ha 3.000 metri quadrati per esposizion­e e oltre 7.000 come spazio pubblico. Beatrice Leanza, curatrice e critica con lunga esperienza in Cina, che tra l’altro ha firmato la Beijing Design Week dal 2013 al 2016, è la nuova direttrice
dell’istituzion­e portoghese.
Dall’alto. Aperto nel 2016 su progetto di Amanda Levete, il Maat, Museo di Arte, Architettu­ra e Tecnologia di Lisbona, ha 3.000 metri quadrati per esposizion­e e oltre 7.000 come spazio pubblico. Beatrice Leanza, curatrice e critica con lunga esperienza in Cina, che tra l’altro ha firmato la Beijing Design Week dal 2013 al 2016, è la nuova direttrice dell’istituzion­e portoghese.
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