PENSIERO MOBILE
Birth e rebirth. Nascita e rinascita si celebrano a New York con l’apertura della nuova sede della Pace Gallery al 540W25 di Chelsea, che ospita la prima mostra sulla nascita dei “Mobile” di Alexander Calder, il grande scultore americano. L’headquarters di settemila metri quadrati, disegnato da Bonetti/Kozerski Architecture, comprende cinque gallerie, spazi esterni con vista sulla città e una biblioteca con oltre diecimila volumi. Un salto di scala per ripensare l’identità della galleria d’arte. “Small Sphere and Heavy Sphere”, realizzata con la Fondazione Calder e l’allestimento di Stephanie Goto, fino al 26 ottobre indaga la genesi delle rivoluzionarie sculture cinetiche dell’artista – definite “Mobile” da Marcel Duchamp – dai primi schizzi e ritratti in fil di ferro degli anni 20 agli oggetti con motori, alle opere sospese, fluttuanti nel vuoto. La mostra nasce dall’amicizia e dal dialogo tra Alexander S.C. Rower, nipote dello scultore, e Marc Glimcher, figlio del fondatore della Pace. «Aprire una nuova galleria è una grande scommessa. Così mi sono chiesto quale fosse la mostra più importante che potevamo ospitare per l’inaugurazione, precisa e significativa per la storia dell’arte, qualcosa che nessun museo avrebbe potuto realizzare», racconta Glimcher. «Ho pensato a Calder, alla sua svolta dall’astrattismo alla reinvenzione dell’arte con i “Mobile”, opere uniche, sorta di performance danzanti. Cosa c’è di meglio che aprire una galleria con una mostra che reimmagina cos’è l’arte?». Marc e Alexander, uniti da un’eredità importante da valorizzare, condividono la passione per le sfide. «Se chiudi gli occhi e pensi ai “Mobile”, pensi ai lavori degli anni 50. Con questa mostra, si comprende che il primo “Mobile” sospeso è nato nel 1932, e poi ha avuto il suo sviluppo nelle opere più note», dice Alexander, dal 1987 alla guida della Fondazione Calder. «Pace Gallery presenta per la prima volta un progetto espositivo intorno a un’idea, a un tempo nella nostra storia fondamentale per l’evoluzione della cultura e della civiltà. Niente è in vendita, si può solo guardare».