POLTRONA TIME, ALIAS
L’origami è più che un passatempo: per i giapponesi l’arte della piegatura della carta ha un significato profondo e trascendente, che riguarda la capacità di vedere oltre le apparenze e di immaginare altri oggetti (e scenari) al di là di quelli percepiti dai sensi. In omaggio a questa filosofia, Alfredo Häberli ha progettato la poltrona Time partendo dalla piegatura di un foglio di fibra di vetro stratificata e impiallacciata con tranciato di rovere e trasformato in un’ergonomica scocca in 3D grazie alla fustellatura del materiale, che permette un incastro e una tenuta perfetti. Anche il nome della seduta abbinabile a un sottile cuscino con poggiatesta e sorretta da un essenziale telaio di acciaio nero o bianco, squisitamente yin e yang allude al concetto orientale di tempo, distillato dall’adagio zen secondo cui l’unica costante dell’universo è la sua mutazione incessante. In un’ottica di ciclicità, Time corona anche i quarant’anni di Alias: fondata nel 1979 da Carlo Forcolini ed Enrico Baleri, questa firma si è fatta conoscere per gli arredi in alluminio e in leghe high tech, ed è da sempre attenta alla ricerca sui materiali che, nel caso della poltrona di Häberli, vincitrice del premio Style Park Selected Award dell’ultimo Salone del Mobile di Milano, sfrutta le tecniche costruttive prese in prestito dalla produzione delle tavole da snowboard. Il risultato finale è un guscioscultura flessibile e resistente nel quale, oltre ai notevoli contenuti d’innovazione, si avverte forte la traccia del gesto creativo: il segno dell’uomo che immagina e, da sempre, porta la propria impronta nel mondo.