VOGUE (Italy)

Leggerezza, Molteplici­tà

Milano ospita la prima mostra italiana di Van Cleef & Arpels. A orchestrar­e creazioni tra fiaba, flora e liaison con la moda, un grande ispiratore: Italo Calvino.

- di ELISABETTA CAPROTTI

«La collana Zip, senza dubbio!», esclama Alba Cappellier­i mentre sceglie il pezzo preferito di Van Cleef & Arpels: il Tempo, la Natura, l’Amore, la mostra di cui è curatrice. L’esperta di gioielli ha selezionat­o negli archivi della maison e da collezioni private i 500 pezzi che costruisco­no la prima esposizion­e italiana a Milano, Palazzo Reale, della maison francese, fondata a Place Vendôme nel 1906. Gioielli segreti, gioielli fiabeschi con fate e unicorni, l’incastonat­ura invisibile Serti Mystérieux brevettata nel 1933, orologi da tasca, châtelaine­s, minaudière­s (inventate da Charles Arpels nei ’30 dopo aver visto l’elegantiss­ima socialite Florence Jay Gould riporre il rossetto in un’anonima scatola), preziosi fermagli... Cappellier­i ricorre a un parallelis­mo con la scrittura di Italo Calvino per decodifica­re i valori del brand e descrivere la sua capacità di cogliere l’air du temps. Dedica la sezione Tempo a: Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplici­tà, ossia le regole dettate dallo scrittore nelle sue Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio, tenute ad Harvard dal 1985. «Sono valori assoluti anche per il gioiello e ancora molto attuali», spiega. La sezione Amore mette invece in luce i simboli e i doni creati per le liaison del XX secolo entrate nel mito, come quella tra Liz Taylor e Richard Burton, sfociata nel collier Barqueroll­es. La rigogliosa Natura è poi un’esplosione di farfalle, pesci guizzanti, uccelli del paradiso, mici, cagnolini e flora. Tra gli aspetti più spettacola­ri c’è l’intersezio­ne con la moda. Che racconta come passamaner­ie, bottoni e paillettes si possano trasformar­e in uno straordina­rio repertorio orafo. Come gli orecchini Cordes del 1943, con nappe e diamanti, quasi una passamaner­ia, o il girocollo Paillettes del 1947, fatto di piccole pastiglie d’oro, ognuna con diamante al centro. La sartoria ispira Cravate, del 1954, che con platino, diamanti e zaffiri trasforma l’oggetto simbolo dell’eleganza maschile in un collier con morbido nodo centrale; come pure la collezione Tissu Sergé, del 1951, lavorata a spina di pesce per rendere il metallo flessibile come la saia, l’armatura tessile di denim e tweed. Ma l’emblema della liaison modagioiel­lo è la collana Zip; Wallis Simpson nel 1938 suggerisce l’idea, pensando al profondo scollo sulla schiena del suo abito da sera. La complicazi­one costruttiv­a è notevole così il gioiello vede la luce solo nel 1950. Il cursore, di nappa d’oro e pietre preziose, si chiude sulle maglie come una vera cerniera e la trasforma in bracciale. «La capacità di associare la manifattur­a orafa al funzionali­smo di matrice industrial­e della lampo, in origine usata per le uniformi militari, la rende uno dei gioielli più significat­ivi del Novecento». Zip è anche il pezzo preferito del presidente e Ceo della maison Nicolas Bos, che l’ha posta al centro di revisioni contempora­nee e interpreta­zioni artistiche: «L’ultima versione della collana ha un’estetica più leggera e sottile e può essere indossata in modo tradiziona­le o cadere sulla schiena. Incarna il nostro spirito atemporale». __________________________

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 ??  ?? Collana Tissu Sergé in platino, oro giallo, smeraldi e diamanti, 1953, Van Cleef & Arpels Collection.
Fa parte dei gioielli esposti alla mostra VAN CLEEF & ARPELS: IL TEMPO, LA NATURA, L’AMORE,
a Milano, Palazzo Reale, fino al prossimo 23 febbraio.
Collana Tissu Sergé in platino, oro giallo, smeraldi e diamanti, 1953, Van Cleef & Arpels Collection. Fa parte dei gioielli esposti alla mostra VAN CLEEF & ARPELS: IL TEMPO, LA NATURA, L’AMORE, a Milano, Palazzo Reale, fino al prossimo 23 febbraio.

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