Di Nobile Discendenza
Ogni famiglia olfattiva si assomiglia: tradizionale, equilibrata, armonica. Poi arriva un elemento di rottura, magari una molecola sintetica, esagerata, e tutto cambia.
Esperidata, fougère, fiorita, aromatica, chypre, orientale, legnosa. Secondo la Classification des Parfums et Terminologie, pubblicata a Parigi dal Comité FranÇais du Parfum le famiglie olfattive esistono, hanno genealogie importanti e antiche discendenze. Talvolta esotiche, come nel caso di quella chypre «che risale alle rotte dei Crociati dalla Palestina», spiega il maître parfumeur Alberto Morillas. Dal Trattato degli odori di Teofrasto alla classificazione di Linneo, i sentori sono da sempre, tutti, catalogati in famiglie. A sentire il filosofo Cassirer, però, l’“elasticità gommosa” degli odori rende impossibile definirli in modo assoluto (Filosofia delle forme simboliche, ed. pgreco). «Le famiglie olfattive, in realtà, sono una trovata del marketing», confessa Morillas. «E hanno contorni sempre più sfumati», gli fa eco Sophie Labbé, principal perfumer di Firmenich: «La classificazione viene per lo più utilizzata come strumento per mettere in contatto i nasi con i clienti, analizzare il portfolio di un brand, individuare gap olfattivi e formulare nuove proposte». «Le fragranze che sopravvivono al passare del tempo sono profumi di grande rottura», precisa Jacques Cavallier Belletrud (Louis Vuitton), «accordi tradizionali glorificati da nuove materie prime che ne alterano la personalità». Per esempio «Chanel N°5: a una famiglia floreale composta da rosa e gelsomino di Grasse si sono aggiunte le aldeidi, elementi sintetici dal sentore metallico; il talento di Ernest Beaux è stato quello di azzardare un accostamento molto audace e rischioso. Per Acqua di Giò di Armani, invece», spiega Morillas, «ho esagerato il dosaggio di una molecola che esisteva da tempo, il calone, e che non si metteva mai in grandi proporzioni». Angel di Thierry Mugler è forse il caso più emblematico: nel 1992 Olivier Cresp sconvolge le regole della profumeria tradizionale aggiungendo al patchouli qualche goccia di etimaltolo, accordo pralinato che sa di caramello, cioccolato e bonbon. Così nasce la famiglia gourmand. «Certamente l’innovazione scientifica apre nuovi territori permettendo esplorazioni inedite», precisa Labbé: «Dopo la creazione della pralina sintetica, la profumeria femminile è andata in overdose, la troviamo ovunque anche in composizioni celebri come Black Opium di YSL». «Mademoiselle Coco di Chanel è sicuramente figlio del gourmand di Angel. Perché c’è sempre il padre e la madre di una nuova generazione», conclude Morillas. L’evoluzione delle famiglie olfattive, oggi, segue il mercato e i gusti dei consumatori: i nasi sono concordi nell’affermare che questo sia il momento gender fluid, caratterizzato da un approccio mentale che si concentra sulla qualità delle materie prime, sui metodi di raccolta e sulla trasparenza della composizione più che sul genere, considerato un dettaglio marginale. A questo proposito Alessandro Michele ha fortemente voluto il primo profumo universale Gucci, a base di camomilla e composto da Alberto Morillas. «Mémoire d’une Odeur non assomiglia a nessuno. Hanno parlato di una nuova famiglia, minerale. Per me si tratta solo di un’emozione». ________________