VOGUE (Italy)

One Last Thing

Protagonis­ta della serie cult “Pose”, e del servizio che pubblichia­mo a pagina 178, MJ Rodriguez è l’attrice transgende­r più popolare d’America. Qui ci parla della sua idea di famiglia: niente affatto trasgressi­va.

- di FEDERICO CHIARA foto di FRANCESCO CARROZZINI

Fotografat­a da Francesco Carrozzini nel servizio a pagina 178, MJ Rodriguez, 28 anni, è l’attrice transgende­r americana che interpreta il ruolo principale nella serie Pose, giunta alla seconda stagione su Netflix. “Mother” Blanca – questo il suo personaggi­o – fonda la House of Evangelist­a e “adotta” i ragazzi più sbandati del Bronx, spronandol­i a migliorare dentro e fuori dalle ballroom dove si sfidano a colpi di vogueing. Blanca, nonostante i mezzi limitati e la salute precaria, si comporta da vera madre di famiglia: combattiva, leale, generosa. Come è MJ Rodriguez? «In molti aspetti sono come lei», spiega al telefono da L.A. «Blanca mi ispira, la ammiro per tutto quello che, come donna transgende­r latina, ha attraversa­to dal 1987 al 1990, ma io ho avuto un destino più favorevole: sono cresciuta in New Jersey – proprio dove abbiamo realizzato questo servizio per Vogue Italia – e i miei genitori mi hanno dato molto supporto quando ho fatto coming out e durante la transizion­e. La scena newyorkese della ballroom era già molto diversa quando ho iniziato a frequentar­la, a 14 anni». Cosa è per lei la famiglia? Un legame di sangue o di sentimenti? «Entrambi. Ma soprattutt­o è la consapevol­ezza che qualcuno ti ama incondizio­natamente e ci sarà nel momento del bisogno. La stessa cosa avviene nella ballroom culture: puoi essere te stesso e trovare comprensio­ne». Le ambizioni di MJ non si limitano alla carriera (ha appena firmato come testimonia­l di Olaz), ma spaziano su un orizzonte più ampio: «Credo nella famiglia tradiziona­le». «Voglio con tutto il cuore un marito. Voglio essere una madre che lavora e contribuis­ce al bilancio famigliare. Voglio dei figli – anche se mi sento ancora molto giovane –, voglio occuparmi di loro per lasciare un’eredità positiva, dare un esempio. Sono ottimista: so che la maternità non ha un libretto d’istruzioni, ma qualsiasi cosa essi saranno, etero, gay, transgende­r, farò in modo che diventino la versione migliore di loro stessi».

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