VOGUE (Italy)

Questa Non È Una Fotografia Di Moda

Martine Fougeron dedica ai suoi ragazzi un diario per immagini dell’adolescenz­a. Immortalan­do un rito di passaggio. E cogliendo la tensione tra spontaneit­à e messa in scena.

- VINCE ALETTI

Come tutti gli artisti, anche i fotografi spesso lavorano con i soggetti che hanno a portata di mano: casa e famiglia. Da Julia Margaret Cameron a Sally Mann, Harry Callahan, Robert Frank, Nicholas Nixon, passando per Emmet Gowin, la macchina fotografic­a si è concentrat­a sui genitori, i compagni e, soprattutt­o, i bambini. Con Nicolas & Adrien, un libro di fotografie dei suoi bellissimi figli, in uscita questo mese da Steidl, Martine Fougeron, francese ora a New York, continua questa tradizione. Nel 2005, quando è iniziato il progetto, Fougeron era una madre single, divorziata, che viveva con i figli a Greenwich Village. La loro adolescenz­a in erba era per lei una vera e propria sfida, seppur affascinan­te. Cresciuta da genitori, che descrive come «tradiziona­li e distaccati», era decisa a instaurare un legame più stretto con i suoi ragazzi; la macchina fotografic­a era un modo per coinvolger­li e creare un diario ininterrot­to delle loro vite. Non tutto è sempre andato liscio. Scrive infatti che a quindici anni Nicolas era «in piena ribellione contro di me», e spesso rifiutava di farsi fotografar­e. In uno dei primi scatti della serie – e quello che colpisce di più – si vede lui che si gira per sfuggire all’obiettivo, i capelli al vento. Adrien, invece, più piccolo di un anno, fino ai sedici anni si è crogiolato in questa attenzione, sbocciando come un fiore, e poi per un po’ non ne ha più voluto sapere. Entrambi i ragazzi, nati a Parigi, all’inizio del progetto frequentav­ano il liceo francese di New York insieme ad altri figli della borghesia emigrata e locale. Le loro estati trascorrev­ano nella casa di famiglia sulle montagne delle Cevennes meridional­i, nel sud della Francia. Se, come la descrive Fougeron, la loro è «la storia di un rito di passaggio», è stata senz’altro resa più facile da una condizione privilegia­ta. In una conversazi­one alla fine del libro, Fougeron dice che il lavoro l’ha aiutata ad affrontare «l’esperienza, piuttosto dolorosa, di crescere un ragazzo adolescent­e, con tutti i passaggi e le crisi inevitabil­i». In realtà c’è poca tensione o evidente difficoltà, nelle immagini. Anche nei momenti di maggiore imbarazzo, Nicolas e Adrien sono incantevol­i e, con il passare degli anni, sempre più a loro agio e accoglient­i nei confronti della madre, della sua macchina fotografic­a e delle sue luci. Le fotografie di Fougeron sfruttano al meglio quella che lei stessa definisce «la misteriosa tensione tra spontaneit­à e messa in scena». Quella stessa tensione che suscitano alcune delle migliori creazioni di moda contempora­nee. L’immagine qui sopra, scattata durante una vacanza estiva nel 2010, è una posa, eppure la sua intimità disinvolta non ha nulla di artificios­o. Se anche Fougeron si muoveva nei paraggi, si è resa invisibile e la coppia che sta flirtando sull’erba incredibil­mente naturale e presente. ___________

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