VOGUE (Italy)

Il Circolo Virtuoso

Otto artisti, otto diverse tecniche per le cover e i servizi moda di questo numero speciale. Pensato per ridurre il carbon footprint, e generare un beneficio concreto.

- di VITTORIA FILIPPI GABARDI

Non c’è settore oggi che non si interroghi su cosa può fare, o smettere di fare, per contribuir­e alla sfida della sostenibil­ità. E i giornali di moda non fanno certo eccezione. Questo mese, Vogue Italia ha voluto lanciare un messaggio, che è un po’ una provocazio­ne: si può raccontare la moda senza fotografia? Spegnendo le luci degli studi fotografic­i, tagliando la corrente, fermando gli aerei su cui viaggiano modelle, set designer, stylist e abiti? Il racconto è stato quindi affidato a otto artisti che, con diverse tecniche, hanno prodotto copertine e storie di moda di questo numero: Yoshitaka Amano, Vanessa Beecroft, Gigi Cavenago, Delphine Desane, Milo Manara, Cassi Namoda, David Salle e Paolo Ventura. Certo, si tratta di un numero speciale e come tale non avrà seguito nei mesi a venire. Ma oltre alla sua valenza simbolica, ha permesso al magazine – grazie alla generosità degli artisti coinvolti – un risparmio, che verrà devoluto a finanziare un progetto concreto: contribuir­e al ripristino della Fondazione Querini Stampalia di Venezia e del suo prezioso archivio fortemente danneggiat­o dalla più distruttiv­a acqua alta degli ultimi 150 anni. Un luogo di cultura, aperto agli studenti di tutto il mondo: simbolo quindi dei valori in cui credono Vogue Italia e gli artisti coinvolti nel progetto.

«La sfida era quella di mettere in discussion­e il ruolo della fotografia come unico metodo di rappresent­azione della moda e, con essa, il processo produttivo che la accompagna», spiega il direttore creativo di Vogue Italia Ferdinando Verderi. «Gli artisti invitati – ico

ne dell’arte, leggende del fumetto e talenti da scoprire – hanno lavorato focalizzan­dosi sulla centralità della moda come fonte di ispirazion­e: un momento di styling e di casting accompagna tutte le storie». In queste pagine si vuole “ringraziar­e” gli artisti che hanno reso possibile questa idea, e anche raccontarn­e, seppur brevemente, l’arte, che per la prima volta nella storia di Vogue Italia ha portato sulle cover disegni e non fotografie, ritraendo con varie tecniche le modelle Lili Sumner, Lindsey Wixson, Assa Baradji, Olivia Vinten, Ambar Cristal e Felice Nova Noordhoff.

Ad aprire la fila degli ospiti, Vanessa Beecroft, una delle artiste italiane più note sulla scena internazio­nale. Dal primo lavoro performati­vo, a Milano nel 1993, la sua carriera è stata un’opera unica incentrata sulla scoperta del corpo e dell’identità delle donne attraverso vari media: performanc­e, pittura, scultura, disegno. «Ma non avevo mai disegnato una storia di moda prima d’ora. Ho seguito l’istinto, memorizzat­o i look e scelto quelli attraverso cui avrei potuto interpreta­re la figura femminile alla mia maniera. Questo progetto», continua, «mi è familiare. Anche se nei miei dipinti e disegni mi focalizzo su donne nude. Disegnare vestiti è qualcosa che ho fatto solo nei miei primi acquerelli e mi piacerebbe continuare, anche perché il pubblico spesso si scandalizz­a del nudo e rischia di interpreta­re male il messaggio. La sfida è stata quella di disegnare qualcosa che dovrà essere venduto e consegnare i miei disegni a Vogue Italia, come tributo d’amore per la storia e l’heritage di questa rivista. È una bellissima idea quella di astrarsi dall’aspetto commercial­e della moda e focalizzar­si sul suo aspetto più intellettu­ale, sulla sua poetica». E per quanto riguarda il fine? «La sostenibil­ità è essenziale. Il nostro pianeta è al collasso, e nonostante la moda sia un medium molto importante per me, è parte del problema. Bisogna fare un passo avanti ed evitare il consumismo fine a se stesso».

«Alle donne devo tutto», dice Milo Manara, il padre dell’erotismo a fumetti. L’illustrato­re, che ha collaborat­o con Hugo Pratt, Federico Fellini, Alejandro Jodorowsky, quest’anno compie 50 anni di carriera. «Per la mia copertina ho citato un modello altissimo, il David di Michelange­lo, in versione femminile. Volevo riproporre la stessa, identica, posa, l’orgoglio pacato del vincitore: è l’atteggiame­nto che connota la femminilit­à dei nostri tempi, nonostante le resistenze maschili. Davide sconfigge la forza bruta di Golia ideando una fionda, si salva con l’ingegno. La donna, oggi, ha un gigante Golia da sconfigger­e: il maschilism­o, la cultura patriarcal­e, la violenza». L’obiettivo dell’impresa gli appartiene nel profondo. «La tessera di Legambient­e la disegnavo io! Sullo sfondo c’è un mare che suggerisce l’idea della conservazi­one».

Yoshitaka Amano, 67 anni, è uno dei grandi maestri dei film d’animazione giapponesi, tra gli autori del videogame Final Fantasy e di alcuni personaggi come Gatchaman e Vampire Hunter D. Nato alle pendici del Monte Fuji, non ricorda un tempo della sua vita in cui non stesse disegnando. «Ho voluto partecipar­e a questo progetto perché ho sempre amato Vogue Italia, e il Rinascimen­to italiano. Provare a inserire oggetti pensati da altri, in questo caso gli stilisti, nel mio lavoro è stata una sfida. Solo abbraccian­dola potevo dare vita a qualcosa di veramente nuovo». Il suo racconto attinge al fantasy me qui si incentra su un solo personaggi­o: «Aspetto per me inusuale e divertente. La modella che mi hanno affidato, per di più, è una donna molto affascinan­te».

Anche David Salle, 67 anni, ha una visione narrativa dell’arte. Celebre «creatore di immagini», assieme a Julian Schnabel e Robert Longo riporta in auge la pittura gestuale dopo il concettual­ismo. «Amo dipingere la vita reale, quindi per me è stata un’opportunit­à. Cerco sempre il dinamismo dell’immagine e mi è piaciuto disegnare l’interazion­e della modella con i vestiti». La sua firma in questa storia è «serendipit­à, giustappos­izione, il dettaglio. Un’attitudine precisa, una tensione grafica».

«Sono stata sorpresa da tutta la libertà creativa che mi è stata data», spiega Delphine Desane, 31 anni, artista franco-haitiana nata e cresciuta a Parigi. Le sue opere sono «ritratti e scene che prendono vita dai ricordi o dall’immaginazi­one, e da vecchie foto di famiglia. Per questo progetto ho guardato a Elizabeth Catlett, Lynette Yiadom-Boakye, Kwame Brathwaite, Agnès Varda and @blvckvrchi­ves, account Ig che seguo e amo molto»: tutti riferiment­i significat­ivi nella rinascita della pittura black. «Dare voce a una visione e allo stesso tempo essere sostenibil­e: per la moda c’è ancora molta strada da percorrere, ma questo è un grande passo considerat­o che viene fatto da una rivista come Vogue Italia».

Per Gigi Cavenago, 37 anni, dal 2016 copertinis­ta di Dylan Dog succeduto allo storico Angelo Stano, «la creatività è un bisogno quasi fisiologic­o. La sostenibil­ità un dovere. Disegno principalm­ente fumetti, ma quando si presenta l’opportunit­à esco volentieri dalla mia comfort zone». Cavenago, le cui illustrazi­oni comunicano senso materico e gusto grafico, per la storia di questo numero ha collaborat­o con Andrea De Dominicis: «È stato bello rimbalzarc­i le idee. All’inizio volevamo collocare la modella nello spazio poi, in corso d’opera, abbiamo preferito trasformar­la in una sorta di divinità, una figura regale e allegorica in grado di creare l’universo».

Paolo Ventura, artista e fotografo milanese, ha ridisegnat­o Felice Nova Noordhoff, la modella protagonis­ta della sua copertina. «Ho passato un’ora a guardare le sue foto per trovare quella giusta. E so già che poi i capelli li cambio, il colore degli occhi pure...». L’ha creata in 20 minuti «ma ci ho pensato per due anni. La testa l’ho fatta un filo più grande, e comunque va bene perché c’è qualcosa di storto. Per far andare bene tutte le cose deve esserci sempre il difetto, qualcosa che non funziona, l’inciampo. Mi piacciono quelli che inciampano, cadono, si macchiano».

La donna ritratta in copertina da Cassi Namoda piange. Vicino a lei una zanzara, simbolo del global warming, e qualche goccia di sangue. Namoda ha 32 anni, viene dal Mozambico e descrive la sua arte “espression­ismo africano”: stilizzazi­one delle forme, intensità emotiva, dissonanza cromatica ed empatia. __

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 ??  ?? SOPRA . La copertina di Vogue Italia disegnata da David Salle ha come protagonis­ta Lili Sumner. Alcune illustrazi­oni da lui create per questo numero sono in mostra alla Galleria Ropac di Parigi dal 25 gennaio.
SOPRA . La copertina di Vogue Italia disegnata da David Salle ha come protagonis­ta Lili Sumner. Alcune illustrazi­oni da lui create per questo numero sono in mostra alla Galleria Ropac di Parigi dal 25 gennaio.
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La cover di Vanessa Beecroft.«La figura è prominente rispetto agli abiti che indossa. Gli conferisce forma, identità e vita».
IN ALTO. Sulla copertina disegnata da Delphine Desane il volto ispirato alla modella Assa Baradji.
SOPRA. La cover di Vanessa Beecroft.«La figura è prominente rispetto agli abiti che indossa. Gli conferisce forma, identità e vita». IN ALTO. Sulla copertina disegnata da Delphine Desane il volto ispirato alla modella Assa Baradji.
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 ??  ?? SOPRA . La copertina di Paolo Ventura con protagonis­ta la modella Felice Nova Noordhoff. NELLA PAGINA ACCANTO, DA SINISTRA, IN SENSO ORARIO. Olivia Vinten disegnata da Milo Manara: «Mi hanno detto di scegliere fra tre possibili abiti e ho optato per quello più vicino alla donna che solitament­e disegno e a quello che rappresent­a». Il disegno di Cassi Namoda con protagonis­ta Ambar Cristal Zarzuela. Yoshitaka Amano, invece, ha ritratto Lindsey Wixson, vestita di blu su fondo azzurro.
In tutte le immagini di queste pagine gli abiti sono GUCCI.
SOPRA . La copertina di Paolo Ventura con protagonis­ta la modella Felice Nova Noordhoff. NELLA PAGINA ACCANTO, DA SINISTRA, IN SENSO ORARIO. Olivia Vinten disegnata da Milo Manara: «Mi hanno detto di scegliere fra tre possibili abiti e ho optato per quello più vicino alla donna che solitament­e disegno e a quello che rappresent­a». Il disegno di Cassi Namoda con protagonis­ta Ambar Cristal Zarzuela. Yoshitaka Amano, invece, ha ritratto Lindsey Wixson, vestita di blu su fondo azzurro. In tutte le immagini di queste pagine gli abiti sono GUCCI.

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