VOGUE (Italy)

Nulla Vada Sprecato

Sorprese: l’economia circolare coinvolge anche la cosmetica. Grazie a piattaform­e che raccolgono e “ricondizio­nano” prodotti per rimetterli sul mercato. O associazio­ni no-profit che li donano a chi ne ha bisogno.

- di SAMIRA LAROUCI

Due parole che non sembrano avere nulla in comune sono “usato” e “make-up”. Mentre il mercato degli abiti di seconda mano è letteralme­nte esploso e il vintage è ormai acclamato da tutti, per quanto riguarda l’industria cosmetica c’è, comprensib­ilmente, ancora molta perplessit­à. E se il beauty pare immune dalla recessione, a fronte della disastrosa crisi ambientale, il problema del riciclo dei prodotti si fa impellente. Secondo Zero Waste, i rifiuti cosmetici ammontano ogni anno a 120 miliardi di pezzi, la maggior parte dei quali con pack non riciclabil­i. Solo per fare un esempio: ci vogliono quasi 1.000 anni perché un barattolo di crema idratante si decomponga e disperda nell’ambiente. Per contrastar­e l’imponente produzione della plastica provenient­e dalla cosmesi, sono nate specifiche piattaform­e che propongono di rimettere sul mercato trucchi, creme e profumi usati. Leader di questo nuovo trend sono le startup statuniten­si Poshmark e Glambot. Quest’ultima raccoglie esclusivam­ente make-up (fatta eccezione per gloss, mascara e eyeliner) e skincare, e offre un sistema molto semplice: basta spedire l’usato purché contenga almeno il 30 per cento della formula originaria, ovviamente non scaduta, e si riceve subito un bonus. I prodotti vengono sottoposti a un procedimen­to di igienizzaz­ione e rimpacchet­tamento, e quindi venduti a un prezzo inferiore. In Giappone, dove il rammarico per lo spreco è sintetizza­to nel termine buddista “Mottainai”, acquistare cosmetici usati è una pratica sempre più diffusa. Ma la spinta verso l’usato, secondo Bof, non è solo ideologica: i giovani giapponesi sono entusiasti di acquistare (su siti di e-commerce come Mercari) marchi difficilme­nte reperibili in Oriente e brand di lusso a prezzi accessibil­i. La cosmesi riciclata presenta però alcuni rischi. Non esiste infatti alcun ente ufficiale che certifichi i livelli di igienizzaz­ione dell’usato. Problema sicurezza a parte, sono molte le organizzaz­ioni no-profit come Beauty Bus, Project Beauty Share e Share Your Beauty, che accettano prodotti non scaduti e ancora integri per donarli ad associazio­ni che sostengono donne in difficoltà o vittime di violenza. TerraCycle, infine, oltre a occuparsi del riciclo creativo di qualsiasi pack (non solo beauty) ha recentemen­te lanciato Loop: servizio a domicilio di refill di cosmetici, detergenti e prodotti alimentari, in collaboraz­ione con alcune multinazio­nali._____

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