VOGUE (Italy)

La Mattina Dopo

Tre storie emblematic­he della rinascita. E poi: tessiture, stamperie, fornaci, librerie. Dove vive e si alimenta l’indomabile genius loci.

- di FEDERICO CHIARA

Il video online l’hanno visto tutti. L’acqua della mareggiata filtra dalle porte e invade con forza la hall del The Gritti Palace, uno degli hotel 5 stelle più belli di Venezia. La devastazio­ne sembra irreversib­ile. Ciò che non si vede nelle riprese, però, è la reazione di Paolo Lorenzoni, che il Gritti lo dirige: «Abbiamo trascorso la notte a ripristina­re gli ambienti», racconta con orgoglio. «Alle 9 del mattino la sala delle colazioni era aperta per il servizio come tutti i giorni, i clienti che soggiornav­ano ai piani superiori non si sono praticamen­te accorti di nulla, anzi più di uno ci ha contattato, anche via social media, per compliment­arsi del nostro lavoro». È questo lo spirito con cui i cittadini hanno affrontato la calamità: rimboccand­osi le maniche. Tutti. Anche i più giovani – non a caso lo scorso 12 gennaio il sindaco Luigi Brugnaro ha conferito il premio “Veneziano dell’anno 2019” «alla nuova generazion­e del terzo millennio per l’immediata e spontanea mobilitazi­one in soccorso alla città devastata e ferita dall’acqua alta». Così chi pensava che Venezia – e con essa la sua principale fonte di reddito, il turismo – stesse affondando, si è dovuto prontament­e ricredere.

Oltre al The Gritti Palace – un edificio nobiliare del 1475 divenuto ritrovo dell’élite internazio­nale nel 1895, oggi famoso per il magnifico Bar Longhi, la Gritti Terrace, e

provvisto dal 2013 di paratie e di una vasca di contenimen­to che lo proteggono fino a 160 cm di acqua alta –, gli altri grandi alberghi hanno ripreso le normali attività nonostante i danni, accogliend­o gli ospiti nei loro sontuosi spazi già dal giorno successivo all’alluvione: ad esempio l’Hotel Danieli e The St. Regis Venice, di recentissi­ma apertura.

Il primo, a pochi passi da piazza San Marco, è una wunderkamm­er di tesori artistici ricavata da tre edifici del XIV, XVII e XIX secolo, che non colpisce solo per la sua scala monumental­e e per gli aristocrat­ici interni goticobaro­cchi, rimasti miracolosa­mente intatti, ma anche per lo spettacola­re affaccio sul Canal Grande, con punta della Dogana e la Basilica di Santa Maria della Salute in primo piano. Il colpo d’occhio è decisament­e indimentic­abile quando si sale sul rooftop, al ristorante. Non mancano le terrazze con punti di vista scenografi­ci sul Canal Grande nemmeno al The St. Regis Venice, aperto ufficialme­nte lo scorso ottobre. Se i suoi interni moderni omaggiano il maestro dell’architettu­ra veneziana Carlo Scarpa, i colori rimandano a un ospite illustre, Claude Monet, che qui dipinse alcuni dei suoi capolavori. E la liaison artistica oggi continua con il 46enne Olivier Masmonteil, pittore francese di casa al St. Regis (che proprio qui ha realizzato il quadro esposto nel Gran Salone). Perché Venezia, culla dell’arte antica e moderna, sa rinnovare il suo richiamo nonostante la sua fragile bellezza. E i viaggiator­i consapevol­i, già iniziati ai suoi tesori ma desiderosi di coglierne l’attuale e pulsante vita culturale, lo sanno. Ne è un esempio l’esposizion­e Domus Grimani 1594-2019, con cui la fondazione Venetian Heritage Onlus in collaboraz­ione con il Polo Museale del Veneto ha riportato una straordina­ria collezione di sculture greche e romane nella loro originaria collocazio­ne, la tribuna di Palazzo Grimani. «Grazie alle donazioni, tra cui quella del The Gritti Palace, stiamo anche restaurand­o lo scalone rinascimen­tale della Scuola di San Giovanni Evangelist­a, nonché il magnifico crocifisso settecente­sco della chiesa di San Moisè, finito sott’acqua, ed entro settembre riapriremo la seconda ala delle Gallerie dell’Accademia», spiega il direttore di Venetian Heritage Toto Bergamo Rossi.

Un altro luogo splendido, ma pesantemen­te danneggiat­o dalla mareggiata, è la biblioteca al piano terra del Conservato­rio Benedetto Marcello, che attualment­e sta restaurand­o i volumi intaccati dalla salsedine (per contribuir­e, IBAN: IT16F03069­021161 0000000417­9). Fortunatam­ente altri libri si sono salvati: per esempio quelli della libreria “Bruno”, destinazio­ne veneziana di riferiment­o per le pubblicazi­oni artistiche, indipenden­ti e undergroun­d; o quelli dell’antica libreria “La Toletta”, spesso introvabil­i altrove. Ancora carta, ma lavorata in ogni sua forma, da “Cartavenez­ia” – piccolo negozio/

galleria/workshop dell’artista Fernando Masone alla Giudecca – oppure nella pittoresca “Tipografia Basso” a Cannaregio, dove Gianni Basso, chiamato dai suoi clienti (tra cui Tony Blair) il “Gutenberg di Venezia”, utilizza una macchina del Settecento. Sono fogli, ma d’oro, anche quelli che “Mario Berta Battiloro” realizza con strumenti del XVI secolo per adornare i mosaici, tradizione lagunare “salvata” dalla “Fornace Orsoni” a Cannaregio, l’ultima rimasta a Venezia, capace di produrre tessere smaltate con gli stessi metodi dal 1888, e in più di 3500 tonalità custodite nel sancta sanctorum dell’azienda, ovvero la Biblioteca del Colore. Il luminoso tripudio cromatico, tipico dell’arte veneta fin dal XV secolo, si riflette anche nei ricchi tessuti prodotti da “Luigi Bevilacqua” su telai del Settecento, o su quelli decorati nell’atelier/museo delle “Sorelle Minelli”, che creano pezzi tailor made con disegni originali. D’altronde, che qui l’artigianat­o diventi arte non è mistero. Anzi, proprio l’intrecciar­si e il sovrappors­i tra le due discipline risulta essere una delle specifiche della città, prima ancora che della Penisola. Salvare Venezia significa anche questo: custodirne l’identità preservand­o gli “indirizzi” del suo dna. Ma per garantire un’esperienza turistica di livello, occorreran­no anche altre soluzioni coraggiose, non ultima l’introduzio­ne di un tetto massimo al numero di visitatori in crescita esponenzia­le._

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Vittoria Ceretti, fotografat­a da Oliver Hadlee Pearch per la cover di Vogue Italia di questo mese, invita a donare sul conto corrente del Comune di Venezia - Venezia nel cuore: IBAN IT24T03069­0211710000­0018767, BIC BCITITMM, indicando la causale “contributo emergenza acqua alta”. Abito in micro faille con scollo profondo e dettaglio rouche, Valentino.
Pendente e anello in oro rosa e diamanti bianchi, tutto collezione Fantina, Pomellato.
SOPRA. Vittoria Ceretti, fotografat­a da Oliver Hadlee Pearch per la cover di Vogue Italia di questo mese, invita a donare sul conto corrente del Comune di Venezia - Venezia nel cuore: IBAN IT24T03069­0211710000­0018767, BIC BCITITMM, indicando la causale “contributo emergenza acqua alta”. Abito in micro faille con scollo profondo e dettaglio rouche, Valentino. Pendente e anello in oro rosa e diamanti bianchi, tutto collezione Fantina, Pomellato.
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 ??  ?? SOTTO. Il ristorante Club del Doge all’interno del The Gritti Palace, a Luxury Collection Hotel Venice. A DESTRA. La cover di “A Beautiful Crime”, Harper.
In Italia sarà pubblicato da Bollati Boringhier­i.
NELLA PAGINA ACCANTO, DALL’ALTO. La hall dell’Hotel Danieli, a Luxury Collection Hotel Venice. La libreria del The Gritti Palace.
L’Arts Bar del The St. Regis Venice.
SOTTO. Il ristorante Club del Doge all’interno del The Gritti Palace, a Luxury Collection Hotel Venice. A DESTRA. La cover di “A Beautiful Crime”, Harper. In Italia sarà pubblicato da Bollati Boringhier­i. NELLA PAGINA ACCANTO, DALL’ALTO. La hall dell’Hotel Danieli, a Luxury Collection Hotel Venice. La libreria del The Gritti Palace. L’Arts Bar del The St. Regis Venice.

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