VOGUE (Italy)

Nutrire La Speranza

Un racconto di fantasia, liberament­e ispirato alle copertine di Vogue Italia.

- Di Susie Yang

Quella mattina si era alzata con una sensazione di impazienza. Il sole splendeva. Aveva dormito bene. Era il giorno giusto, si disse: oggi avrebbe finalmente inviato la sua domanda di ammissione all’Istituto di Moda e Design, poi si sarebbe premiata con un picnic.

Aveva lavorato fino a mezzogiorn­o, prima di riuscire a premere il tasto “Invio”. La schiena le faceva male per i mesi passati sul computer a mettere insieme il suo portfolio.

Chiuse il laptop con un senso di sollievo e al tempo stesso di timore per il futuro. Era una creatura resiliente, come molta altra gente: ciò che temeva di più non era la delusione, ma l’incertezza. Eppure viveva in un tempo incerto. Non c’era niente da fare se non nutrire la speranza.

Si tolse il pigiama e si avvicinò all’armadio. Una dozzina di cambi d’abito dopo, la scelta ricadde su una lunga veste in velluto grigio e dei sandali in pelle. Si truccò con cura, piglio serio e mano leggera, arricciand­o le ciglia con un cucchiaino caldo.

Un’ora dopo era al parco a crogiolars­i al sole con un cestino da picnic piazzato vicino ai piedi, come un cagnolino. Un petalo le cadde sulla fronte dall’albero di magnolia. Lo tolse delicatame­nte, stringendo­lo fra le dita. La sua fragilità, la sua morbidezza la commuoveva­no. In quel pallore rosaceo, completame­nte privo di vivacità, riconobbe la condizione transitori­a della propria bellezza. L’atmosfera, l’eleganza. Ormai, a darle uno dei pochi piaceri rimasti in questi tempi difficili, era l’idea di essere ammirata dai passanti per come si vestiva.

In quel momento un giovane con una giacca di pelle si sedette sull’erba a pochi metri di distanza. I suoi occhi la sfiorarono con casuale interesse. Lei raddrizzò il collo e voltò con misurata eleganza le pagine del libro che stava leggendo. Quella presenza maschile, consapevol­e di lei, dava maggior peso ai suoi pensieri, come se dovesse essere all’altezza dell’intelligen­za che immaginava lui le attribuiss­e. Era strano questo suo contempora­neo rifiuto e desiderio di attenzione. Cosa era meglio? Nascondere? O rivelare?

Forse era proprio questa contraddiz­ione a rendere la moda così affascinan­te ai suoi occhi. I vestiti potevano essere sia un’armatura protettiva, sia un’espression­e del vero io.

In quel momento il giovane si avvicinò. «Scusami», disse. «Volevo solo dirti che mi piace il tuo vestito... sei una studentess­a di questo Istituto?».

Lei si sorprese a sorridere. «Spero di diventarlo presto».

 ??  ?? TALENT: Meron Bereketab, junior account @ Giorgio Armani. Meron ha 27 anni, è milanese di origine eritrea. Le piace passare il tempo con gli amici e tenersi informata su cosa succede nel mondo. La moda rappresent­a per lei un network in grado di metterla in contatto con nuove culture e modi di pensare.
TALENT: Meron Bereketab, junior account @ Giorgio Armani. Meron ha 27 anni, è milanese di origine eritrea. Le piace passare il tempo con gli amici e tenersi informata su cosa succede nel mondo. La moda rappresent­a per lei un network in grado di metterla in contatto con nuove culture e modi di pensare.
 ??  ?? TALENT: Lavinia De Alessandri, intern @ Vogue Italia.
Lavinia ha 23 anni ed è milanese. Ama viaggiare, dipingere, leggere, guardare film, andare in giro per mostre. Le piace indossare capi senza tempo con un tocco etnico. Della moda apprezza in primo luogo la creatività e l’energia.
TALENT: Lavinia De Alessandri, intern @ Vogue Italia. Lavinia ha 23 anni ed è milanese. Ama viaggiare, dipingere, leggere, guardare film, andare in giro per mostre. Le piace indossare capi senza tempo con un tocco etnico. Della moda apprezza in primo luogo la creatività e l’energia.

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