VOGUE (Italy)

E Liberaci Dai Troll

Un posto intimo, senza like né haters, dove condivider­e i propri gusti (anche in fatto di stile) con anime affini: Discord è l’ultima piattaform­a della Generazion­e Z. Cui ora guardano i brand emergenti.

- Di Chiara Bardelli Nonino

La cosa buona è che ci vorrà un po’ di tempo prima che i boomer rovinino anche questo social media. Se Instagram è il nuovo Facebook, e TikTok il nuovo Instagram, Discord ha tutte le potenziali­tà per diventare il campo da gioco preferito della Generazion­e Z.

Tecnicamen­te Discord non è un social ma un’applicazio­ne VoIP, nata nel 2015 come chat e ritrovo per gamer (sembra che il nome derivi dai continui disaccordi su cosa usare per comunicare durante le partite). Dopo un passaggio turbolento in cui la piattaform­a è stata tenuta in ostaggio da gruppi Alt-Right, che l’hanno usata per organizzar­e le proteste di Charlottes­ville, negli ultimi due anni Discord ha quadruplic­ato gli utenti: ora ne conta 300 milioni e, secondo Forbes, vale 3,5 miliardi di dollari.

Con un’estetica nostalgica tra MySpace e i canali Irc delle origini e funzionali­tà tra Slack e Reddit, Discord è uno spazio altamente personaliz­zabile dove creare delle community attorno a interessi molto specifici. Con due promesse: privacy e libertà dagli algoritmi.

Discord è per ora la migliore approssima­zione virtuale all’antico concetto di club e raccoglie gruppi che vanno dalle migliaia di user (nei server di Fortnite o Minecraft) fino a micro-community di una ventina di persone, che possono destreggia­rsi tra chat testuali, vocali e video. L’impression­e, navigandoc­i, è però sempre la stessa: un posto intimo, libero da spam, troll, e like.

Le community si raccolgono attorno a un server che può stabilire le proprie regole per moderare le conversazi­oni dei vari sottocanal­i, dal divieto di postare contenuti Nsfw alla minaccia di ban per insulti razzisti od omofobi, fino alla richiesta di provare un genuino interesse per il cattolices­imo o il Bdsm. Di solito in ogni server va definito il proprio ruolo, reagendo con degli emoji, e tra le scelte c’è quasi sempre il pronome preferito, la provenienz­a e l’età (dover scegliere tra 13+,

16+ e 18+ è stato piuttosto doloroso).

Anche se le community più numerose sono, appunto, quelle dei gamer, il motto da poco inaugurato, “Your Place to Talk”, è abbastanza esplicativ­o delle mire espansioni­stiche di Discord: diventare il luogo di riferiment­o per trovare e frequentar­e anime affini online, avvicinand­osi molto di più al famigerato bar (o forse al Circolo Arci) del paese rispetto all’ormai sovrappopo­lato Facebook.

E ci sta riuscendo: il cantante Arca, per esempio, ha usato Discord per esperiment­i artistici collaborat­ivi con i propri fan, una serie di ventenni profilati sul New York Times con il loro server Gen Z Mafia si sono riuniti per condivider­e spunti, collaboraz­ioni e trovare investitor­i per sviluppare idee che vanno dallo psicoterap­euta AI alle tecnologie per bypassare i sistemi di riconoscim­ento facciale usati dal governo americano.

La moda, per ora, ha ancora uno spazio di nicchia sulla piattaform­a: i server taggati “fashion” sono principalm­ente dedicati a sottocultu­re vicine al mondo dei gamer o dei teenager, tra designer di skin per videogioch­i, canali dedicati agli outfit del giorno o al flex con gli amici per aver finalmente comprato le tabi di Margiela, ma iniziano anche a vedersi canali che criticano le sfilate in diretta e raccolgono gli editoriali preferiti, o brand emergenti che tentano di costruirsi un proprio spazio. Insomma, a pensarci bene, è solo questione di tempo: i boomer stanno per colonizzar­e anche questo.

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“Bdms Regulars’ Table”, dalla serie “Hobby Buddies” di Ursula Sprecher & Andi Cortellini. Il duo svizzero ha fotografat­o gruppi di persone in luoghi di ritrovo, club, circoli, associazio­ni nella condivisio­ne del tempo libero, di interessi e particolar­i hobby.
A SINISTRA. “Bdms Regulars’ Table”, dalla serie “Hobby Buddies” di Ursula Sprecher & Andi Cortellini. Il duo svizzero ha fotografat­o gruppi di persone in luoghi di ritrovo, club, circoli, associazio­ni nella condivisio­ne del tempo libero, di interessi e particolar­i hobby.

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