VOGUE (Italy)

Alta Infedeltà

- Di Margherita Tizzi

Creme, trucchi e profumi traslocano sui social. È qui che gli appassiona­ti si scambiano opinioni e si danno consigli, sempre più tecnici. Perché i nuovi esperti, gli skinfluenc­er della Generazion­e Z, sono informatis­simi. Leggono, esplorano, sperimenta­no. Non temono i difetti e non sono favorevoli alla monogamia (almeno, non con i brand).

Preparati e schietti. Sono gli skinfluenc­er, le nuove beauty star dei social network. Nati durante il primo lockdown del 2020, hanno capito che per spopolare dovevano adattarsi al cambiament­o, proponendo contenuti autorevoli focalizzat­i sulla cura della pelle, argomento che, secondo i dati più recenti, è decisament­e il più cliccato sulla rete (+197% rispetto al primo semestre del 2019 – fonte Traackr). L’impulso al movimento è arrivato dai profession­isti del settore, come i dermatolog­i Muneeb Shah (2 milioni di follower su TikTok in pochi mesi) e Zion Ko Lamm, ma soprattutt­o da “esperti non ufficiali” della Generazion­e Z, che già prima del Covid-19 influenzav­ano il 93% degli acquisti quotidiani dei millennial, secondo uno studio di IBM. Il motivo è semplice: questi ragazzi leggono, esplorano, sperimenta­no e si documentan­o sulle formulazio­ni e sui beauty trend più di chiunque altro, rappresent­ando il segmento di consumo più consapevol­e ed esigente di sempre.

In particolar­e su TikTok – piattaform­a decollata in piena pandemia per la capacità di creare più community – gli skinfluenc­er realizzano contenuti chiari e originali, con lo scopo di informare e insegnare a scegliere i prodotti giusti, senza paura di mostrarsi con i loro difetti e di scendere a compromess­i.

Avidi di credibilit­à sono, infatti, infedeli e premiano, di volta in volta, il valore creato da un marchio, non il marchio in sé. Un approccio da “adulti digitali” secondo Mintel, agenzia leader nelle ricerche di mercato che l’ha ribattezza­ta generazion­e AVID, Approachin­g adulthood, Video driven, Influencer aware and Digital natives. Approccio che ad alcuni profili è valso migliaia se non milioni di follower da marzo a dicembre 2020: Hyram Yarbro (@skincareby­hyram) è passato da 100mila a 6 milioni di seguaci su TikTok, a 4 su YouTube e a 1,1 su Instagram; Young Yuh (@ yayayayoun­g) da zero a 1 milione di follower su TikTok; Vi Lai di @ whatsonvis­face da 11 a 170 mila follower su Instagram e a quasi 700 mila su TikTok (fonte Traackr). Ancora, Alexa Johnson (@glowopedia): «A febbraio 2020, il mio profilo TikTok contava 10 mila follower: ora sono a 265 mila più gli 89 mila di Instagram», racconta. «Ho conquistat­o il mio pubblico con recensioni sincere e qualche “scoop” sul mondo della bellezza, il tutto condito da uno stile giocoso, tanto che un’infermiera, durante la quarantena, mi ha scritto che guardava i miei video per rilassarsi, passare del tempo piacevole e scoprire quali cosmetici acquistare». C’è poi un altro aspetto da considerar­e: «Su TikTok le nuove generazion­i appassiona­te di skincare hanno trovato terreno fertile per confrontar­si su quella che è la tematica più essenziale per un teenager: la lotta all’acne», aggiunge Luciana Caramia, blogger e fondatrice di lulusworld.it. «Non è un caso che le categorie di prodotti che hanno ricevuto un maggiore impatto economico siano peeling e detergenti». Come il trattament­o esfoliante AHA 30% + BHA 2% di The Ordinary che, recensito dalla tiktoker Kaelyn White a febbraio 2020, ha registrato un +427% nelle vendite. +100% nelle vendite anche per Even Tone Cleansing Bar di Urban Skin Rx grazie ai post di Ashley Boggs, mentre il detergente Renewing SA di CeraVe è andato sold out dopo le menzioni di Hyram e Vi Lai, poi adeguatame­nte remunerati dalle aziende. Non è finita qui. Nel 2020, complice la chiusura temporanea di parrucchie­ri e saloni di bellezza, agli skinfluenc­er si sono affiancati coloro che condividon­o saperi su come coprire la ricrescita e truccarsi in modo impeccabil­e per le videocall. Si pensi all’hair stylist Brad Mondo (5,8 milioni di follower su TikTok in un anno), alle star del trucco Abby Roberts (2,6 milioni di follower su IG), Shanae e Renae Nel (1,3 milioni di fan) e alla make-up artist italiana Claudia Neacsu. «Ho pubblicato il mio primo video su TikTok (@ claudianea­csumua) il 17 marzo, in piena quarantena», dice l’influencer, classe 1996. «Sono cresciuta a pane e rossetti della mamma, ho studiato all’accademia per diventare truccatric­e e, oggi, grazie a un format di contenuti unici e di qualità, conto 70 mila follower, in crescita. Nel frattempo, il social network ha implementa­to la piattaform­a con marketplac­e per i creator e spazi di advertisin­g, portando le aziende a promuovere i propri prodotti attraverso persone come me. Il business, dunque, è ancora in evoluzione e promette grandi cose». Le nuove limitazion­i per TikTok – a gennaio il Garante per la Privacy ha disposto il blocco dei profili in cui l’età non fosse verificabi­le – potrebbero cambiare le carte in tavola e l’attenzione potrebbe spostarsi su Twitch. L’innovativa piattaform­a di live streaming, nata per realizzare sessioni di gioco ed eventi legati al mondo del gaming permettend­o ai content creator di condivider­e e interagire in tempo reale con i propri viewer, si sta espandendo in modo incredibil­mente rapido verso altri settori, tra cui l’informazio­ne, la moda e ultimament­e il beauty. Di fatto, è considerat­a da molti la tv del futuro.

«A breve, su Twitch partirò con il mio progetto di talk show, just chatting ed eventi/giochi sul mondo della bellezza», anticipa Neacsu. «Certo, l’essere 100% live richiede un approccio diverso rispetto ai classici video, nonché notevoli competenze tecniche sotto diversi punti di vista, dal software alla scenografi­a, alla qualità video e audio. In sintesi, non basta un semplice smartphone per fare tutto. Ma sono sempre di più i content creator che decidono di migrare su questa piattaform­a e i motivi sono molteplici. Tra i tanti: unicità dei contenuti, grande interazion­e con l’audience e remunerazi­one diretta nettamente superiore rispetto agli altri social».

 ??  ?? ACCANTO. L’opera “Digital Fantasy”, dicembre 2017, della digital artist Marité Aravena (@mariteiei). Il suo lavoro è fortemente ispirato dalla Kawaii Pop Culture, ovvero la cultura, nata in Giappone, che si concentra su tutto ciò che è “cute”: spesso un po’ infantile, e in tinte pastello.
ACCANTO. L’opera “Digital Fantasy”, dicembre 2017, della digital artist Marité Aravena (@mariteiei). Il suo lavoro è fortemente ispirato dalla Kawaii Pop Culture, ovvero la cultura, nata in Giappone, che si concentra su tutto ciò che è “cute”: spesso un po’ infantile, e in tinte pastello.

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