C’È Splendore Ovunque
Camminando per le strade di New York Danilo ha imparato che alto e basso, punk e glamour, normale ed eccentrico, quando si tratta di acconciature, sono concetti decisamente relativi. Come dimostra il suo lavoro con Gwen Stefani, oggi tornata alla ribalta.
Alla fine degli anni 80 passeggiava su Madison Avenue con una mohawk biondo platino e incrociava signore dalle vaporose cofane azzurrine. La strada era il suo parco giochi. Ora Danilo, hair wizard tra i più famosi del mondo, parla di comunicazioni subliminali, epifanie creative scorte in una Zoom call, che in questo preciso momento storico gli appaiono più evidenti che mai.
Perché siamo «humanimal», dice lui. E quindi si espone d’istinto, senza paura, Danilo, lanciando tutto oltre l’ostacolo: il passato punk, stravagante e glorioso, il dolore per un amico perduto a causa del Covid, tutte le passioni e le verità possibili. Nato a San Francisco (quasi) 64 anni fa, una carriera «blessed and diverse». Nella moda, con sfilate, cover e i dieci anni come chief coiffeur da Thierry Mugler. Poi il lavoro a fianco di celebrity e supermodel, le campagne pubblicitarie, come quella per Louis Vuitton in cui fa magicamente comparire una cresta, l’impegno sociale con i 26 anni a dirigere il team di hairstylist del Life Ball di Vienna. Il cinema. È l’ideatore di alcuni celebri look di Hollywood e nel film Inferno, girato da Ellen von Unwerth a Gallipoli nel 1992, balla su vertiginosi cuissard in abito Mugler. Infine Gwen Stefani, la star a cui Danilo è associato da sempre, tornata ora alla ribalta, più in forma che mai, con il video Let Me Reintroduce Myself, che si apre proprio con un close-up su loro due e si srotola in una carrellata di stili iconici firmati tutti, sempre, da Danilo. (segue)
A quando risale il vostro primo incontro? Ci siamo conosciuti a New York, ventidue anni fa, durante una sfilata di Vivienne Westwood. Entra nel backstage, vestita Westwood, con delle trecce fucsia, ne rimango folgorato: “Oh my God, questa ragazza è incredibile!”. La nostra è una relazione artistica. Giochiamo assieme. Abbiamo molto in comune, siamo cresciuti entrambi in California, adorando le chola girls (look delle gang messicane-portoricane degli anni 90). Nel 1980 mi sono trasferito a New York, sono stato punk e ho sempre avuto una downtown attitude, felice di collaborare con artisti, designer, musicisti. Gwen è una musa meravigliosa, ha una visione globale della propria immagine. Entrambi diamo ascolto al nostro io più autentico.
Code di cavallo, pompadour, blunt bang, pettinature iconiche. Da dove viene la sua ispirazione?
La strada è sempre stata fonte di creatività, ma può essere anche un colour placement in natura, la moda. Soprattutto per lo stile punk, new wave, gender fluid, che è stato la mia passione. Per il look biondo platino con i dip neri volevo dargli swing, come se avesse un’anima. C’è una foto di Gwen con quei capelli, in cui sembra un uccello esotico. Questi hairstyle fanno parte della sua storia, sul palco sono come un’armatura.
Parlando di street hairstyle qual è la prima cosa che le viene in mente?
Dipende quale strada si intende. Negli anni 80 ero a NY e camminavo lungo Madison. Avevo una cresta biondo platino lavorata su bigodini effetto rococò, un neo finto vicino alla bocca. Insomma, “I had a look going on!”. Incrocio due signore in grigio Chanel con vaporose cofane azzurrine, il tocco classy delle nonne aristocratiche di allora. Sono terrorizzate: “Onestamente, signore, credete che io sia quello strano? Da quand’è che il blue bubble è diventato normale?”. Collisione di street style diversi. Dove possiamo trovare quella stessa energia, quella creatività, ora? Zoom è la nuova strada. Un giorno puoi essere a Parigi, l’altro su montagne innevate. In ogni Zoom call ho voglia di chiedere “gira la videocamera e mostrami dove sei”. In questo periodo sono ancora più sensibile, più humanimal, parola in cui credo davvero, la mia parte organica è molto più ricettiva. E se diventi più sensibile trovi creatività nella verità degli esseri umani. Hai presente gli uccelli attratti dalle cose che luccicano? C’è splendore ovunque, è una comunicazione subliminale. Lascio che le cose mi parlino. Basta un dettaglio in una camera da letto, i capelli raccolti distrattamente e colori sullo sfondo.