Disegnami L’Oscuro
Una nuova collana Taschen invita il lettore a scoprire la storia dell’esoterismo. Puntando su un linguaggio complesso e assieme universale: quello visivo.
La tendenza antropocentrica che durante l’Umanesimo aveva sottratto a Dio la matita da disegno per metterla nelle mani dell’uomo, e che ha variamente attraversato ogni epoca prendendo il nome di illuminismo, positivismo, determinismo e razionalismo, sta mostrando i suoi limiti. Ciò che vive sottotraccia, ovvero l’oscuro coacervo di forze trascendenti il genere umano, esce allo scoperto con il crescente bisogno di esoterismo. Ad affascinare oggi è il suo immaginario, così antico, vasto e complesso da sovrastare chi si avvicina. Eppure è possibile renderlo intelligibile. Farselo amico. E magari sistematizzarlo in un’opera enciclopedica (quindi, in fondo, illuministica). È la scommessa di un grande editore come Taschen, la cui recente collana The Library of Esoterica è appunto una felice sintesi tra contenitore pop e contenuto per iniziati. In attesa dell’edizione italiana dei primi due volumi, Tarot e Astrology (distribuiti a luglio), cui seguiranno Witchcraft e Plant Magic, ne parliamo con la studiosa losangelena Jessica Hundley, voluta da Benedikt Taschen a curare la raccolta.
Perché avete deciso di creare The Library of Esoterica?
Da persona interessata all’occulto, avevo trovato pochissime pubblicazioni che trattassero questi argomenti in modo inclusivo e giornalistico, non dogmatico. E nessuna di esse raccontava come si fossero espresse queste tradizioni attraverso l’arte. L’obiettivo della collana, quindi, è presentare la vasta e affascinante storia dietro queste tradizioni e mostrare gli incredibili artisti visivi che sono stati attratti dall’esoterismo, in tutte le epoche e da tutto il mondo.
Quindi l’apparato visivo dell’esoterismo è il fil rouge tra i volumi? Sì, perché le pratiche esoteriche vanno oltre il linguaggio verbale, usano l’iconografia per comunicare idee. I simboli, in particolare, sono stati a lungo il modo in cui l’uomo ha espresso la sua connessione con il mondo spirituale: una chiave di accesso alla conoscenza. Quindi l’aspetto visivo di queste tradizioni è molto importante – per non parlare di quanto sono belle ed emozionanti le opere d’arte prodotte. Perché il primo libro della serie è dedicato ai tarocchi?
I tarocchi si esprimono quasi interamente attraverso un sistema di simboli, un’iconografia inerente alla pratica. Volevamo creare enciclopedie visive, quindi da dove partire se non dal linguaggio visivo per eccellenza, quello dei tarocchi? Buona parte della ricerca per realizzare Tarot e Astrology è avvenuta in collaborazione con musei, biblioteche e archivi italiani. Come mai?
Si pensa che l’arte dei tarocchi abbia avuto origine in Italia, dove oggi sono raccolti molti mazzi realizzati dal 1400 in poi. Sempre in Italia c’è il magico Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle. Va poi ricordato che l’astrologia e l’astronomia sono arti sorelle, e l’Italia ha una meravigliosa storia di astronomi pionieri, Galileo Galilei in primis. Quali sono le ragioni per cui le
nuove generazioni guardano all’esoterismo con interesse crescente? Penso che i più giovani stiano cercando una connessione con lo spirito, con gli universi e con se stessi, ma non la trovino nelle religioni più tradizionali. La pratica esoterica offre, soprattutto a coloro che si sentono lontani dalle culture normative, l’opportunità di cercare risposte in modo personale. L’esoterismo non ha un dogma definito: è flessibile e consente di attingere alla conoscenza intuitiva, interiore.
Nel libro Astrology (con la prefazione di Susan Miller, intervistata a pagina 62), lei scrive che l’astrologia ci incoraggia ad andare a fondo nelle cose, per capire tanto il cielo sopra di noi quanto ciò che è sepolto dentro di noi. È dunque una forma di psicologia? In un certo senso, sì. Penso che tutte queste pratiche ci diano una migliore comprensione di noi stessi. Durante un consulto di tarocchi o di astrologia vediamo quello che vogliamo vedere in parte perché, nel profondo, sappiamo già cosa corrisponde a verità. Queste discipline sono la porta d’ingresso.