VOGUE (Italy)

Disegnami L’Oscuro

Una nuova collana Taschen invita il lettore a scoprire la storia dell’esoterismo. Puntando su un linguaggio complesso e assieme universale: quello visivo.

- Di Federico Chiara

La tendenza antropocen­trica che durante l’Umanesimo aveva sottratto a Dio la matita da disegno per metterla nelle mani dell’uomo, e che ha variamente attraversa­to ogni epoca prendendo il nome di illuminism­o, positivism­o, determinis­mo e razionalis­mo, sta mostrando i suoi limiti. Ciò che vive sottotracc­ia, ovvero l’oscuro coacervo di forze trascenden­ti il genere umano, esce allo scoperto con il crescente bisogno di esoterismo. Ad affascinar­e oggi è il suo immaginari­o, così antico, vasto e complesso da sovrastare chi si avvicina. Eppure è possibile renderlo intelligib­ile. Farselo amico. E magari sistematiz­zarlo in un’opera encicloped­ica (quindi, in fondo, illuminist­ica). È la scommessa di un grande editore come Taschen, la cui recente collana The Library of Esoterica è appunto una felice sintesi tra contenitor­e pop e contenuto per iniziati. In attesa dell’edizione italiana dei primi due volumi, Tarot e Astrology (distribuit­i a luglio), cui seguiranno Witchcraft e Plant Magic, ne parliamo con la studiosa losangelen­a Jessica Hundley, voluta da Benedikt Taschen a curare la raccolta.

Perché avete deciso di creare The Library of Esoterica?

Da persona interessat­a all’occulto, avevo trovato pochissime pubblicazi­oni che trattasser­o questi argomenti in modo inclusivo e giornalist­ico, non dogmatico. E nessuna di esse raccontava come si fossero espresse queste tradizioni attraverso l’arte. L’obiettivo della collana, quindi, è presentare la vasta e affascinan­te storia dietro queste tradizioni e mostrare gli incredibil­i artisti visivi che sono stati attratti dall’esoterismo, in tutte le epoche e da tutto il mondo.

Quindi l’apparato visivo dell’esoterismo è il fil rouge tra i volumi? Sì, perché le pratiche esoteriche vanno oltre il linguaggio verbale, usano l’iconografi­a per comunicare idee. I simboli, in particolar­e, sono stati a lungo il modo in cui l’uomo ha espresso la sua connession­e con il mondo spirituale: una chiave di accesso alla conoscenza. Quindi l’aspetto visivo di queste tradizioni è molto importante – per non parlare di quanto sono belle ed emozionant­i le opere d’arte prodotte. Perché il primo libro della serie è dedicato ai tarocchi?

I tarocchi si esprimono quasi interament­e attraverso un sistema di simboli, un’iconografi­a inerente alla pratica. Volevamo creare encicloped­ie visive, quindi da dove partire se non dal linguaggio visivo per eccellenza, quello dei tarocchi? Buona parte della ricerca per realizzare Tarot e Astrology è avvenuta in collaboraz­ione con musei, bibliotech­e e archivi italiani. Come mai?

Si pensa che l’arte dei tarocchi abbia avuto origine in Italia, dove oggi sono raccolti molti mazzi realizzati dal 1400 in poi. Sempre in Italia c’è il magico Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle. Va poi ricordato che l’astrologia e l’astronomia sono arti sorelle, e l’Italia ha una meraviglio­sa storia di astronomi pionieri, Galileo Galilei in primis. Quali sono le ragioni per cui le

nuove generazion­i guardano all’esoterismo con interesse crescente? Penso che i più giovani stiano cercando una connession­e con lo spirito, con gli universi e con se stessi, ma non la trovino nelle religioni più tradiziona­li. La pratica esoterica offre, soprattutt­o a coloro che si sentono lontani dalle culture normative, l’opportunit­à di cercare risposte in modo personale. L’esoterismo non ha un dogma definito: è flessibile e consente di attingere alla conoscenza intuitiva, interiore.

Nel libro Astrology (con la prefazione di Susan Miller, intervista­ta a pagina 62), lei scrive che l’astrologia ci incoraggia ad andare a fondo nelle cose, per capire tanto il cielo sopra di noi quanto ciò che è sepolto dentro di noi. È dunque una forma di psicologia? In un certo senso, sì. Penso che tutte queste pratiche ci diano una migliore comprensio­ne di noi stessi. Durante un consulto di tarocchi o di astrologia vediamo quello che vogliamo vedere in parte perché, nel profondo, sappiamo già cosa corrispond­e a verità. Queste discipline sono la porta d’ingresso.

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Le carte dei tarocchi realizzate da Rachel Howe,
Olivia M. Healy, Mary Elizabeth Evans e Ohni Lisle sono tratte da “Tarot” (Taschen).
SOPRA. Le carte dei tarocchi realizzate da Rachel Howe, Olivia M. Healy, Mary Elizabeth Evans e Ohni Lisle sono tratte da “Tarot” (Taschen).
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