L’Armonia Del Mondo
I tarocchi come ritratti di esistenze diverse, lo zodiaco cinese, un moderno bestiario… Attraverso l’arte Francesco Clemente racconta il suo rapporto con la fluidità del tempo e dell’identità, dove sublime e grottesco, segni e memorie di Paesi lontani si
Guardare un’opera di Francesco Clemente è come fare un viaggio in un tempo indefinito dove culture, razze e stili diversi si fondono in un unico linguaggio ricco di simboli e di memorie di ogni parte del mondo. L’artista napoletano, che da anni vive tra New York, l’India e l’Italia, ci spinge a indagare noi stessi attraverso interrogativi semplici e, nello stesso tempo, estremamente complessi, questioni millenarie alle quali cerchiamo incessantemente di dare risposta. La temporalità della vita, chi siamo oltre la maschera che scegliamo di indossare, il corpo come radicale strumento d’indagine sono solo alcune delle tematiche che la sua arte affronta da decenni.
In una sua affascinante serie realizza un mazzo di tarocchi: cosa l’ha spinta a farlo?
Il mio lavoro nasce dal desiderio di imitare le dinamiche di una immaginaria tradizione contemplativa. Se si abbandona ogni certezza, come passare il tempo? Una possibilità è pensare che il mondo abbia un ordine e un’armonia totale. I tarocchi sono un’espressione di ordine. A ognuno vengono date le stesse carte, solo la sequenza delle coincidenze cambia.
Trasforma i tarocchi in ritratti: personalità pubbliche e del suo mondo privato diventano un grande affresco della società contemporanea. Come è avvenuta la scelta?
Per leggere le carte bisogna che riflettano la vita. Mi sono divertito ad assegnare alle persone presenti nella mia esistenza un personaggio, come in un teatro. L’intellettuale Fran Lebowitz è la giustizia, in mano regge una bilancia mentre alle sue spalle una rete metallica si apre su un cielo azzurro e un arcobaleno.
Fran è famiglia, un’amicizia di quarant’anni. La sua integrità intellettuale è insolita. La giustizia dei tarocchi non è imparziale. Qualche volta occorre forzare con l’arbitrio la crudeltà meccanica dell’ingiustizia.
Marisa Monte è la Luna. La cantante brasiliana è avvolta tra le maree insieme a una coppia di lupi ululanti alla luce di una falce bluastra che le decora il capo… Questa coppia come è nata? Anche per la sua origine culturale. Marisa è una clamorosa manifestazione di Yemanjà, la divinità acquatica del Candomblé, religione originaria dell’Africa che sopravvive e prospera in Brasile.
Poi c’è la bella Elisa Sednaoui; personifica il cavaliere di spade. Appare come un’amazzone malinconica che infilza un cuore sanguinante. Cosa l’ha colpita in questa giovane donna?
Il suo temperamento cavalleresco.
Elisa mi è apparsa come una improbabile Don Chisciotte che in un’epoca così indifferente crede ancora nel bene e nel poter fare del bene.
Sua moglie Alba è invece la Stella. Siamo sposati da quarant’anni, la stella è ferma nel cielo è indica l’orientamento. Non per niente Alba è cresciuta ad Amalfi, dove inventarono la bussola.
Continuando con le stelle: che rapporto ha con l’astrologia?
Ho dipinto uno zodiaco cinese quando abitavo a Pechino. L’esistenza di ordini di realtà sincronizzati tra loro invita a vedere l’armonia del mondo oltre la noiosa aridità del punto di vista di chi crede solo nel mangiare o essere mangiati.
Durante il lockdown lei ha realizzato un bestiario moderno. Perché?
Ho desiderato ritornare alle mie origini, a un libro, Il Medioevo fantastico, che mi aveva aiutato ad accettare quello che già vedevo a sedici anni. Metamorfosi, fluidità, la natura illusoria di qualunque identità.
In questo ciclo lei sembra offrire la possibilità di familiarizzare con il mostruoso e di far apparire l’ignoto meno terribile. Le fattezze quasi buffe e i colori morbidi di queste assurde creature le rendono meno spaventose.
Il grottesco e il sublime sono le due facce di una sola moneta. La pandemia ha portato alla luce come umano e inumano siano anche due volti della stessa realtà.
Come in tutto il suo lavoro, anche in questa serie i numeri hanno una grande importanza.
Ho desiderato violare l’intimità delle immagini con la brutalità del tempo. Ogni quadro è segnato dalla data in cui è stato completato.
Lei ha un modo speciale di rappresentare la figura femminile. In una bella intervista dice che le donne costruiscono ponti mentre gli uomini sono troppo occupati a proteggere il loro castello.
Le donne devono governare il mondo.