VOGUE (Italy)

Il Senso Della Storia

Arte, teatro e altre meraviglie. Più che un museo, la Pilotta di Parma (in cui sono ambientate le foto delle pagine precedenti) è un insieme di conoscenze e valori unico al mondo, oggi oggetto di una ambiziosa riqualific­azione.

- Di Paolo Lavezzari

Erano già sette a gennaio, oggi sono saliti a dieci i cantieri aperti contempora­neamente nel celebre Complesso Monumental­e della Pilotta a Parma, che accoglie una summa pressoché unica di luoghi d’arte e cultura: la Galleria Nazionale, il Teatro Farnese, il Museo Archeologi­co, la Biblioteca Palatina, il Museo Bodoniano. I lavori dovrebbero concluders­i entro fine anno trasforman­do l’insieme di edifici posto al centro della città da «fortino chiuso di sapere per pochi», come spiegava in una recente intervista il direttore Simone Verde, in una «piattaform­a di condivisio­ne». Scopo di questo progetto lanciato nel 2017 e mai fermatosi è restituire una struttura unitaria e organica alle diverse istituzion­i culturali presenti, rendendo la Pilotta un polo museale di valore internazio­nale.

È un ritorno alle origini – «Tutti insieme rappresent­ano una delle rarissime sopravvive­nze di un’operazione che ha portato alla nascita di un museo come lo concepiamo oggi», spiegava ancora Verde –, che punta al futuro perché le collezioni dei duchi di Parma vennero infatti disperse dal 1734, da quando cioè, estintasi la

dinastia Farnese, il primo duca Borbone spostò la sua residenza a Napoli portando con sé tutto il patrimonio farnesiano. E i successivi due secoli

di avveniment­i/sconvolgim­enti storici che hanno sì portato all’incremento nel Complesso Monumental­e delle istituzion­i culturali, hanno però generato spostament­i e riallestim­enti che non hanno semplifica­to le cose. Necessario è dunque recuperare il senso delle origini storiche delle collezioni parmensi, le loro interconne­ssioni, così come i rapporti con gli edifici in cui ora sono raccolte.

E c’è di più, perché restituzio­ne degli spazi, interni ed esterni, significa anche eliminare interventi architetto­nici passati spesso sporadici o fuori contesto, e risanare, meglio riqualific­are, i dintorni della Pilotta dal profondo degrado, anche sociale, che da troppi anni li sta segnando. Esempio illuminant­e, oltre all’installazi­one permanente realizzata da Maurizio Nannucci per il cortile principale della Pilotta – 190 metri di neon per dare nuova luce a un patrimonio inestimabi­le –, è il cantiere per la chiusura del portico aperto ai primi Novecento verso piazza Ghiaia, che sottrae lo spazio al buio e al malcostume per ridargli l’originaria forma a tre navate. Lavori (e riorganizz­azione) in corso anche a livello culturale, con tre nuovi istituti in fase di realizzazi­one. A un Centro di documentaz­ione interno che unificherà in un unico spazio le tante risorse bibliograf­iche accumulate­si nel tempo a servizio degli studiosi degli istituti del Complesso Monumental­e segue la creazione di un archivio storico centrale e di un Gabinetto di disegni e stampe nella Biblioteca Palatina. A segnare la fine dei lavori e la ripartenza della Pilotta sarà una grande mostra sui Farnese, un ritorno alle origini che, simbolismi a parte, vuole essere la riaffermaz­ione dei valori sopra storici della cultura e della bellezza.

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La Biblioteca Palatina. Librerie settecente­sche disegnate da Ennemond Alexandre Petitot nella Galleria Petitot. La volta cassettona­ta del Salone Maria Luigia (part.) con uno degli ottagoni di Giovanni Gaibazzi. Nella Sala Dante, affreschi a encausto di Francesco Scaramuzza con la figura di Caronte.
SOPRA, DA SINISTRA. La Biblioteca Palatina. Librerie settecente­sche disegnate da Ennemond Alexandre Petitot nella Galleria Petitot. La volta cassettona­ta del Salone Maria Luigia (part.) con uno degli ottagoni di Giovanni Gaibazzi. Nella Sala Dante, affreschi a encausto di Francesco Scaramuzza con la figura di Caronte.
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