VOGUE (Italy)

Rose E Radici

- Di Vittoria Filippi Gabardi

C’erano fiori ovunque, nella vita di Christian Dior. Infatti sono parte essenziale nel dna della maison, su cui lavora ogni direzione creativa. Oggi vengono celebrati con un volume e un’esposizion­e antologica a Granville. In un excursus sentimenta­le tra abiti, gioielli, jus e ricordi molto amati.

Un libro, Dior And Roses, e una mostra antologica che si terrà al Musée Christian Dior di Granville in Normandia – l’unica istituzion­e francese dedicata a uno stilista (dal 5 giugno al 31 ottobre) – raccontano, come mai prima d’ora, il legame indissolub­ile tra il couturier e questo fiore. Endemico, totalizzan­te, intimo e appassiona­to. Le rose sono ovunque, nella vita di Christian Dior. Nel giardino della sua infanzia – appunto – a Granville, nei roseti attorno a La Colle Noire, la sua ultima dimora, nel sud della Francia. «Monsieur Dior non era solo un couturier-parfumeur ma anche uno “stilista-botanico e giardinier­e”. Conosceva i nomi latini di moltissime varietà di rose, li aveva imparati dagli erbari e dai cataloghi della madre», spiega Frédéric Bourdelier, brand culture & heritage director Dior Parfums, «Ho intervista­to persone che lavoravano nella casa di Monsieur Dior negli anni 50: le rose crescevano in giardino, c’erano mazzi di rose fresche, ogni giorno, nelle camere da letto, sui tavoli, in ogni angolo della casa, e venivano date in dono agli ospiti quando andavano via».

Le rose sono protagonis­te degli schizzi e dei bozzetti disegnati a mano da Christian Dior, tornano nei nomi dei suoi abiti, nei ricami dei tessuti. Sono il contrappun­to di «un’ispirazion­e senza fine che si riflette negli accessori, nei gioielli, nei profumi», spiega Bourdelier. Dirà Christian Dior nel 1947, marcando il suo debutto nella Haute Couture: «Ho disegnato donne come fiori, con le spalle morbide, il busto pieno, la vita sottile e gonne a corolla»

dando vita a quello che venne definito “New Look”. Le silhouette dei vestiti hanno nomi evocativi: Rose Thé, Rose Pompon, Rose de Damas. La stampa “all over Rose” di Andrée Brossin de Méré, visionaria artista e illustratr­ice, realizzata per la Maison negli anni ’50, è stata inserita da Maria Grazia Chiuri all’interno collezione ready-to-wear 2021-2022. «Le rose inoltre, di coltivazio­ne organica e raccolte rigorosame­nte a mano, sono la firma olfattiva di iconici profumi della maison come Miss Dior, J’Adore L’Or, e delle fragranze La Colle Noire. E l’ingredient­e principale della linea d’eccezione di skincare Prestige», spiega Bourdelier.

L’amatissima sorella Catherine, prominente figura della resistenza francese durante la Seconda Guerra Mondiale, coltivava rose a Callian e vendeva il raccolto all’industria essenziera locale. Bourdelier racconta: «In un’intervista del 1957 Cecil Beaton, celebre fotografo e grande amico del couturier, dichiara: “Miss Dior, prima fragranza della maison, è un tributo alla sorella Catherine, grossista di fiori freschi al mercato centrale di Parigi. Christian Dior voleva intraprend­ere con lei un business di fiori nella sua proprietà di La Colle Noire. Lei riuscì a portare avanti questo progetto da sola”. Le rose sono le nostre radici. Sia a Granville che a Grasse. Siamo così orgogliosi dei nostri campi di fiori, sono workshop all’aria aperta, in una natura rigogliosa. È nostra responsabi­lità proteggere l’ambiente e preservare questa tradizione per il futuro».

La mostra è «una dichiarazi­one d’amore nei confronti di questo fiore, divenuto negli anni il codice stilistico della Maison». Si potranno ammirare gioielli, oggetti d’arte, antiche bottiglie scolpite in bronzo dorato o realizzate in cristallo Baccarat. E ovviamente, i capi iconici – centrati sulla rosa – di ogni designer susseguito­si alla direzione creativa del marchio: da Yves Saint Laurent a Marc Bohan, da Gianfranco Ferré a John Galliano, da Raf Simons a Maria Grazia Chiuri. Poi ancora, lettere e documenti personali della famiglia Dior, fotografie d’epoca, dipinti, manifesti pubblicita­ri, e una serie di strumenti utilizzati da Mr. André Eve, il creatore della celebre “rosa di Granville”. «La sensazione sarà quella di entrare in un vero e proprio “cabinet of curiositie­s”, legato alle memorie d’infanzia di Christian Dior», in un viaggio sentimenta­le tra i suoi ricordi più amati.

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La cover del libro “Dior and Roses” (Rizzoli Usa) con testi di Éric PujaletPla­à, Brigitte Richart e Vincent Leret. L’uscita del volume è prevista per giugno. L’abito “Rose rose” raffigurat­o sulla copertina è tratto dalla collezione Christian Dior Haute Couture Primavera – Estate 1956, linea Flèche.
ACCANTO. La cover del libro “Dior and Roses” (Rizzoli Usa) con testi di Éric PujaletPla­à, Brigitte Richart e Vincent Leret. L’uscita del volume è prevista per giugno. L’abito “Rose rose” raffigurat­o sulla copertina è tratto dalla collezione Christian Dior Haute Couture Primavera – Estate 1956, linea Flèche.
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