VOGUE (Italy)

L’Arciera

Eccessiva e coraggiosa, con le sue performanc­e SAGG Napoli traduce i codici sociali meridional­i in un linguaggio internazio­nale. E dà corpo alle sue particolar­issime ossessioni.

- Di Michele Fossi, foto di Roselena Ramistella

Campi Flegrei, prime luci dell’alba. All’interno di un cratere vulcanico deserto presso la storica Arcieria Partenopea, Sofia Ginevra Gianni, in arte SAGG Napoli, tende la corda del suo arco, trattiene il respiro e scocca la freccia. Poi un sibilo, seguito dal gratifican­te rumore sordo del carbonio che penetra il paglione: bersaglio centrato. «Mi sono avvicinata al tiro con l’arco qualche mese fa, in un periodo in cui ho sentito la mia salute mentale vacillare», racconta l’artista napoletana. «Con lo scoppio della pandemia, questa antica e nobile disciplina si è rivelata la mia salvezza: mi ha permesso di sviluppare qualità che non sospettavo di possedere, come pazienza, capacità di controllo, concentraz­ione, e di trovare – paradossal­mente in un periodo storico così ansiogeno e convulso – la pace che cercavo da anni. Diventando così una piccola ossessione: mi alleno in media sei ore al giorno».

Classe ’91, protégée del noto curatore Milovan Farronato, che parla di lei negli affettuosi termini di “mia figlia”, SAGG Napoli è assurta alla notorietà grazie a una serie di performanc­e e video nei quali, coltivando un’immagine di donna del Sud forte e anticonfor­mista, si pone l’obiettivo di individuar­e e tradurre in arte i codici estetici più autentici della tradizione meridional­e, allo scopo di renderli più facilmente intelligib­ili a un pubblico non autoctono e, al contempo, dar loro dignità. «Dalla musica all’arte, all’architettu­ra e alla moda, al Sud si tende ad ammirare e imitare la produttivi­tà culturale del Nord, dimentican­do che non di rado è proprio il Sud a ispirare, se non addirittur­a a generare per primo, certe idee estetiche».

Nel 2015 crea una coreografi­a per scooter – il mezzo di trasporto per eccellenza della gioventù napoletana – per la performanc­e SAGG Demonstrat­ion nei Quartieri Spagnoli; nel 2017, su Instagram, inizia a pubblicare divertenti meme imbevuti di estetica pop meridional­e, cui spesso affida messaggi che promuovono la liberazion­e del corpo e della sessualità femminile; lo scorso anno, in collaboraz­ione con il Fiorucci Art Trust, ha lanciato invece SAGG SCOPA FAT, un progetto digitale a favore del Movimento Migranti e Rifugiati Napoli, col quale reinterpre­ta in chiave erotica il tradiziona­le mazzo di scopa napoletano, studiandon­e le origini e mettendone a nudo le valenze semantiche nascoste.

«Come già era avvenuto con lo yoga, disciplina che nel 2015 avevo portato all’interno di una performanc­e teatrale (Demonstrat­ion Parigi), anche il tiro con l’arco confluirà presto nella mia pratica artistica», dice. «Mi autorizzer­ò tuttavia a modificare alcune regole di questa disciplina, a portarla in contesti inusuali e a giocare con la scelta degli outfit. La “donna con l’arco”», aggiunge, «è un archetipo affascinan­te e potente da incarnare, simbolo di femminilit­à forte, ma – ci tengo a sottolinea­re – non necessaria­mente aggressiva. Vedo infatti l’arco non come un’arma, ma come un’estensione del mio corpo e della mia mente: centrare il bersaglio equivale, ai miei occhi, non tanto ad aver colpito un nemico immaginari­o, quanto all’aver raggiunto l’agognato equilibrio interiore».

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 ??  ?? A SINISTRA. Sofia Ginevra Gianni (1991), in arte SAGG Napoli, ritratta in via Stazio a Posillipo con il suo arco Azzurrà, indossa un abito con ricamo all-over di paillettes ed elementi brillanti di Valentino. «Il mio sogno è che un giorno Milovan Farronato si trasferisc­a a Napoli e si vada a vivere insieme in riva al mare, in compagnia di vari gatti: l’animale che più ci assomiglia e da cui siamo affascinat­i».
A SINISTRA. Sofia Ginevra Gianni (1991), in arte SAGG Napoli, ritratta in via Stazio a Posillipo con il suo arco Azzurrà, indossa un abito con ricamo all-over di paillettes ed elementi brillanti di Valentino. «Il mio sogno è che un giorno Milovan Farronato si trasferisc­a a Napoli e si vada a vivere insieme in riva al mare, in compagnia di vari gatti: l’animale che più ci assomiglia e da cui siamo affascinat­i».

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