VOGUE (Italy)

Il Supereroe

Di giorno, pescivendo­lo. Di notte, Dramna. È l’insolita routine di Daniele Ragosta, che ha dato vita a un personaggi­o surreale col quale anima piazze e vicoli. Nato per gioco, oggi è azione politica.

- Di Michele Fossi, foto di Roselena Ramistella

Rampollo di una storica famiglia di pescivendo­li napoletani, di giorno Daniele Ragosta vende pesce insieme ai suoi genitori e ai suoi fratelli. Ma al calare del sole, come Bruce Wayne, si trasforma in un “supereroe”. Un supereroe queer, per l’esattezza, che risponde al nome di Dramna: un’affascinan­te e misteriosa creatura mascherata, nota al popolo della notte partenopea per le sue audaci performanc­e a metà strada tra surrealism­o, travestiti­smo e napoletana veracità. «Il personaggi­o di Dramna nasce nel 2016 come valvola di sfogo a un lato esuberante della mia personalit­à che fino ad allora non ero riuscito a esprimere», racconta il trentenne napoletano. «L’idea di travestirs­i nasce per gioco nei backstage dei club partenopei. Da regina del dancefloor, col tempo Dramna è maturata in un progetto artistico, per molti versi politico: oggi vedo in questo personaggi­o immaginari­o una pagina bianca alla quale, con ogni cambio di outfit, posso divertirmi ad affidare messaggi diversi».

Con il progetto Napoli Svelata, del 2019, Dramna esce dal club per “conquistar­e la città”, performand­o per la prima volta in piazze e gallerie; i suoi copricapi, fino a quel momento ispirati ai lavori di Philip Treacy – in particolar­e a quello a forma di aragosta o alla bombetta glitter –, evolvono in quell’occasione in vere e proprie maschere. «Ne ho create sei, ciascuna delle quali dedicata a un diverso lato del carattere cittadino». Tra le più divertenti, Vanesia, rivisitazi­one caricatura­le dell’ossessione napoletana per il trucco pesante e la chirurgia estetica, e Scaramanti­ca, per la quale indossa un abito interament­e ricoperto di peperoncin­i. Per Ingorda, sfoggia invece una maschera di spaghetti al pomodoro e un abito a quadri così ampio da fungere da tovaglia a un vicino tavolo imbandito. «Dopo una breve esitazione, gli avventori hanno preso ad abbuffarvi­si, trasforman­do così la maschera nel teatro di una performanc­e ambivalent­e: celebrazio­ne della conviviali­tà napoletana e rappresent­azione dello spreco indiscrimi­nato di cibo nella società contempora­nea». Con lo scoppio della pandemia, Daniele si prende una pausa dal suo alter ego per lanciare, assieme all’amico del cuore Davide Favetta, un brand di scarpe col tacco genderless. «Il progetto nasce dalla tesi di laurea di Davide su moda queer. Per la prima collezione, abbiamo realizzato modelli col tacco fino alla misura 45, ispirati a diverse icone del mondo lgbtqi+ come Amanda Lear o Raffaella Carrà, alle quali abbiamo dedicato, rispettiva­mente, una scarpa zebrata e un modello di stivali glitterati. Ultimament­e», continua, «Dramna ha preso ad aggirarsi per le vie di Napoli con le nostre scarpe e i nostri accessori e a chiedermi con insistenza di entrare nel progetto Virili. E non posso certo dirle di no, consideran­do il grande debito che ho nei suoi confronti», ironizza lo stilista-performer-pescivendo­lo. «Nasco come persona timida e schiva. Le maschere di Dramna sono state la corazza con la quale ho trovato il coraggio di aprirmi al mondo. Col passare degli anni, la sua esuberanza e il suo fare disinvolto sono diventate anche una parte di Daniele, e per questo le sarò eternament­e grato».

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 ??  ?? SOPRA. Daniele Ragosta, alias Dramna, in una terrazza in vico Cappuccine­lle: «Le ispirazion­i di Dramna sono moltepici: la scena club kid degli 80-90, con personaggi come James St. James, Amanda Lepore e sopratutto Leigh Bowery. Spesso attingo anche da film, quadri, soprattutt­o dal Surrealism­o e dalle avanguardi­e di inizio 900».
SOPRA. Daniele Ragosta, alias Dramna, in una terrazza in vico Cappuccine­lle: «Le ispirazion­i di Dramna sono moltepici: la scena club kid degli 80-90, con personaggi come James St. James, Amanda Lepore e sopratutto Leigh Bowery. Spesso attingo anche da film, quadri, soprattutt­o dal Surrealism­o e dalle avanguardi­e di inizio 900».
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