La Margherita Etica
Il Rione Sanità riscrive la storia. Degradato dal corso degli anni, circondato da una fama discutibile ma ricco di possibilità, vive oggi una rinascita. Che, dice qui un testimone doc, viene dal basso e coinvolge arte, fashion, cultura. E cibo, ovviamente
È una Napoli che mescola il dialetto con l’inglese, la canzone popolare al marketing, la nostalgia con la tecnologia. Siamo a Rione Sanità, quartiere tagliato fuori dalla Storia da un rimaneggiamento urbanistico che ha unito il centro storico alla Reggia di Capodimonte, condannandolo a degradare da zona residenziale a ghetto; una periferia nel cuore della città. Qui il ventottenne Ciro Oliva, quarta generazione della pizzeria Concettina ai Tre Santi, mettendo insieme il personale e l’universale, è un fautore della rinascita: «La nostra era una pizzeria di quartiere; ma perché deve essere solo della Sanità?, mi sono detto. Voglio che sia di Napoli, della Campania, del mondo!». L’obiettivo di trasformarla in una destinazione foodie internazionale è riuscito, ora la sua impresa diventa simbolo del riscatto di tutto un rione.
Nessun luogo, si dice, incarna le contraddizioni
di Napoli come la Sanità. Conosciuto sì per attrazioni turistiche testimoni di una civiltà in cui tutto è già accaduto, dal trascorso da luogo di sepoltura in epoca greco-romana alla Casa di Totò, come per la discutibile fama. «Negli ultimi dieci anni le cose sono molto cambiate», prosegue Oliva, «ci siamo tutti uniti – dalle catacombe alle sartorie, dalla Pasticceria Poppella fino al parrocco don Antonio Loffredo – per creare un polo sinergico di gastronomia, arte, cultura e moda che sta facendo rivalutare il quartiere e la napoletanità nel mondo». Se un tempo una zona come questa veniva semplicemente evitata, adesso arrivano di regola da un lato e dall’altro di Spaccanapoli per fare shopping, pranzare, passeggiare.
Oliva sciorina i nomi della moda che si accomodano ai tavolini incamiciati di tovaglie a quadri nella sua pizzeria – landmark della Sanità dal 1951, premiata da Gambero Rosso, in espansione a Capri, ha deliziato con i suoi prodotti anche la Nazionale campione d’Europa: «Da Dean e Dan Caten ai Loro Piana, Remo Ruffini, Donatella Versace…». Tuttavia la lista
di cui va più fiero è quella della pizza sospesa, detta
anche “margherita etica”.
Una forma di welfare popolare nel rione dove la gentrificazione non viene dall’alto, ma la riqualificazione spinge dal basso e sembra contraddire quella che Raffaele La Capria definiva l’inattualità e immobilità collettiva di Napoli. E mantiene il meticciato tipico della città, nell’amalgama sociale come nella cucina. «Napule è mille culure», commenta Oliva, «qui è una mescolanza di belle persone: dal semplice artigiano al top traveller», e conclude: «Siamo pronti al level up». Siamo a Rione Sanità, quartiere letteralmente tagliato fuori dalla Storia, che oggi ha una nuova storia da raccontare.