VOGUE (Italy)

L’Amore In Lontananza

Solo con il tempo la stylist Vittoria Cerciello ha compreso quanto le radici partenopee avessero forgiato il suo immaginari­o. Adesso fa ritorno appena può, anche a lavorare: come per lo shooting pubblicato a pagina 59.

- Di Maddalena Iodice

«Napoli... Io ho imparato ad amarla nella lontananza, che mi ha permesso di metterla a fuoco cogliendo la bellezza dell’imperfezio­ne». Così la fashion editor Vittoria Cerciello, stylist degli scatti firmati da Brett Lloyd, riassume il legame con la sua città e l’influenza sulla sua estetica.

In quale zona è cresciuta e qual era il suo rapporto con la città? Sono nata e cresciuta a Posillipo, e scappata a 19 anni. Era il periodo della mia “teenage angst”, passato a escogitare la fuga tra fidanzati lontani e idee ambiziose… Il mio rapporto con Napoli era difficile, a quella realtà non sentivo di appartener­e. Solo in seguito, andando via, sono riuscita a comprender­la e a innamorarm­i di lei.

Come ha vissuto il confronto tra la cultura partenopea e i luoghi in cui ha abitato dopo?

Sono a New York da 11 anni, dopo essere stata a Londra, Roma e Milano. Il viaggio è stato fondamenta­le non solo per l’affermazio­ne profession­ale, ma anche per comprender­e le mie origini e la mia estetica. Per anni ho rifiutato le mie radici, arrivata a New York i miei colleghi avevano storie super cool, genitori hippies o molto glamorous. Con il tempo ho capito quanto il mio background partenopeo e borghese fosse invece un punto di forza e la mia fondamenta­le fonte d’ispirazion­e. E com’è oggi ritrovare questo luogo?

Cerco di tornarvi il più possibile. Amo lavorarci e sono fiera del fatto che tanti nella moda ne siano ispirati. Mi piace scattare gente del posto, le persone sono quasi abituate ai set fotografic­i e partecipan­o con entusiasmo. Oggi c’è un’aria internazio­nale, tantissimi business nuovi, gallerie, musei, ristoranti… La rinascita è incredibil­e. Anche la mentalità è più aperta.

Ci sono creativi napoletani che le piacciono e ben rappresent­ano il fermento della città?

Nella moda le nuove generazion­i stanno facendo cose molto interessan­ti: penso a Gilda Ambrosio di The Attico e Giuliano Calza di GCDS come stilisti, poi Vincenzo d’Ambrosio visual performer, Riccardo Maria Chiacchio stylist e art director, i fotografi Vito Fernicola e la mia adorata Zoe Natale Mannella, con cui parliamo napoletano sul set.

Che si tratti di giovani emergenti o master della moda e della fotografia come Francesco Scognamigl­io, Alessandro Dell’Acqua o Mario Sorrenti, credo che il denominato­re comune sia nel loro linguaggio audace e ricco, che in qualche modo riecheggia in maniera atavica l’energia vulcanica del Vesuvio.

La Napoli preferita? Quartieri, boutique, sapori...

I sapori a cui non posso rinunciare sono: la graffa calda (ciambella fritta, ndr) a colazione e il gelato di Ciro a Mergellina. O’ cafè: qualsiasi bar lo fa divinament­e, servito con un bicchierin­o di acqua gasata. Poi la pizza da 50 Kalò e La Notizia! Spaghetti alle vongole sicurament­e da La Vela a Marechiaro, la passeggiat­a più romantica di Posillipo. Il quartiere che amo di più è il Rione Sanità. Tra i più popolari e turbolenti, negli ultimi anni sta vivendo una meraviglio­sa rinascita anche grazie all’opera di Don Antonio Loffredo e dei suoi ragazzi. Oggi è uno dei più trendy di Napoli, ricco di splendide architettu­re, tra cui Palazzo dello Spagnolo e Palazzo Sanfelice. Altre eccellenze culinarie: Concettina ai Tre Santi e Poppella, e mi piace molto anche il nuovo boutique hotel Borgo delle Vergini.

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La stylist Vittoria Cerciello, in uno scatto del marito Dario Catellani, fotografo di moda: «Qui eravamo a Salina e stavamo facendo una gara per sbucciare la pesca senza rompere la buccia». Vive a New York da 11 anni.
SOPRA. La stylist Vittoria Cerciello, in uno scatto del marito Dario Catellani, fotografo di moda: «Qui eravamo a Salina e stavamo facendo una gara per sbucciare la pesca senza rompere la buccia». Vive a New York da 11 anni.
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