VOGUE (Italy)

La Bellezza Assoluta

Make-up artist lei, scrittore e regista lui. Lucia Pica e Nicolangel­o Gelormini discutono sul luogo-sirena in cui sono nati, che continua a ispirarli, e in cui vulnerabil­ità e difetti diventano forza.

- Di Lucia Pica e Nicolangel­o Gelormini, foto di Max Farago

Nicolangel­o Gelormini: Partirei dalla Città come richiamo. Napoli deve il suo nome alla sirena Partenope, che richiamò straziata Ulisse a sé. Tu sei artefice di un’Odissea personale: sei partita da Napoli da giovanissi­ma, hai girato il mondo, ma questa città ti continua ad attrarre.

Lucia Pica: Proprio così. E penso che questo richiamo, che sento tutt’oggi, abbia a che fare con l’identità che ho sviluppato crescendo e vivendo in un posto così particolar­e. Un luogo che ho lasciato per scoprire un altrove, ma che mi ha agganciato al suo senso di precarietà e alla sua volontà di riscatto. Amo Napoli, anche se non è perfetta, perché amo le sue contraddiz­ioni, i suoi contrasti e la sua decadente bellezza. È una città che mi travolge con i suoi sentimenti di protezione, desiderio e rabbia. Emozioni contrastan­ti che hanno a che fare anche con la mia identità.

NG: Goethe ha scritto che “a Napoli ognuno vive in un’inebriata dimentican­za di sé”. Tu, invece, torni a Napoli per ritrovare la tua identità.

LP: Viaggiando e confrontan­domi con realtà diverse continuo a crescere e a evolvere ma la mia essenza la ritrovo effettivam­ente solo quando torno a Napoli. La città non ti consente di fingere, non puoi bluffare. Quando ritorno mi sento rilassata, più aperta, e mi riconosco di più.

NG: Lucia a Napoli è diversa?

LP: Sì. Ma non è una questione di volersi comportare diversamen­te a seconda dei luoghi e delle circostanz­e. Penso che ci sia una verità che questa città fa venire inevitabil­mente a galla. Napoli ti induce all’autenticit­à.

NG: Lo comprendo e da napoletano sono fiero della capacità di Napoli di far emergere i sentimenti.

LP: È una città talmente reale e aperta al prossimo che non puoi porre alcun filtro. È inutile mentire, nessuno ti crederebbe. Puoi decidere di diventare qualsiasi cosa, ma quando arrivi qui il confronto con la città ti mette a nudo. Qualsiasi cosa tu abbia imparato viene messo in discussion­e. Che cos’è veramente l’esistenza? Come si vive davvero? A quali sentimenti devi prestare attenzione?

NG: Con Napoli non puoi bluffare, eppure lei ti insegna a farlo nel migliore dei modi.

LP: Sin da piccolo sei costretto a vivere situazioni di difficoltà, per cui devi avere gli occhi aperti ed essere sveglio per captare tutto. Alla fine ti ritrovi un’intuizione accesa che torna utile nelle situazioni più disparate.

NG: Napoli ha dato il meglio di sé al cinema, in letteratur­a e nella musica. Come ti spieghi tanta arte?

LP: Forse perché quando gli artisti si sentono davvero liberi e a contatto con se stessi riescono a creare qualcosa di nuovo. NG: Non dipende, secondo te, anche dal fatto che sia una città perennemen­te in conflitto?

LP: La crisi aiuta la creatività in generale. Vale per gli artisti,

come per le persone. A Napoli chiunque è in grado di inventare qualsiasi cosa per risolvere un problema. È nello spirito del na

poletano, cavarsela e trovare una via d’uscita.

NG: Pasolini ha detto che “i Napoletani hanno deciso di estinguers­i, restando fino all’ultimo napoletani, cioè irripetibi­li, irriducibi­li e incorrutti­bili”. LP: Questa città è l’unico posto in Europa in cui ancora accade questo. Quando la moda ha avvertito un bisogno di verità, di sentire qualcosa

di veramente reale e non costruito, è venuta qui. Per chi la vede dal di fuori Napoli è un luogo eccitante e stimolante, di una bellezza assoluta e di un’energia incessante. Questo è l’impatto di chi non ha il tempo di soffermars­i anche sui suoi problemi. Per me è un po’ diverso, perché ho entrambi i punti di vista: di chi ci è nata e cresciuta e di chi la vede dall’esterno. Ogni volta che mi folgora con la sua capacità d’ispirare so troppo di lei per non vedere anche il suo lato più sofferente.

NG: Tu hai creato un’intera collezione ispirata a Napoli.

LP: Volevo fare una collezione vibrante e Napoli era giusta, non solo in termini di colore, ma anche di energia e contrasti. La città viaggia dalla malinconia all’eccesso di vitalità. È sempre animata da un doppio sentimento: la profondità che ti spinge giù e la vitalità dell’imprevisto. Non sai mai cosa ti succederà. Sei trascinato da un vortice che non puoi controllar­e; ho giocato con questi opposti soprattutt­o con le

foto di ispirazion­e della collezione.

La mia storia personale è così. Ho questa stessa dualità.

NG: Quando vidi la tua collezione, la cosa che mi saltò all’occhio fu l’unione dei quattro elementi – la terra, la lava, il mare e la luce del sole – con il quinto elemento della città: l’anima.

LP: È vero. La nostra terra ha il quinto elemento, la sua anima. Che non si trova facilmente in giro e che per me è data dalla condizione collettiva di sopravvive­nza e dalla sua generosità.

NG: Le grandi città sono dotate di un’atmosfera e in questo Napoli, che è stata capitale, non ha nulla da invidiare a Londra o Parigi.

LP: Ha un’atmosfera unica e a volte non sembra neanche di stare in Italia, come se fosse uno Stato a sé. NG: Napoli però vive sempre un abbandono.

LP: Non è facile viverci, soprattutt­o per via del mio lavoro, ma io non sono mai scappata. Non l’ho mai abbandonat­a. Sono solo partita alla scoperta del mondo, senza sapere cosa aspettarmi. La città mi ha formata in modo completo. Mi ha dato una forza interiore, un’empatia e un riconoscim­ento delle emozioni che mi ha portato all’amore incondizio­nato. Quello rivolto a qualcosa di non necessaria­mente perfetto. È tanto bella quanto aggressiva, tanto intensa quanto sfacciata, eppure non riesco a criticarla, non posso non amarla. Mi sento molto protettiva nei suoi confronti. Come una madre. E non pretendo che mi dimostri niente.

NG: Accettare i difetti implica amare per davvero.

LP: Riuscire a vedere le cose da una prospettiv­a diversa. Io cerco

di farlo con me stessa e con le mie relazioni. Il birthmark che ho sul corpo è una sorta di accettazio­ne dell’imperfezio­ne. L’ho trasformat­o in qualcosa che mi rende speciale e lo mostro come un elemento di bellezza. Non lo nascondo più. Ma ci sono arrivata col tempo. Da piccola pregavo di risvegliar­mi senza segni, ma fortunatam­ente Dio non mi ha ascoltato. La vulnerabil­ità che diventa una forza è un concetto che mi tocca personalme­nte, che ho ereditato da questa città e che con

divido con questa sirena di nome

Partenope.

NG: Cosa ti manca di Napoli?

LP: Mi manca tanto l’odore e la luce. Non appena atterro con l’aereo non avverto più la solitudine. È stranissim­o. A Napoli nessuno è solo. Percepisco all’olfatto la città e mi sento amata. Di nuovo.

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Camicia, Cristaseya.
Lucia Pica è nata il 7 giugno 1976 a Napoli. A 22 anni si trasferisc­e a Londra, si iscrive a un corso di fashion makeup e in breve tempo diventa il braccio destro di Charlotte Tilbury. Ex global creative make-up and colour director di Chanel, ha lavorato con i marchi di moda più prestigios­i al mondo – da Louis Vuitton a Dolce &Gabbana –, star internazio­nali e celebri fotografi.
IN QUESTA PAGINA. Camicia, Cristaseya. Lucia Pica è nata il 7 giugno 1976 a Napoli. A 22 anni si trasferisc­e a Londra, si iscrive a un corso di fashion makeup e in breve tempo diventa il braccio destro di Charlotte Tilbury. Ex global creative make-up and colour director di Chanel, ha lavorato con i marchi di moda più prestigios­i al mondo – da Louis Vuitton a Dolce &Gabbana –, star internazio­nali e celebri fotografi.
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Lucia Pica ha una voglia sul corpo che le copre anche il braccio e la mano destra. «Devo passare la mia vita a nasconderl­a? Mi piace. Ognuno di noi ha una piccola cosa che lo rende speciale».
Giacca in velluto di cotone e cashmere con rever di raso, Brunello Cucinelli. In queste pagine: Beauty Creative Consultant & Make-up Artist Lucia Pica using Clé de Peau Beauté.
SOPRA. Lucia Pica ha una voglia sul corpo che le copre anche il braccio e la mano destra. «Devo passare la mia vita a nasconderl­a? Mi piace. Ognuno di noi ha una piccola cosa che lo rende speciale». Giacca in velluto di cotone e cashmere con rever di raso, Brunello Cucinelli. In queste pagine: Beauty Creative Consultant & Make-up Artist Lucia Pica using Clé de Peau Beauté.

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