VOGUE (Italy)

Un Orizzonte Nuovo

Dal trucco che rende fluidi i confini del gender all’hairstyle che rafforza i legami identitari, dalla body positivity ai rituali wellness come forma di self-care: il libro di Kari Molvar è un viaggio per immagini nelle trasformaz­ioni che stiamo vivendo.

- Di Stefania Medetti

La bellezza non è più negli occhi di chi guarda. Adesso è diventata una formidabil­e arma di cambiament­o politico, sociale e culturale. «Stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzion­e», dice Kari Molvar, giornalist­a americana e autrice di The New Beauty: A Modern Look at Beauty, Culture, and Fashion (Gestalten), un saggio fresco di stampa che mette in ordine frammenti iconografi­ci per illuminare e comprender­e lo Zeitgeist. «Mai prima d’ora nella storia del costume abbiamo assistito a cambiament­i così radicali, così rapidi e di così ampia portata». Complici la digitalizz­azione e la globalizza­zione, il focus sull’individual­ità ha mandato in frantumi idee consolidat­e da millenni. «L’ultimo decennio ha segnato il passaggio da canoni di bellezza normativi orientati alla conformità, a un’estetica volta invece a scoprire e raccontare la propria storia». In pratica: un modo per conoscersi e soprattutt­o riconoscer­si nella comunità di appartenen­za. Con l’avvento della body positivity, il make-up è passato dall’essere uno strumento per correggere imperfezio­ni percepite a un canvas per la sperimenta­zione dell’identità. Già gli anni Ottanta ci avevano dato un assaggio delle potenziali­tà espressive del beauty, ma adesso il fenomeno è arrivato a pervadere ogni interstizi­o del nostro vivere sociale. «L’orizzonte dell’estetica spazia dagli uomini che usano il trucco alle giovani donne che rifiutano di depilarsi le ascelle, dalla celebrazio­ne dei capelli silver alla normalizza­zione dell’acne, fino al wellness inteso come una vera e propria forma di self-care». Molvar rintraccia le radici dell’alchimia contempora­nea nell’esuberanza degli anni Venti e nei movimenti di liberazion­e sessuale e dei diritti civili degli anni Sessanta. «All’inizio del secolo scorso, l’uso dell’eyeliner, le labbra dipinte di rosso e i capelli corti erano power statement che rifletteva­no le conquiste femminili, come il voto e l’accesso al mondo del lavoro». Negli anni Sessanta, invece, movimenti come Black is Beautiful hanno svelato la frontiera inesplorat­a dell’orgoglio identitari­o. La cronaca segna il cambio di passo: «Black Lives Matter è riuscito a ottenere il riconoscim­ento che è mancato al suo precursore e ha imposto al mondo le istanze della bellezza afro». Certo, la politicizz­azione della bellezza non è una novità, ma nulla regge il confronto con l’intensità e la pervasivit­à della sperimenta­zione contempora­nea. E il futuro? «La nostra è una corsa per la diversità», assicura Molvar. «L’obiettivo è abbattere le barriere, rimuovere gli stereotipi. Una bellezza aperta alla contaminaz­ione e alle istanze del nostro tempo».

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 ??  ?? IN QUESTA PAGINA. Accanto, la copertina di “The New Beauty. A Modern Look at Beauty, Culture and Fashion” (Gestalten), indagine visuale nella bellezza umana tra passato, presente e futuro. Sopra, alcune pagine del libro che celebra individual­ità e self-expression.
IN QUESTA PAGINA. Accanto, la copertina di “The New Beauty. A Modern Look at Beauty, Culture and Fashion” (Gestalten), indagine visuale nella bellezza umana tra passato, presente e futuro. Sopra, alcune pagine del libro che celebra individual­ità e self-expression.
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