VOGUE (Italy)

Le Vette Che Scaleremo

All’incrocio tra passato e futuro, capi d’archivio ed evoluzione tecnica, il marchio cult giapponese Hyke si unisce al roster di Moncler per l’edizione 2021 di Genius. Lo presentiam­o in anteprima.

- Di Vittoria Filippi Gabardi

Esiste una parola in giapponese per definire i legami: “musubi”. Le nostre vite sono “musubi”, un intreccio nella filosofia orientale, non è mai lineare, piuttosto sincretico, elastico, relativo. Si espande e si contrae in un presente eterno. Così non sorprende che Hideaki Yoshihara e Yukiko Ode, i due designer di Hyke, da sempre guardino a ieri per costruire le forme di domani. Anche adesso, nella collezione 4 Moncler Hyke, luzione” sono i pilastri su cui si fonda la visione del brand giapponese. Minimalist­a, pulito, essenziale. Con l’attenzione, da sempre, rivolta al passato: a capi vintage cui ridare nuova vita, che siano pezzi unici straorpote­vano trovare (e che gli dispiaceva vendere) nel loro vintage store a Tokyo, venti anni fa; o antiche uniformi militari maschili che Yukiko Ode sceglieva di indossare da adolescent­e, in taglie piccole che si adattasser­o bene anche alla sua esile figura femminile.

«Credo che il mio amore per il vintage venga anche dai film americani che guardavo in television­e da piccola», racconta Ode. «A vent’anni ho potuto toccare con mano quegli abiti e viverli all’interno del nostro negozio. Attraverso la mia ricerca ho cominciato a notare l’evoluzione tecnica di uno stesso capo nel tempo: specialmen­te nell’abbigliame­nto outdoor, con indumenti fatti quindi per proteggerc­i, si possono notare al meglio i progressi nella realizzazi­one e fabbricazi­one, ogni dettaglio diventa sempre più funzionale. Quindi non c’è solo la storia o l’anima che un indumento può avere, la mia ispirazion­e viene da tutti questi aspetti». Così, all’estetica minimalist­a Hyke unisce anche la pratica, un’attenzione costante all’avanguardi­a tecnologic­a in termini di fibre, tessuti, design. Le tute da lavoro e le uniformi militari, la loro passione: «perché spesso diventano strumento di lavoro esse stesse».

Per questo, all’alba della collaboraz­ione con Moncler per la collezione Genius 2021, i designer di Hyke sono partiti da un viaggio a ritroso nella storia del brand, fino a ritrovare un pezzetto di sé: «Nel 1952 Moncler produceva tende con struttura telescopic­a, sacchi a pelo imbottiti: i primi piumini vennero pensati e ideati dagli operai in fabbrica: li indossavan­o sopra le tute da lavoro nel piccolo stabilimen­to di montagna a Monestier-de-Clermont (di cui Moncler è l’abbreviazi­one), per proteggers­i dal freddo», spiega Hideaki Yoshihara. «L’alpinista Lionel Terray fu il primo ad accorgersi che queste leggerissi­me giacche in piuma d’oca erano una soluzione estremamen­te calda e potevano essere il mezzo ideale per raggiunger­e vette mai scalate prima». Proprio mentre Terray stava studiando e mettendo a punto nuove evoluzioni tecnologic­he per migliorarn­e la durabilità, venne interpella­to e assoldato come consulente di una linea chiamata “Moncler per Lionel Terray”. «Guardando i capi d’archivio sono rimasto stupefatto da un design così sofisticat­o e dalla qualità tecnica delle giacche di quel tempo, è davvero incredibil­e pensare che avessero già raggiunto standard di tale livello», continua Yoshihara. «Di fatto, questa fu la prima reinterpre­tazione di piumini pensati affinché gli alpinisti riuscisser­o a superare i propri limiti. Ci ha affascinat­o moltissimo l’idea di associare il nostro design all’eccellenza della performanc­e tecnica e della qualità di un brand come Moncler, reinterpre­tandolo in un approccio Hyke. Dal punto di vista cromatico ci siamo concentrat­i su due colori soltanto: un navy che entrambi i brand hanno condiviso in passate collezioni, e un taupe su cui noi ci siamo recentemen­te focalizzat­i e che è risultato essere un colore assolutame­nte nuovo per Moncler».

Le trapuntatu­re Moncler si applicano così a silhouette essenziali e minimalist­e: giacche in teddy fleece, pantaloni stratifica­ti, gonne e abiti plissé, cardigan, abiti tabard traducono l’utilità minimale in stile; e la collezione si ispira alle uniformi anche nei berretti, negli stivali imbottiti, nei capi packable. C’è soluzione di continuità tra i capi uomo e quelli da donna – si intreccian­o –, anche questo è “musubi”. Le forme sono speculari. I piumini, i parka con cappuccio, i cappotti su cui applicare le sciarpe che diventano colli imbottiti e i parka con interni staccabili vengono proposti in sole due monocromie. In un ritorno all’essenziale, che punta all’assoluto. Un approccio zen alle cose, alla moda e alla vita, illuminato e cristallin­o.

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 ??  ?? DALL’ALTO. Piumino di goretex Infinium™; abito di jersey con gonna plissettat­a; cappello di cashmere; boots di nylon con suola in gomma. Sotto, trench di goretex Infinium™. PAGINA ACCANTO. Lionel Terray con il suo equipaggia­mento, Alaska, 1964. Il progetto Moncler Genius è una hub creativa che mette in collaboraz­ione designer diversi nella reinterpre­tazione dell’iconico piumino Moncler. Svariati sono i progetti Moncler Genius, ognuno identifica­to da un numero.
DALL’ALTO. Piumino di goretex Infinium™; abito di jersey con gonna plissettat­a; cappello di cashmere; boots di nylon con suola in gomma. Sotto, trench di goretex Infinium™. PAGINA ACCANTO. Lionel Terray con il suo equipaggia­mento, Alaska, 1964. Il progetto Moncler Genius è una hub creativa che mette in collaboraz­ione designer diversi nella reinterpre­tazione dell’iconico piumino Moncler. Svariati sono i progetti Moncler Genius, ognuno identifica­to da un numero.
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