AVIOTURISMO UN SETTORE IMPORTANTE PER IL RILANCIO DEL PAESE
Talvolta l’Avioturismo viene considerato, erroneamente, la Cenerentola dei mille “turismi” italiani. Eppure, il settore offre grandi opportunità: sia in termini di valorizzazione del territorio sia in termini di promozione turistica dell’Italia. Negli ultimi anni si è riscontrata una crescita esponenziale del turismo aereo in Italia. Le piste private, aviosuperfici e campi di volo, hanno registrato aumenti delle presenze di circa il 60%; con decine di aeroporti minori sottoutilizzati e da rivalutare. L’aviazione generale e da diporto in Europa conta oltre 200.000 aeromobili con finalità diverse dal trasporto aereo a fini commerciali. Gli studi e le analisi condotte dalla Commissione europea, sostengono che dopo il Covid il setto
re riprenderà a svilupparsi perché torneranno a crescere le esigenze di mobilità, flessibilità e servizi da punto a punto. Lo sviluppo di nuove tecnologie rendono gli aeromobili più efficienti e meno costosi e tali da presentare prezzi accessibili a fasce crescenti della società. Nel nostro paese vi sono oltre 13.000 aerei iscritti nel registro dell’Aero Club d’Italia, circa 400 aeroporti minori e campi volo, capillarmente diffusi sul territorio. Con circa 20 mila attestati di volo attivi e trend pluriennali in crescita anche durante il Covid. L’Italia si pone ai vertici della classifica europea: 12.000 licenze di pilotaggio, quasi 300 tra Aero Club federati ed Enti aggregati (Club di volo che hanno in dotazione aerei ultraleggeri). L’avioturismo si può considerare, quindi, un fenomeno analogo a quello del turismo con imbarcazioni da diporto, con costi paragonabili e in costante discesa grazie appunto agli sviluppi tecnici. Ma abbiamo un problema. Ogni anno decine di migliaia di persone (piloti e passeggeri) si muovono in Europa con il proprio aereo da turismo per ragioni di lavoro o di piacere, ma esitano a venire in Italia a causa della inadeguatezza delle nostre strutture aeroportuali minori e, soprattutto, delle difficoltà normative per i gestori degli aeroporti e dei club di cedere carburante agli aerei di passaggio: se non si può rifornire, come si riparte? L’Italia, nonostante offra una selezione elevata di possibilità turistiche, viene semplicemente sorvolata da questo flusso di turisti perché la gente dell’aria è consapevole che una volta atterrati non viene garantito alcun servizio e assistenza. Ed è per queste ragioni che, credo, sia opportuno intervenire: la ripartenza del turismo del dopo-Covid non può dimenticare nemmeno uno dei settori in grado di promuovere il Paese. Ne consegue che il ministero del Turismo si impegnerà per sostenere ogni iniziativa volta alla revisione della legge sul volo da diporto o sportivo. Anche perché la normativa nazionale si dovrà adeguare alle nuove norme europee del settore. L’orientamento è quello di conferire all’Aero Club d’Italia la diretta competenza sulla organizzazione del volo da diporto o sportivo. In tale ottica l’AeCI risulterà il soggetto idoneo ad organizzare di concerto con il Ministero del Turismo l’avioturismo. L’obiettivo è fare dell’Italia un polo di attrazione su scala europea per il turismo aereo.
Un altro problema è quello di far atterrare gli avioturisti sulle nostre piste. Una soluzione che può essere favorita – ritengo – dalla realizzazione di impianti di carburante diffusi in tutte le avio superfici e i campi volo. Sono fiducioso che una soluzione tecnica, in collaborazione con l’Aereo Club Italia, verrà individuata. In piena condivisione con le compagnie petrolifere e l’Enac, verificando anche alcune ipotesi di sostegno finanziario che sono attualmente allo studio. Così come mi auguro che, nello spirito di collaborazione istituzionale, possa essere favorito un accordo tecnico tra ENAC e AeCI per la gestione semplificata degli aeroporti; così da individuare gli strumenti migliori per la realizzazione di infrastrutture con procedure snelle e rapide. E tra le infrastrutture immagino anche una rete d’informazione e meteo aggiornata in tempo reale fruibile anche in volo.