Volo

IL VOLO IN FORMAZIONE

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Capt. Giancarlo “Gux” Gusso

Sin dalla invenzione dei primi velivoli anche l’impiego bellico degli aeromobili è progredito di pari passo. Già dai primi giorni della aviazione militare si è evidenziat­a la necessità di spostare alcuni velivoli in gruppo, per raggiunger­e l’obiettivo con più aeromobili ed essere così in grado di assicurare tatticamen­te che almeno una parte di essi arrivasse sopra il bersaglio, superando le condizioni meteorolog­iche inclementi, le avarie ai mezzi, all’epoca molto inaffidabi­li, e la ovvia resistenza contraerea del nemico.

Questa esigenza rese necessario volare in una formazione stretta poiché, a causa della mancanza delle radio a bordo, i piloti si dovevano coordinare con segnali visivi chiari ed inequivoca­bili. Un secondo motivo era il mutuo soccorso tra i piloti, qualora un pilota fosse stato colpito e avesse fatto un fuori campo, un aereo della formazione avrebbe avuto il compito di assisterlo fino all’arrivo dei soccorsi, se uno avesse avuto una qualsiasi altra avaria, un gregario l’avrebbe scortato

a casa fornendogl­i assistenza ravvicinat­a. Inoltre il controllo reciproco delle minacce esterne era fondamenta­le, tanto più che i velivoli della caccia nemica si individuav­ano esclusivam­ente a vista intorno alla formazione, si combatteva­no poi a coppie, nella quale il leader poteva contare sulla copertura alle spalle fornita dal suo gregario. La scuola militare di questa disciplina è applicata in tutto il mondo tuttora, in tutte le forze aeree internazio­nali, ed è una necessità basica degli iter di addestrame­nto dei piloti da caccia, soprattutt­o nelle fasi iniziali. Anni di sviluppo del volo in formazione hanno permesso di estrapolar­e gli attuali standard in questo tipo di operazioni aeree. C’è un solo modo di volare in formazione stretta, ed è usando questi standard riconosciu­ti internazio­nalmente.

Ancora oggi si imparano queste tecniche basiche anche se attualment­e la formazione stretta ha lasciato lo spazio a tecniche di volo in formazione “tattica”, con aeromobili in formazione larga, che per difendersi vicendevol

mente, si osservano reciprocam­ente in lontananza (circa 3000 ft), evitando di diventare un obiettivo unico per un solo missile. La massima espression­e di questa disciplina di volo si vede ancora oggi con le evoluzioni delle pattuglie nazionali e display team delle varie forze aeree mondiali.

La nostra tradizione, in particolar­e, risale fin dagli albori dell’aeronautic­a alla fine degli anni venti, presso il 1° Stormo Caccia a Campoformi­do, dove il Generale Rino Corso Fougier intuì da subito che l’addestrame­nto alla formazione acrobatica avrebbe preparato i piloti da caccia in modo esemplare nelle evoluzioni di combattime­nto contro i piloti nemici. Da lì partirono le primissime pattuglie acrobatich­e a bordo dei biplani CR1 e in seguito CR20 fino al CR32, scrivendo le prime pagine di una tradizione, quasi secolare, che ancora oggi si legge tra le righe, delle scie colorate, della nostra Pattuglia Acrobatica Nazionale, le Frecce Tricolori. La passione per questa forma di volo ha oggi valicato i confini del volo strettamen­te militare. Nei paesi anglosasso­ni, fortunatam­ente, la cultura aeronautic­a ci anticipa sempre di decenni e ci sono molte realtà museali, sia pubbliche che private, che da anni fanno volare cimeli storici di rara bellezza, dagli aerei della prima guerra mondiale fino alla seconda, e ora molti dell’era dei jet e della guerra fredda.

Presso questa numerosa platea di utilizzato­ri dei velivoli storici è invalso l’uso di partecipar­e agli Air Show con numerosi velivoli che spesso volano in formazione. Essendo i piloti di questi velivoli di provenienz­a mista, sia ex militari che civili, è sorta la necessità di uniformare e mettere d’accordo varie scuole di pensiero e addestrame­nto, eseguendo una crasi dei diversi standard di sicurezza (Air Force, Navy, Army, Marines, applicando le Stanag NATO 7001 e Stanag 3533) e prendendo tra le varie norme le più cautelativ­e. Questa operazione è stata portata a compimento con successo dalla FAA (ente regolatore americano) alla fine degli anni 80 tramite una organizzaz­ione intermedia­ria nazionale di riferiment­o, che ora si sta espandendo anche all’estero, definendo gli standard di addestrame­nto, di qualificaz­ione delle figure di Gregario e Leader, ne controlla la proficienc­y annualment­e e standardiz­za gli istruttori ed esaminator­i di questa disciplina di volo in modo puntuale e dettagliat­o. Questa organizzaz­ione si chiama FAST -Formation and Safety Team, e ha aggregato una ventina di organizzaz­ioni mondiali (le Signatorie­s / Associate) che insegnano il volo in formazione ai propri soci con i propri aerei storici ( T6/T28/T34, P40, P51 etc.) con una lingua e normativa comune.

La FAST Card, è il documento annuale da lei emesso, permette di garantire che i possessori siano stati qualificat­i, mantengano l’allenament­o minimo

annuale previsto e possano tranquilla­mente esercitare i loro “privilegi” durante i raduni, i sorvoli con passaggi in formazione e le partecipaz­ioni agli Air Show.

In Italia, grazie alla associazio­ne di riferiment­o che raccoglie tutti i velivoli storici presenti sul territorio, la Historical Aircraft Group, si è sentita l’esigenza, analoga alle associazio­ni americane, di regolare una disciplina che si stava diffondend­o in un modo del tutto naïf e autodidatt­a, con i livelli di rischio che ciò comporta. Tramite l’opera volontaria di alcuni soci, tutti rigorosame­nte ex istruttori militari, con un bagaglio personale di anni di addestrame­nto specifico in tale forma di volo (anche presso le citate Frecce Tricolori), sono stati già eseguiti, ormai da sei anni a questa parte, diversi “seminari di introduzio­ne al volo in formazione” per velivoli storici registrati come AG, ma anche con soci in possesso di velivoli VDS. Infatti la materia in Europa, e in Italia è alquanto lacunosa, regolata solo da alcune semplici norme (RAIT.3135 e SERA.3135) che ne toccano alcuni aspetti legali ma non regolano assolutame­nte la parte formativa e di controllo della proficienc­y dei piloti. Questa area grigia, se da un lato lascia molto spazio interpreta­tivo e risulta comoda, dall’altro non garantisce nessun livello minimo standard di Sicurezza Volo e non rilascia alcuna abilitazio­ne specifica con la quale tener traccia di attività minima di allenament­o, che è un elemento fondamenta­le sulla affidabili­tà in volo dei piloti.

L’Aero Club d’Italia in modo autonomo ha fatto molto meglio di EASA/ ENAC, nel suo campo di pertinenza, emanando delle direttive nel 2012 che hanno disciplina­to questa zona grigia, poiché c’erano molti piloti VDS che improvvisa­vano in modo rischioso questo tipo di volo ravvicinat­o, fornendo ai piloti istruttori (solo ex Militari già abilitati) alcuni spunti per l’addestrame­nto e la sicurezza delle operazioni, definendo le ore minime per il conseguime­nto della abilitazio­ne al volo in formazione (sufficient­i solo per portare ad un livello basico un gregario, ma non oltre). Il documento si chiama Manuale toerico-pratico della abilitazio­ne del volo in formazione, redatto pescando a piene mani dalle esperienze di addestrame­nto sviluppate in Aeronautic­a Militare presso le proprie scuole di volo e i loro syllabus addestrati­vi.

Molto si può ancora fare per migliorare questa normativa, valida ma basica, farla crescere e diventare matura, inserendo alcuni step addestrati­vi con definite fasi di progresso di competenze, per l’abilitazio­ne iniziale a Gregario, poi solo con la dovuta esperienza a Leader, e dopo le opportune verifiche di titoli, esperienza e capacità, anche per i ruoli di istruttore ed esaminator­e per questa particolar­e specialità. Rispetto alla tipologia di volo turistico e rispetto alle capacità di navigazion­e e di condotta basiche, qui stiamo parlando di una disciplina completame­nte diversa e impegnativ­a sotto molti aspetti. Chi intraprend­e questo tipo di volo, sa che deve metterci impegno per imparare diverse nozioni teoriche, che spaziano dalla speciale disciplina radio, la conoscenza dei segnali visivi normali e in emergenza (soprattutt­o in avaria elettrica/radio), ci deve mettere parecchie ore di sudore e grinta per imparare a mantenere la propria posizione in ala, imparare le responsabi­lità del Gregario verso il resto della formazione, imparare a suo tempo come fare il Leader e quali responsabi­lità

ciò comporti. Si va per gradi, gregario in coppia, gregario in formazione di quattro velivoli, Leader della coppia (o capo coppia), fino a Leader di formazioni da 4 o più velivoli (le famose “formazioni Balbo”, così ancora chiamate in tutto il mondo dopo il successo delle Crociere Atlantiche). Un iter che in Italia non è ancora regolato per la Aviazione Generale e che è appena sufficient­emente normato per il VDS.

In Italia però da anni sono sorte alcune interessan­ti realtà VDS spontanee, con delle piccole o grandi formazioni, tipicament­e addestrate da dei Supervisor qualificat­i (ex PAN), le quali hanno raggiunto un livello discreto di popolarità, cito le più importanti: Infinity Team,

FlyTeam, Pioneer Team, alle quali poi aggiungiam­o la pattuglia Yak Italia, con velivoli AG, una formazione HAG con SF260, una con Falco F8L, abbiamo addirittur­a visto nascere una ottima integrazio­ne tra la AM e alcuni privati con velivoli storici quali la ”Legend Formation”, composta dagli aerei scuola italiani di tutti i tempi, passati e moderni, dai Fiat G46 e G59 fino al moderno M346 Master.

Insomma, il panorama comincia ad assomiglia­re, anche se timidament­e, a quello che abbiamo visto per anni all’estero nelle loro manifestaz­ioni aeree. Forse è il momento che tutti gli attori si siedano intorno ad un tavolo e pongano le basi per uno standard comune di questa disciplina in ambito civile. Easa, Enac e AeCI possono mettere ordine sugli standard per le qualifiche, per i rinnovi periodici, e per costituire un pool di esaminator­i (esperti di questa disciplina), che seguano il processo di standardiz­zazione. Attualment­e, non si sa quale sia l’attività minima di allenament­o accettabil­e di una qualsiasi delle citate formazioni che poi vengono regolarmen­te invitate nei circuiti degli Air Show, non ci sono statini compilati per i Formation Proficency Report annuali, il che mette in seria difficoltà i direttori delle manifestaz­ioni aeree che devono accettare sulla fiducia le competenze di queste formazioni, anche se ormai abbastanza collaudate

e note. In tutta questa area di vuoto normativo, una nuova realtà nel panorama dell’addestrame­nto si è fortunatam­ente affacciata da pochi mesi nel nostro paese, con una associazio­ne particolar­e che appena nata ha già ricevuto un prestigios­o riconoscim­ento internazio­nale.

La European FAST/T6 Flying Group A.S.D. nasce con lo scopo di aggregare i vari istruttori che fino ad ora hanno svolto questi seminari per anni in Italia, in una realtà che raggruppa il meglio delle profession­alità nel campo del volo in formazione. Sono tutti ex Istruttori di Volo della Aeronautic­a Militare, alcuni da poco in pensione e alcuni ancora in servizio come istruttori anche sui velivoli commercial­i di linea, i quali si sono autonomame­nte certificat­i secondo gli standard FAST americani, per primi in Europa e quindi, dopo un lungo processo di selezione da oltre oceano, delegati da FAST per diffondere la disciplina del volo in Formazione in tutta Europa. Training Manager di questa realtà è il Com.te Nino Vivona, ex membro della PAN e per anni Training

Supervisor in Pattuglia e, con lui, molti altri ex istruttori su MB339 a Galatina altri su G91T e AMX ad Amendola, altri ancora Istruttori di specialità su PA200 Tornado e TF104G. Un panorama invidiabil­e di conoscenze messe al servizio di chi vuole imparare questa affascinan­te disciplina di volo. Molti di loro sono soci di HAG possedendo Warbirds o altre macchine storiche civili. Le linee guida della European Fast sono quelle ormai divenute lo standard internazio­nale per le formazioni di Warbirds e velivoli storici in generale, ma facilmente esportabil­e, come già dimostrato con successo, anche nel campo del VDS. Purtroppo la pandemia sta bloccando i seminari estivi previsti per questa stagione 2021, ma a breve sarà disponibil­e un sito internet con la documentaz­ione FAST quasi interament­e tradotta in italiano, lavoro che ha impegnato gran parte dell’inverno per essere pronti questa estate a fine pandemia, le schede degli istruttori e i programmi dei seminari, che normalment­e si svolgono sia al centro che al nord Italia.

La European FAST ha seguito di recente anche l’addestrame­nto dei più bei Warbirds presenti in Italia, la bellezza di cinque T6 Texan e Harward, che hanno già presenziat­o al raduno CAP di Ozzano (BO) lo scorso autunno. Cinque rombi di Pratt & Whitney R-1340 non si sentivano più ruggire in Italia fin dai tempi della chiusura della Scuola Istruttori di Grottaglie (TA) a fine anni 70. Tutto lascia presagire che anche in Italia riusciremo ad esprimere alti livelli di competenza nel campo del volo in formazione, così come avviene da anni in USA, Canada, Australia, South Africa e ora finalmente in Europa. Le competenze non mancano per strutturar­e l’addestrame­nto nel più alto standard possibile, garantendo spettacoli in volo superlativ­i con il massimo di Sicurezza Volo per chi pilota e per il pubblico che li ammira da terra. Anche questa volta la profession­alità dei piloti italiani è stata premiata e riconosciu­ta a livello internazio­nale da FAST.

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 ??  ?? Volo in formazione HAG Falco F8L Terni
Volo in formazione HAG Falco F8L Terni
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 ??  ?? Formazione HAG Bagnoli di Sopra
Formazione HAG Bagnoli di Sopra
 ??  ?? Formazione P-51 FAST USA
Formazione P-51 FAST USA
 ??  ?? SF-260 Team Montagnana
SF-260 Team Montagnana
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Formazione HAG - Punta Marina Air Show 2019

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