CAMPIONATI MONDIALI DI PARACADUTISMO SPORTIVO
Dopo un anno di attesa finalmente si è svolto il Mondiale di paracadutismo sportivo in Russia, dove l’Italia ha portato a casa 2 medaglie individuali e due a squadre. Rinviato a causa dell’emergenza pandemica, il campionato ha ospitato 34 nazioni, tra cui purtroppo sono mancate alcune tra le più forti del mondo. La competizione, tuttavia, non ha mancato di spirito agonistico e i diversi atleti hanno potuto mostrare sia una grande maturità sportiva che una bella tempra fisica viste le condizioni meteo ostili e un programma di gara molto faticoso, soprattutto per i ragazzi del Canopy Piloting. Originariamente, infatti, il campionato si sarebbe dovuto svolgere in due settimane, ma la Federazione di paracadutismo russa ha ritenuto opportuno dividere la competizione in due blocchi di una settimana ciascuno proprio per garantire il massimo della sicurezza. Una scelta vincente dal punto di vista della tutela sanitaria, perché oltre alle diverse misure adottate, tutti i partecipanti, giudici e accompagnatori compresi, sono stati sottoposti a tre tamponi di controllo: uno alla partenza, uno all’arrivo e uno al rientro. Un campionato, dunque, che ha rappresentato un momento di confronto sportivo e un’occasione per recuperare quella serenità e quei momenti di svago che a ragazzi e ragazze abituati a vivere in aria forse sono mancati. La concentrazione delle gare su una settimana ha però penalizzato dal punto di vista sportivo, perché le condizioni atmosferiche cui si è detto non hanno permesso di terminare i round previsti per le diverse discipline.
Sia nella drop zone di Tanay, dove si sono svolte le gare di Formation Skydiving, Artistic Events, Canopy Formation, Speed Skydiving, Wingsuit Flying, Freefall Style and Canopy Piloting e Canopy Piloting Freestyle, che in quella di Kemerovo, allestita per accogliere gli atleti della Precisione e dello Stile. Le giornate sono state scandite da estenuanti attese e continue chiamate al decollo poi annullate. La gara di Speed Skydiving, per esempio, si è svolta in 6 round anziché 8, di cui 5 disputati in un’unica giornata. Lo stesso per lo Stile, disciplina per la quale sono previsti 5 round e che è stata chiusa con un solo round. Simile destino per la Precisione, 5 round su 8 e per la Vertical Formation Skydiving 7 su 10. A parte questa
penalizzazione dovuta al tempo, che comunque ha riguardato tutte le delegazioni, l’Italia ha ottenuto dei bei risultati.
Nel Canopy Piloting Mario Fattoruso ha conquistato l’argento nella specialità speed e Francesco Italia il bronzo nella precisione. Nel Vertical Formation Skydiving, la squadra capitanata da Andrea Cardinali, composta da Stefano Falagiani, Mickael Melo, Marco Soro e Cristian Giorgi è salita sul podio con un bronzo. Terzo posto anche per la squadra di Speed Skydiving composta da Stefano Celoria (6° posto individuale), Massimo Caramel (10° posto individuale) e Carmine Della Corte (15° posto individuale), mentre Mascia Ferri si è posizionata al 4° posto nella classifica femminile. Sempre nella Speed Skydiving, Massimo Caramel ha fissato il primo record del mondo junior con 482,23 km/h e Stefano Celoria è entrato nel “club dei 500” con uno staordinario record italiano di 503.28 km/h. Nelle Discipline Classiche (Precisione in atterraggio), 5° posto a soli 4 cm dal terzo posto per Paolo Filippini, Vittorio Giuarinelli, Claudio Carbone, Pierfrancesco Vanni e Fabrizio Mangia, mentre la squadra di Freefly si è posizionata quinta con la performance di Dennis Castioni, Stefan Jacob e Carlotta Sella. Della Delegazione italiana che ha partecipato al Mondial 2020 hanno fatto parte Sandro Gargini (capo delegazione), Davide Girelli (team manager) e 23 competitori: per il Canopy Piloting Armando Fattoruso, Mario Fattoruso e Francesco Italia; per lo Speed Skydiving Stefano Celoria, Massimo Caramel, Carmine Della Corte e Mascia Ferri; per il Vertical Formation Skydiving Andrea Cardinali, Stefano Falagiani, Mickael Melo, Marco Soro e Cristian Giorgi; per la Precisione in atterraggio e lo Stile Vittorio Guarinelli, Claudio Carbone, Paolo Filippini, Fabrizio Mangia e Pierfrancesco Vanni; per il Free Flaying Dennis Castioni, Stefan Jacob e Carlotta Sella; per la Wing Suit Performance Marco Pistolesi e Alessandro Urzì.