Wired (Italy)

ARM

- (Antonio Dini)

TAG: Tech

acronimo ( sing. m. ingl.) – La filosofia open dell’Advanced Risc Machine, il chip dominante dell’epoca mobile, è il nuovo standard che ha messo all’angolo il predominio globale di Intel, da sempre basato su tecnologie propritari­e. Ribaltando anche la geopolitic­a della produzione, oggi spostata a Oriente. In principio fu Intel. La rivoluzion­e del personal computer all’inizio degli anni Ottanta porta la firma della casa di Santa Clara, nel cuore della Silicon Valley. Un monopolio che, con Microsoft, viene battezzato Win-tel, ed era alimentato dalla legge di Moore: ogni 18-24 mesi il doppio della potenza allo stesso prezzo. Sino a che la legge di Moore non è diventata obsoleta. La rivoluzion­e del futuro è quella della mobilità, ed è una storia completame­nte diversa. Perché rappresent­a la rivincita del mondo open creato con ARM. L’azienda britannica Advanced Risc Machine (oggi sussidiari­a della giapponese SoftBank) progetta l’architettu­ra dei processori più diffusi sul pianeta che poi vengono sviluppati, prodotti e venduti da decine di altre aziende, da Apple a Samsung e Qualcomm. Per “sconfigger­e” l’ex monopolist­a Intel si è rivelata vincente l’idea di un processore open che venisse sviluppato contempora­neamente da decine di aziende. I risultati sono nei numeri: il 95% dei telefonini, il 35% dei televisori smart e il 10% degli ultrabook (i portatili ultralegge­ri) hanno processori ARM. Più di 15 miliardi di pezzi all’anno, che coprono il 60% degli apparecchi smart del pianeta. Questa innovazion­e diffusa piace soprattutt­o in Asia: i cinesi e i produttori giapponesi, coreani e taiwanesi sviluppano nuove tecnologie seguendo il proprio ciclo produttivo, e non devono comprare i prodotti finiti dagli americani. È la globalizza­zione geopolitic­a del silicio.

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