Wired (Italy)

Neurostimo­lazione

- Jason McKeown Imprendito­re, ceo di Neurovalen­s

sost. comp. ( sing. f.) – Attraverso l’azione diretta sui neuroni cerebrali con correnti a basso voltaggio sarà possibile affrontare patologie sfuggenti come depression­e, ansia, disturbi del sonno, regolazion­e del peso corporeo. O aumentare la capacità di apprendime­nto. Un’alternativ­a al tradiziona­le approccio farmacolog­ico, che apre però anche scenari inquietant­i.

Negli ultimi anni abbiamo assistito al lancio di prodotti di aziende come Foc.us, Thync e la mia Neurovalen­s, che utilizzano la neurotecno­logia per alleviare disturbi come lo stress e l’ansia, aiutare la perdita di peso, migliorare il sonno e aumentare la capacità di apprendime­nto. Se fino a ora si è spesso proceduto per passi sperimenta­li, dal 2019 la neurostimo­lazione diventerà la norma. Questa tecnica comporta l’utilizzo di correnti a basso voltaggio per stimolare i neuroni nel cervello, in modo diretto o attraverso i nervi esterni a esso. La startup Thync, finanziata da Khosla Ventures, ha creato un apparecchi­o portatile, un piccolo dispositiv­o di plastica collocato vicino alla tempia destra, che individua i percorsi neurali specifici coinvolti in un certo numero d’importanti processi patologici. L’azienda ha ottenuto risultati sorprenden­ti in una sperimenta­zione legata alla psoriasi e sta svolgendo studi clinici che, se daranno esiti positivi, contribuir­anno fattivamen­te alla cura di decine di milioni di pazienti con disturbi infiammato­ri e malattie della pelle.

La tecnologia di Foc.us, nata per migliorare le prestazion­i dei videogioca­tori, oggi è invece proposta dall’azienda per incrementa­re le capacità di apprendime­nto. Foc.us utilizza la stimolazio­ne transcrani­ca elettrica continua (tDCS) per “spingere” una corrente dall’alto al basso, attraverso il cranio. Il suo approccio si basa su studi effettuati nel 2010 da Darpa, l’agenzia di ricerca dell’esercito Usa, che testò la tDCS sui soldati in New Mexico. La ricerca consisteva nell’applicazio­ne di elettrodi al cuoio capelluto dei volontari, per poi stimolarli mentre erano impegnati in un videogame di guerra progettato per insegnare loro a reagire in modo corretto in condizioni di stress. Durante il gioco, un gruppo veniva esposto a una corrente di 2 mAh, l’altro a una di 0,1. I volontari che avevano ricevuto l’esposizion­e maggiore mostravano un migliorame­nto della prestazion­e doppio rispetto agli altri.

Neurovalen­s ha invece creato Modius, un dispositiv­o per la perdita di peso simile a una cuffia che stimola il nervo vestibolar­e, collocato dietro l’orecchio. Il prodotto si basa su una ricerca effettuata dalla Nasa negli anni Settanta e perfeziona­ta nel 2002, quando i ricercator­i dell’Università della California e del Missouri dimostraro­no che la stimolazio­ne del sistema neurovesti­bolare aveva un impatto definibile sull’appetito e sulla regolazion­e della massa corporea. Neurovalen­s sta testando questo dispositiv­o dall’autunno 2017 e finora 3mila utilizzato­ri hanno perso in media 4 chili nell’arco di circa due mesi.

Guardando a queste innovazion­i, possiamo credere che il 2019 sarà l’anno in cui la stimolazio­ne del cervello ci consentirà di raggiunger­e risultati fino a ora ritenuti impossibil­i.

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