Igiene digitale
sost. + agg. ( sing. f.) – Connessioni protette, software certificati, computer sicuri. Con il proliferare del digitale, ogni utente dovrà mettere in atto pratiche di cybermedicina preventiva per non “infettare” gli ambienti condivisi.
Fin da bambini ci insegnano che, per essere in buona salute, bisogna coltivare la propria igiene personale. Questa attività, che serve a mantenere in equilibrio dinamico l’individuo con l’ambiente circostante, è diventata il caposaldo di una rivoluzione nel modo di usare internet e il computer. È l’igiene digitale, cioè l’insieme di pratiche quotidiane che dobbiamo utilizzare per evitare brutte conseguenze come virus, malware e furti di identità. La prima è la gestione della propria identità digitale e soprattutto delle password che la proteggono. I tecnici della sicurezza spiegano com’è fatta una buona password, come proteggerla e come gestire i
token (i dispositivi fisici per l’autenticazione). Per la parola d’ordine, non importa usare un mix senza senso di lettere e numeri: basta inventarsi frasi complesse ma facili da ricordare. Per esempio due versi di una poesia. Meglio ancora l’autenticazione a due fattori: password e codice sms. E poi un gestore sicuro e capace di aiutarci a ricordare (e cambiare ogni sei mesi) le password dei siti secondari. Perché molto spesso si utilizza la stessa parola d’ordine per troppi siti diversi con il rischio che, se viene rubata (può capitare), può essere usata a cascata su tutti gli altri siti. Le altre regole dell’igiene digitale riguardano lo spam e le mail di
scam (che chiedono soldi): non cliccare mai nessun link, neanche se spedito da conoscenti. E poi: utilizzare connessioni pubbliche wi-fi solo se si prendono le precauzioni (per esempio una VPN) e poi mantenere il sistema operativo e le applicazioni aggiornate. Meglio crittare il disco rigido e la memoria del telefonino. E meglio infine avere due backup delle cose importanti, possibilmente in posti diversi (uno in casa e uno nel cloud).