Podcast

sost. ( sing. ingl.) – Dall’inchiesta giornalistica agli audiolibri, i contenuti d’intrattenimento voice only stanno vivendo un nuovo boom. Grazie a piattaforme digitali nate ad hoc, che supportano progetti generati dal basso.

Nel 2014 negli Stati Uniti debuttava Serial, podcast di giornalismo investigativo dedicato a complessi casi di cronaca. Con il passare delle stagioni è diventato uno dei contenuti audio più ascoltati, ritenuto in qualche modo il responsabile della rinascita dei podcast, un formato creato nei primi anni Duemila e poi caduto nel dimenticatoio. Che oggi sta vivendo una seconda primavera, veicolata anche in Italia da successi come

Veleno, realizzato per Repubblica dai giornalisti Pablo Trincia e Alessia Rafanelli. Nel nostro paese si moltiplicano le piattaforme su cui il genere trova spazio, progetti nazionali come Piano P, Storie Libere, Gli Ascoltabili, ma anche internazionali come Spreaker o gli stessi Spotify e iTunes. Accanto a questi formati trovano nuova linfa anche gli audiolibri, grazie a siti globali come Audible (acquisito nel 2008 da Amazon) o Storytel, i quali hanno generato un indotto che reca giovamento anche a realtà storiche come l’italiana Emons. Non solo casi di cronaca, ma anche sport, romanzi, percorsi di autoaiuto, corsi di lingue e qualsiasi altro contenuto, soprattutto se rivolto a pubblici o interessi specifici. A competere per accaparrarsi il nostro tempo libero non saranno più solo il

binge watching o i giochini sullo smartphone, ma anche queste nuove-vecchie forme di audio entertainment. La chiave del successo? La produzione dal basso: sono in aumento i contenuti fatti in casa, caricati e promossi in autonomia.