Talento
sost. ( sing. m.) – È la capacità di avere una dote unica, e di saperla esprimere. Non basta infatti avere una sola qualità, per fare la differenza: bisogna essere in grado di farla crescere in maniera costante, anche attraverso la relazione con gli altri
DI : C.B. Cebulski Scrittore, direttore editoriale di Marvel Comics
Definire il talento è una questione complicata. Talento significa solo avere un’abilità? Potremmo cavarcela così. Ma non basta. Per me avere talento significa essere unici: avere la capacità di offrire qualcosa che nessun altro ha. Per tre anni, prima di diventare l’editor- in-chief di Marvel Comics (i cui fumetti sono pubblicati in Italia da Panini, ndr), facevo il talent scout, dovevo cioè trovare nuovi fumettisti e sceneggiatori da arruolare e mettere all’opera. Poi sono diventato talent manager, ma anche allora non avevo una definizione chiara di talento a cui fare riferimento. Quando incontravo persone promettenti, spesso dovevo ricordare loro che c’è una linea sottile fra ispirazione e imitazione. Crescendo, tutti abbiamo avuto i nostri idoli, abbiamo osservato il modo in cui altri disegnavano e li abbiamo copiati; oppure abbiamo scritto basandoci su uno stile che ci piaceva e modellando su quello le parole e le storie. Bene, avere talento significa superare questa fase e definire un proprio linguaggio, esprimere l’abilità unica di raccontare la propria storia in un modo che nessun altro conosce.
Il talento ha molte facce. Le persone più talentuose sono poliedriche: devono non solo essere in grado di mettere insieme alcune parole per formare una storia, o di posare la matita sulla carta per creare i profili di una splendida immagine, ma devono essere in grado di farsi un nome grazie al loro talento, essere bravi nel farsi promozione, nell’interagire con le persone. Chi ha davvero talento sa poi trasmettere le proprie conoscenze e abilità alle nuove generazioni, mettendole in condivisione, facendole crescere. Se si osserva la storia dei fumetti, per tanto tempo ad attrarre la passione dei lettori sono stati i personaggi: Spider-Man, Iron Man, Hulk. Negli ultimi dieci anni, invece, è cresciuta la visibilità degli artisti e degli sceneggiatori: oggi, spesso, ai lettori interessano non tanto i supereroi quanto piuttosto i talenti che li creano. Per questo credo che nel futuro i riflettori saranno puntati sempre di più sull’abilità delle persone: non solo gli scrittori e gli artisti, ma anche gli inchiostratori, i coloristi, i letteristi, i designer, perfino gli editor.
Quando sono diventato direttore editoriale della Marvel Comics, tutti mi chiedevano: «Qual è la tua missione?». Non ho mai avuto dubbi: «Le uniche parole che mi guideranno saranno: prima il talento». È lui che fa la differenza, nei fumetti e nell’industria dell’intrattenimento in generale. In fondo, è proprio questo che ha reso Marvel quello che è oggi: talenti che hanno editato, scritto e disegnato fumetti per la “Casa delle idee”. Sono queste persone, come Stan Lee (recentemente scomparso, ndr), che danno forza e un cuore ai personaggi e ai supereroi delle nostre storie. (testo raccolto da Andrea Gentile)