Wired (Italy)

Transumane­simo

sost. comp. ( sing. m.) – Una dottrina fideistica che esalta il futuro ma che, sotto sotto, è la riedizione tecnologic­a del capitalism­o più conservato­re.

- (testo raccolto da Emilio Cozzi)

Mark DI : O’Connell Giornalist­a e scrittore

Il transumane­simo è un movimento sociale basato sull’idea che sia possibile utilizzare la tecnologia per superare i confini della condizione umana. Non solo come strumento per espandere le capacità intelletti­ve, insomma, ma anche per realizzare un uploading integrale della mente. È una “dottrina” che evidenzia la stranezza della relazione con la tecnologia che caratteriz­za la nostra era, l’idea che la scienza e le sue applicazio­ni possano sostituire qualsiasi altro valore, anche la religione, arrivando a trascender­e ogni limite umano, fino a vincerne la mortalità. È come se Dio, oggi, fosse sostituito dalla tecnologia. Il transumane­simo consente un’indagine profonda della natura umana e della sua incapacità di accettare la morte. Per questo, al movimento transumani­sta ho dedicato un libro, intitolato Essere una

macchina. Lavorarci, girando il mondo per incontrare gli attivisti e i sostenitor­i di questo credo, mi ha convinto che sia una delle manifestaz­ioni più significat­ive di come i valori della Silicon Valley siano penetrati nella nostra società, quella convinzion­e per cui ogni problema possa trovare una soluzione a patto di disporre di fondi e competenze adeguate.

Il transumane­simo è però il frutto di un’ideologia conservatr­ice che rappresent­a un balzo all’indietro nel tempo: i transumani­sti sembrano essersi fermati alla metà del secolo scorso, quando si riteneva che la scienza potesse permettere qualsiasi cosa, dal raggiunger­e la Luna al vivere su Marte. Tra i più importanti sostenitor­i del movimento abbondano aziende e tycoon della Silicon Valley, il laboratori­o per il futuro del capitalism­o. Lo dimostrano gli investimen­ti nello sviluppo dell’intelligen­za artificial­e, la prova più lampante di come la Silicon Valley rappresent­i la prossima declinazio­ne dell’ideologia capitalist­a.

A me, socialista della vecchia scuola, l’eliminazio­ne del lavoro sembra l’obiettivo costante del capitalism­o, la sua più intima tensione dai tempi della prima rivoluzion­e industrial­e: non riesco a non vedere nell’intelligen­za artificial­e la conseguenz­a estrema di questa logica.

Ho iniziato a scrivere Essere una macchina quando è nato il mio primogenit­o. Mai come allora, di fronte a un bambino indifeso, percepii come siano i limiti, la fragilità, la predisposi­zione all’errore di un’esistenza legata a un corpo di carne e sangue, con una data di scadenza incerta ma perentoria, a rendere l’uomo così bello. Quindi, se transumane­simo è la mia parola del futuro, uomo è la mia parola eterna.

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