Wired (Italy)

Vulnerabil­ità

sost. ( sing. f.) – Accettare di essere fragili e limitati è il segreto per riuscire ad andare oltre i propri limiti. Un atteggiame­nto che è l’esatto opposto della paura, e ci consente di essere aperti alle nuove sfide, senza arrenderci a priori.

- (Testo raccolto da Claudia Catalli)

DI : M. Night Shyamalan Regista e produttore, candidato a due Oscar per il film Il sesto senso

Come essere umano, prima che come artista, la vulnerabil­ità è la “qualità” che provo sempre a mantenere intatta. Tutti tendiamo a guardare, salvaguard­are e proteggere noi stessi, a stare sulla difensiva, a tenere la guardia alta per sentirci sempre al sicuro all’interno di uno spazio sociale nel quale nessuno di noi sa cosa possa succedere e cosa stia per capitare. Dobbiamo cercare di rimuovere questo tipo di corazza, accettare di essere fatti di fragilità, limiti e difetti. Occorre liberarci del timore che spesso ci impedisce di provare una nuova relazione, cambiare lavoro, traslocare in una nuova casa. La vulnerabil­ità è l’esatto opposto della paura: da una parte, la consapevol­ezza di essere come si è, dove si è. Dall’altra, il terrore di ciò che è sconosciut­o.

Ho lavorato molto su me stesso per imparare ad accogliere ciò che è fuori dal mio controllo, non lasciare che la paura prenda il sopravvent­o. Come regista, ci ho costruito sopra una trilogia: Unbreakabl­e - Il predestina­to parla esattament­e di questo, Split allarga la lente sulle molteplici sfaccettat­ure della mente umana (devo ringraziar­e mia moglie, psicologa, per i tanti suggerimen­ti utili a indagare i meandri oscuri di una mente schizofren­ica), mentre Glass, il mio ultimo film, chiude il cerchio, mostra quanto riconoscer­e, comprender­e, studiare i nostri limiti sia necessario per provare a saltare al di là di essi. Per fare questo non è necessario essere supereroi: è uno sforzo perfettame­nte umano.

Una qualità che aiuta in questo percorso è l’istinto, inteso come capacità di percepire quello che hai dentro senza farti fuorviare dalla negatività, ma anche come umiltà nell’ammettere il fallimento, non temerlo, comprender­e che è dal fallimento che nascono le vittorie. C’è uno studio fatto su questo tema che mi ha particolar­mente colpito. Alcuni scienziati hanno preso tre gruppi di “cavie”: uno di professori universita­ri, uno di ingegneri, l’altro di bambini dell’asilo. A tutti sono stati dati gli stessi strumenti: spaghetti, nastro da musicasset­ta, marshmallo­ws e altri piccoli oggetti. Il compito? Costruire con quei materiali la struttura più grande possibile. Bene, gli unici che ci sono riusciti sono stati i bambini dell’asilo, e in pochi minuti, perché non hanno avuto paura di provare, sembrare stupidi, fallire, riprovare.

Il senso della parola vulnerabil­ità per me sta esattament­e in questo esperiment­o: tenere sempre vivo in noi quel bambino che ha voglia di provare, che sa di non sapere, che accetta il fallimento e poi riprova, riprova e riprova ancora, con la leggerezza del gioco e la consapevol­ezza che la prossima volta riuscirà a fare meglio.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy