Wired (Italy)

8K

- (P.A.)

sigla ( ingl.) – Una tecnologia di visione che è avanti. Troppo. Perché, nonostante lo sbarco sul mercato dei primi televisori, solo in Giappone per ora si sta lavorando sulla realizzazi­one di immagini all’altezza.

Già alla scorsa edizione dell’Ifa, la grande fiera della tecnologia che si svolge a Berlino, tante aziende hanno presentato i nuovi modelli di televisori in 8K, alcuni dei quali sono già sul mercato. Questi dispositiv­i permettono di vedere immagini con una definizion­e di 33 milioni di pixel, ovvero una qualità quattro volte superiore agli attuali schermi in 4k ultra hd, e una fluidità di 120 fotogrammi al secondo. Schermi delle meraviglie che hanno ancora due problemi: il primo, banale, sono i costi ancora molto alti. Il secondo nasce da un dubbio: esistono immagini di qualità sufficient­e a giustifica­re un tale acquisto? Per ora i grandi player televisivi (in Italia, soprattutt­o Sky) stanno ancora sperimenta­ndo i programmi in 4K, quindi per almeno un paio d’anni difficilme­nte ci sarà un’evoluzione ulteriore, a meno di non ricorrere a tecnologie di upscaling che migliorano in automatico le riprese effettuate con definizion­e minore. C'è però anche chi sta già sperimenta­ndo l’8K: la tv di Stato giapponese Nhk ha condotto ricerche di avanguardi­a in questo ambito, facendo prove di trasmissio­ne fra l’aprile e il giugno 2018 (anche con alcune partite dei Mondiali di calcio in Russia), mentre da inizio dicembre ha lanciato una programmaz­ione di 12 ore giornalier­e via satellite (l’unica tecnologia in grado di garantire i 100 Mbps necessari). Il vero banco di prova saranno le Olimpiadi di Tokyo del 2020, che il network nipponico promette di trasmetter­e nella massima definizion­e possibile. Per ora, però, esclusivam­ente in Giappone.

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