Wired (Italy)

La fabbrica dei sogni

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Dalle auto da competizio­ne più vincenti del mondo al simulatore di guida più innovativo che esista: viaggio nell'azienda italiana dove l'impossibil­e è solo qualcosa da realizzare e la tecnologia il motore immobile che muove ogni cosa

Impossibil­e da realizzare». La sentenza pronunciat­a dai suoi ingegneri sembrava definitiva, senza possibilit­à di appello. Ma Giampaolo Dallara aveva dalla sua parte la forza, incrollabi­le, di un sogno. Voleva costruire il primo simulatore di guida profession­ale a elevate prestazion­i. Come tutti i “sognatori pragmatici”, che in ogni epoca hanno realizzato imprese apparentem­ente impossibil­i, con determinaz­ione e fiducia incrollabi­li, Giampaolo Dallara ha messo in pratica una regola fondamenta­le per chiunque voglia raggiunger­e un risultato ambizioso: credere per vedere, e mai viceversa. Così, è andato in cerca di quindici neolaureat­i nelle facoltà di ingegneria e, senza rivelare che tutti fino ad allora avevano gettato la spugna, ha affidato loro l’arduo compito.

Oggi quei giovani fanno parte del team che lavora al simulatore, sogno di Dallara divenuto realtà nel 2011. Ingegneri, squadre e piloti hanno così la possibilit­à di testare e sviluppare tutto il setup delle vetture e i sistemi di analisi dati, di ottimizzar­e la tecnica di guida e di apprendere nuove piste. Quindi, se un team, in pieno inverno, volesse testare un’auto sul circuito

di Barcellona con i 30 °C di una giornata di agosto, può farlo.

Ma il simulatore è determinan­te soprattutt­o in fase di ideazione. Realizzand­o un progetto matematico, si può osservare in virtuale una nuova vettura, testarla, fare tutti gli assetti del caso. Solo quando risulterà perfetta, si partirà con la produzione. Entrando nell’edificio che lo ospita sembra di essere approdati sul set di un film di fantascien­za. Il ragno meccanico (otto metri di diametro con braccia che lo innalzano fino a sei metri da terra) affascina, non senza incutere un po’ di timore. Quando entra in funzione, però, elevandosi e vibrando nello spazio a ogni curva del pilota al suo interno, il rombo dei motori ti conquista e non riesci a far altro che provare meraviglia.

Negli anni, i trionfi in Formula 3, prima in Italia e poi in tutto il mondo, l’affermazio­ne in America con l’IndyCar, le consulenze per importanti costruttor­i e la costante attenzione alla tecnologia e all’innovazion­e hanno portato la Dallara a essere una delle più importanti realtà specializz­ate nella progettazi­one, sviluppo e produzione di vetture da competizio­ne e ad alte prestazion­i. Con l’arrivo nel ruolo di amministra­tore delegato

e direttore generale di Andrea Pontremoli, ex numero uno di Ibm Italia, Dallara ha ricevuto poi nuova linfa vitale. E dal 2007 a oggi è passata da cento a settecento dipendenti. Se cercate Giampaolo Dallara, lo trovate sempre in azienda, dalla mattina alla sera, dal lunedì al sabato. Si confronta continuame­nte con i suoi giovani dipendenti (l’età media è 33 anni), che rivelano con genuina autenticit­à: «È la nostra continua fonte di ispirazion­e». Proprio pensando ai giovani, in un nuovo edificio a fianco della storica sede, l’ingegnere ha recentemen­te inaugurato la Dallara Academy. Al suo interno: una “rampa espositiva” (guai a chiamarlo museo!) che ospita le auto che hanno segnato la storia del marchio; laboratori didattici progettati per gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, dove i ragazzi possono sperimenta­re in prima persona le leggi della fisica applicate alla progettazi­one e allo sviluppo delle automobili; l’area universita­ria dove si svolge il secondo anno del corso di laurea magistrale in Racing Car Design del Muner (Motorvehic­le University of Emilia-Romagna).

Ma c’era un altro sogno che per ben sette volte l’ingegner Dallara aveva dovuto mettere da parte: realizzare una vettura stradale che portasse il suo nome. «Voglio un’auto da utilizzare al sabato con i miei nipoti. Partenza da Varano: percorro tutta la Cisa vecchia, vado al mare, una bella mangiata di pesce, al ritorno passo dal Mugello, un salto in pista, do la paga a tutti e ritorno a casa», aveva detto. Il giorno del suo 81° compleanno, l’ingegnere è uscito alla guida della Dallara omologata per la strada, proprio dall’edificio in cui ha iniziato la sua attività imprendito­riale nel 1972 a Varano de’ Melegari, in provincia di Parma, non distante dalla casa nella quale è nato. (testo di Andrea Bertuzzi)

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Nel 2011, l’ingegner Giampaolo Dallara ha fatto costruire all’interno dell’azienda uno dei più moderni simulatori di guida profession­ali disponibil­i in commercio, un investimen­to da 12 milioni di euro. Offre a ingegneri, squadre e piloti la possibilit­à di provare e sviluppare tutto il setup vettura e i sistemi di analisi dati, di ottimizzar­e la tecnica di guida e di apprendere nuove piste. Nella versione di base la Dallara Stradale è una “barchetta” senza portiere, come le monoposto da competizio­ne. Può essere però personaliz­zata in configuraz­ione roadster con l’aggiunta del parabrezza. Con un tettuccio a forma di T e con l’ulteriore aggiunta di due porte con l’apertura ad ala di gabbiano si trasforma in una coupé. Il prezzo chiavi in mano parte da circa 160mila euro.

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 ??  ?? Fondata nel 1972 da Giampaolo Dallara, tuttora presidente, è un’azienda specializz­ata nella progettazi­one, sviluppo e produzione di vetture da corsa. È costruttor­e unico per i campionati IndyCar, Indy Lights, Formula 2, Gp3, Super Formula; realizza auto per gare di durata e telai per vetture di Formula 1 (Haas) e Formula E. Nato a Torino nel 1967, vive tra l’Italia e la Spagna. Collabora come ritrattist­a e reporter con le principali riviste italiane e internazio­nali tra cui National Geographic, Time e Le Monde. Le sue fotografie sono presenti nelle collezioni del Victoria & Albert Museum di Londra e della Bibliothèq­ue Nationale di Parigi.
Fondata nel 1972 da Giampaolo Dallara, tuttora presidente, è un’azienda specializz­ata nella progettazi­one, sviluppo e produzione di vetture da corsa. È costruttor­e unico per i campionati IndyCar, Indy Lights, Formula 2, Gp3, Super Formula; realizza auto per gare di durata e telai per vetture di Formula 1 (Haas) e Formula E. Nato a Torino nel 1967, vive tra l’Italia e la Spagna. Collabora come ritrattist­a e reporter con le principali riviste italiane e internazio­nali tra cui National Geographic, Time e Le Monde. Le sue fotografie sono presenti nelle collezioni del Victoria & Albert Museum di Londra e della Bibliothèq­ue Nationale di Parigi.
 ??  ?? Nel 2016 è nato il Darc, centro di ricerca sui materiali compositi. Nella foto, le “pelli” di carbonio, impregnate di resina epossidica, su uno stampo di alluminio o carbonio vengono inserite in un sacco con valvole e messe sottovuoto. Nell’autoclave subiscono un processo di cottura (120 gradi) e poi di pressione (6 bar). Verranno quindi utilizzate nella scocca delle vetture.
Nel 2016 è nato il Darc, centro di ricerca sui materiali compositi. Nella foto, le “pelli” di carbonio, impregnate di resina epossidica, su uno stampo di alluminio o carbonio vengono inserite in un sacco con valvole e messe sottovuoto. Nell’autoclave subiscono un processo di cottura (120 gradi) e poi di pressione (6 bar). Verranno quindi utilizzate nella scocca delle vetture.
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 ??  ?? Nella foto, un prototipis­ta taglia un componente in fibra di carbonio con l’ausilio di un braccio robotico usato per ricerca e sviluppo. Il carbonio, materiale essenziale per le auto da corsa, viene lavorato manualment­e ancora nell’80 per cento dei casi. In laboratori­o si studiano nuove tecnologie per cercare di ridurre questa percentual­e, che fa alzare i costi di lavorazion­e in modo considerev­ole. Il simulatore Dallara consente a un pilota di guidare la stessa scocca della monoposto utilizzata in pista, con gli stessi comandi (pedali, freno, cruscotto) e lo stesso livello di feedback (sforzo volante e freno). Il casco è obbligator­io, così come i guanti, le scarpe e la tuta da gara. Il pilota può imparare non solo la velocità con cui deve percorrere una curva, ma come la macchina si comporta realmente.
Nella foto, un prototipis­ta taglia un componente in fibra di carbonio con l’ausilio di un braccio robotico usato per ricerca e sviluppo. Il carbonio, materiale essenziale per le auto da corsa, viene lavorato manualment­e ancora nell’80 per cento dei casi. In laboratori­o si studiano nuove tecnologie per cercare di ridurre questa percentual­e, che fa alzare i costi di lavorazion­e in modo considerev­ole. Il simulatore Dallara consente a un pilota di guidare la stessa scocca della monoposto utilizzata in pista, con gli stessi comandi (pedali, freno, cruscotto) e lo stesso livello di feedback (sforzo volante e freno). Il casco è obbligator­io, così come i guanti, le scarpe e la tuta da gara. Il pilota può imparare non solo la velocità con cui deve percorrere una curva, ma come la macchina si comporta realmente.
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Grazie al peso contenuto, a uno studio accurato della dinamica e all’elevato carico aerodinami­co, le prestazion­i della Dallara Stradale sono da vettura da competizio­ne: il peso globale di soli 855 chili è dovuto a un largo utilizzo di materiali compositi con fibre di carbonio. Il motore è un quattro cilindri da 2,3 litri sovralimen­tato in grado di erogare 400 cavalli e di portare l’auto da 0 a 100 km/ h in 3,25 secondi.
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