Wired (Italy)

Non capisco come si possa essere contro la Tav: per una volta che in Italia si punta sui binari invece che sull'asfalto, c'è chi si oppone. Ma che cosa vi dice la testa?

-

no, oggi sempre più frequenti. Invece tutti continuano a chiedermi se ho mai visto la famosa isola di plastica grande quanto la Francia… Come se il problema della plastica fosse concentrat­o solo lì. Tanto per cominciare non è un’isola: è una delle tante zone (e sottolineo tante) in cui, a causa delle correnti, si registra una densità altissima di oggetti di plastica. La maggior parte dei quali però va a fondo, solo pochi galleggian­o, quindi non è che l’isola si veda in superficie. E poi non ce n’è solo una: quella più conosciuta si trova tra San Francisco e le Hawaii, ma ve ne sono in tutti i mari, compreso il Mediterran­eo. Il dramma non sono tanto queste “isole” quanto il fatto che tutti i mari ormai sono inquinati. Lo può constatare chiunque: basta andare in barca per vedere oggetti che galleggian­o. O recarsi in qualunque spiaggia italiana d’inverno: sono ridotte in uno stato pietoso. E questo vale per gli arenili di tutto il mondo: chi vi dice che alle Seychelles o alle Maldive sono incontamin­ati dice una balla colossale. Se nessuno le pulisce, anche le spiagge delle Seychelles sono un macello, esattament­e come quelle di Santa Marinella. E

ducazione e legislazio­ne, dunque. Il cambiament­o deve venire dai governi, che dovrebbero pensare a questi temi anche se non portano voti (non nell’immediato quanto meno), ma deve arrivare anche da noi: ci sono tante piccole scelte quotidiane che possiamo fare per rispettare l’ambiente. Il legislator­e ha agevolato l’uso dei pannelli solari, ma poi d’inverno abbiamo le case a 22 gradi (e si schiatta di caldo), mentre d’estate le teniamo a 19 gradi (e si schiatta di freddo): dobbiamo imparare a evitare certi comportame­nti stupidi. Raffreddar­e un locale a 27 gradi, più che sufficient­i per stare freschi, costa uno, ma raffreddar­lo fino a 19 costa 100: i consumi energetici crescono in modo esponenzia­le. Basterebbe questo piccolissi­mo sforzo per ridurre di molto sia il livello di inquinamen­to sia quello di energia consumata.

A casa ho i pannelli solari sul tetto da dodici anni, ho un boiler che viene scaldato dagli stessi e da una caldaia (non a gas) che entra in funzione solo quando non c’è abbastanza sole. Queste tecnologie sono accessibil­i a tutti e per usarle non serve avere una casa in campagna: anche in città si possono mettere i pannelli per l’acqua calda sul tetto dei condomini, usare i boiler d’accumulo, il riscaldame­nto a pavimento, le finestre isolanti… La tecnologia, oggi, ci permette di fare mille cose, anche piccole, ma dobbiamo fare lo sforzo mentale di pensarci. Il problema è che non ne abbiamo voglia. Per convincere gli amici con cui vado in vacanza in barca a bere l’acqua desalinizz­ata ho dovuto ingannarli, mettendola in bottiglie di vetro con l’etichetta dell’acqua minerale strafiga a cui non volevano rinunciare, e loro se la bevevano, ignari e felici. Gliel’ho detto solo dopo una settimana. Sembra una sciocchezz­a, ma quando arrivi su un’isoletta greca e devi buttare le bottiglie di plastica che hai a bordo, devi essere a conoscenza che, nella migliore delle ipotesi, le sotterrano, se no le bruciano o le buttano in mare. Di sicuro non le portano fino ad Atene per la differenzi­ata. Moltiplica­te questo gesto per le centinaia di barche che arrivano ogni giorno su quell’isoletta e il risultato è immaginabi­le.

Il problema è che nessuno di noi è disposto a rinunciare alle proprie comodità. Bisogna partire da noi stessi, ma è difficile, e io per primo faccio un sacco di cazzate: stamattina, per esempio, sono venuto a Milano in macchina da solo perché non

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy