QUESTIONI DI ACCESSIBILITÀ
Per consentire che le terapie avanzate CAR-T raggiungano davvero i pazienti che ne potrebbero beneficiare, tutti gli attori del sistema salute – istituzioni, clinici, associazioni pazienti e aziende – dovrebbero lavorare insieme per ridurre ed eliminare alcune inefficienze di sistema. Le vie d’azione principali sono 4.
1 UNA RETE AMPIA DI CENTRI
A oggi manca un network integrato che inglobi tutto il percorso del paziente, non solo per i rapporti tra centri di somministrazione ma pure per collegare i centri di cura con quelli diagnostici e di follow-up. Una rete utile per la pianificazione e la gestione di priorità e accessi: dopo i primi tentativi, ora serve un cambio di passo.
2 UN REFERRAL STRUTTURATO
Se non è segnalato come eleggibile a CAR-T, o se si è tardivi, il paziente rischia la vita. La connessione tra centro inviante e ricevente è prioritaria: l’attuale sistema di referral rende difficile la presa in carico per i centri minori, è ridondante e richiede sforzi doppi perché il paziente è valutato sia dal centro inviante sia dal ricevente. Con lunghe attese.
3 SERVIZI DI SUPPORTO
I centri di erogazione non sono ovunque, quindi ci si deve spostare. I pazienti devono restare vicino al centro terapeutico per almeno 30 giorni di controlli. Molti si muovono con la famiglia, con grande impatto economico e organizzativo tra alloggi e trasferte, ancor più con la pandemia. La visione poco pazientecentrica si riflette nella carenza di servizi a supporto di trattamento e follow-up.
4 PIÙ PAZIENTI DA GESTIRE
Siamo agli albori delle CAR-T, ma il potenziale è enorme: arriveranno terapie contro tumori liquidi e solidi, anche come prima linea di trattamento. Molte possibilità di cura significano grandi volumi di richieste, e per garantire la terapia a chi può beneficiarne servirà allocare al meglio risorse, spazi e personale. Gli attuali centri potrebbero non soddisfare il fabbisogno: siamo pronti alle imminenti evoluzioni di questa tecnologia?