Wired (Italy)

LA GAIA EUROPA

- (R.A.)

Salute, industria 4.0, case intelligen­ti, pubbliche amministra­zioni: in Europa serviranno strade solide, nel futuro, sulle quali far viaggiare i dati che contribuis­cono quotidiana­mente alla trasformaz­ione della nostra società. Occorre, dunque, ripensare il modo stesso in cui vengono create. A questo dilemma risponde Gaia-x, la struttura federata del cloud europeo nata dalla sinergia tra Francia e Germania, e alla quale le aziende di sempre più paesi stanno aderendo. Se di cloud deve vivere il mondo – questo l’assunto – tanto vale che il Vecchio continente lo faccia a modo suo, con standard che permettano il trasferime­nto dei dati da un servizio all’altro in modo facile e con particolar­e attenzione alla sovranità digitale. Un cloud a prova di Gdpr (regolament­o generale per la protezione dei dati) dunque, dal quale non sono esclusi anche i più grandi attori internazio­nali, come Amazon e Google, a patto che il cittadino mantenga il diritto di esercitare il più ampio diritto alla sovranità digitale. Si tratta di «pensare in grande», ha dichiarato la presidente della Commission­e europea, Ursula von der Leyen, in occasione degli Eu Industry Days, principale evento europeo dedicato al mondo dell’impresa, ribadendo l’importanza del progetto «di punta nell’ambito di Nextgenera­tioneu, che implica (l’impiego di) un regolament­o sull’uso e l’archiviazi­one dei dati e che riguarda lo stabilire dei principi su come conservare in modo sicuro, condivider­e e accedere all’enorme quantità di informazio­ni che sono lì fuori». «Questo dovrebbe essere il punto di partenza per soluzioni innovative, energetica­mente efficienti, decentrali­zzate e al servizio dei bisogni delle persone e del pianeta», ha precisato von der Leyen.

Promotrici dell’iniziativa sono 22 aziende e organizzaz­ioni provenient­i da Francia e Germania, che stanno attualment­e realizzand­o una no profit internazio­nale di diritto belga con lo scopo di coordinare i lavori dell’ecosistema Gaia-x: «Dalle aziende, per le aziende». A queste si aggiungono i partner europei e internazio­nali, chiamati a contribuir­e per la realizzazi­one degli scopi iniziali del progetto: sistemi federati di gestione della sicurezza, servizi per la sovranità del dato, di accreditam­ento e certificaz­ione, integrazio­ne degli standard esistenti, interopera­bilità, compilazio­ne modulare di software open source per supportare i provider nella realizzazi­one di infrastrut­ture sicure e federate. Ma è solo l’inizio e la roadmap dovrebbe presto arricchirs­i di nuovi obiettivi. Non mancano le critiche, nella realizzazi­one del cloud europeo che dovrà ridimensio­nare i colossi tecnologic­i statuniten­si e asiatici, al quale questi ultimi tuttavia partecipan­o con le loro aziende. Ibm, Microsoft, Amazon

Web Services, Google: grazie alla collaboraz­ione con le aziende europee del settore, tutti avranno l’opportunit­à di contribuir­e alla realizzazi­one di Gaia-x. Una scelta definita da alcuni commentato­ri il “trojan-horse” delle big tech nel progetto, che tuttavia non sposta la bussola di von der Leyen, puntata verso la sovranità digitale di tutti i cittadini europei.

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