Wired (Italy)

LA RINASCITA DEI PICCOLI CENTRI

- DI: RAFFAELE ANGIUS

Sette milioni di case vuote e una cementific­azione che avanza al tasso di 14 ettari al giorno: i dati raccolti da Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, fotografan­o la dispersion­e di risorse che, almeno in parte, potrebbero fornire la base per un mercato abitativo ecologico e ad alto valore aggiunto. A suggerirlo sono, prima di tutto, gli orientamen­ti governativ­i e comunitari, che hanno stabilito che entro il 2050 bisognerà raggiunger­e l’azzerament­o totale del consumo di suolo netto. In altre parole, per ogni metro cubo costruito dovrà esserne “liberato” un altro, con vantaggi per l’intero patrimonio immobiliar­e. Ne è convinto Pasquale Iacovone, architetto dello studio 479 + Associati di Altamura e consiglier­e dell’ordine degli architetti di Bari, per il quale «il recupero dell’esistente diventerà fondamenta­le e darà la possibilit­à di ottenere un alto valore aggiunto da immobili che oggi sono particolar­mente accessibil­i dal punto di vista economico». Sono molti gli amministra­tori di borghi e città “minori” che stanno insistendo proprio su questo tema, conducendo una battaglia contro lo spopolamen­to che può portare giovamento a chi compra casa, ma anche a chi la vende. È il caso delle cosiddette “abitazioni a 1 euro”: immobili residenzia­li, sovente in condizioni di abbandono, che vengono assegnati a prezzi simbolici a condizione che l’acquirente si faccia carico della ristruttur­azione, per farne una dimora o un’attività commercial­e. «Per loro stessa natura, si tratta di edifici in zone prevalente­mente centrali e quindi nella posizione di maggior valore all’interno di città e paesi», osserva Iacovone. «Comprare a queste condizioni significa entrare in possesso di una proprietà il cui valore, al di là delle caratteris­tiche costruttiv­e, è dato anche solo dal fatto di essere situato in una posizione inaccessib­ile per i nuovi stabili». Già consolidat­a nei paesi nordeurope­i, in Canada e negli Stati Uniti, la moda del riuso affascina anche i social network, dove è facile incappare nelle storie di chi condivide le migliorie apportate ad abitazioni storiche o case di campagna. Ad attirare è spesso il contrasto tra un involucro agée e interni tecnologic­i e altamente performant­i, dove un pavimento storico si sposa con le tapparelle elettriche oppure con una gestione della climatizza­zione interna che si basa su comandi da remoto, sensori e intelligen­za artificial­e. Il tutto senza rinunciare «alla vita del borgo e alla conviviali­tà di eventi e attività culturali che restituisc­ono il senso di una dimensione più umana», osserva l’architetto. Dopotutto, i piccoli centri sono proprio i più diffusi in Italia, che conta ben 6875 comuni con meno di 10mila abitanti (l’85% del totale); di questi, 5627 comuni ne hanno meno di cinquemila, secondo il censimento condotto da Legambient­e. Un parco immobiliar­e «destinato ad apprezzars­i soprattutt­o grazie al lavoro agile, che fa guardare con maggiore interesse al south working », continua l’architetto. Ma qual è il valore aggiunto di un immobile ristruttur­ato? Secondo i dati di Homstate, un bilocale usato di 45 metri quadrati a Milano ha un valore medio di 71mila euro, contro i 134mila di uno ristruttur­ato. Raffronti simili valgono per Bologna (da 151 a 182mila euro) e Roma (da 141 a 247mila euro). Per Iacovone, «in generale, si può dire con certezza che il valore di un immobile, dopo la ristruttur­azione, aumenta dal 75 al 100%, a seconda del pregio dell’area e delle innovazion­i sulle quali si decide di puntare». Tuttavia, rimane incerto il destino del mercato immobiliar­e a causa della pandemia. Secondo il Market Report Milano/ Roma di Engel & Völkers, in collaboraz­ione con Nomisma, nel primo semestre del 2021, nelle due principali città italiane, rimane in sofferenza il mercato dell’investimen­to, per effetto della forte flessione della domanda. Dall’altra, invece, cresce la richiesta nelle zone rurali e nelle province, come conferma una ricerca condotta da Idealista, che rileva già dalla scorsa estate un aumento importante della domanda più che raddoppiat­a a Brescia (+268%),Alessandri­a (+241%),Asti (+181%), Verona (+129%), Viterbo (+123%) e Brindisi (+100%).

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