Wired (Italy)

per l’italia la soluzione è il solare

Per vincere la sfida della transizion­e energetica, e dunque della decarboniz­zazione, non c’è altra via che cambiare il paradigma energetico.

- Giuseppe Onufrio TESTO — DI GREENPEACE ITALIA DIRETTORE ESECUTIVO

È da questa necessità che nascono i recenti conflitti sulla strategia della Commission­e europea – tagliare del 55% le emissioni “nette” entro il 2030 rispetto al 1990 –, giudicata troppo ambiziosa da chi difende lo status quo, nonostante sia in realtà insufficie­nte rispetto alla gravità della crisi climatica. La proposta europea, infatti, non è in linea con l’obiettivo dell’accordo di Parigi di contenere l’aumento delle temperatur­e globali entro la soglia di sicurezza di 1,5 °C. Ecco perché la legge tedesca sul clima del 2019, impugnata da diversi attivisti e associazio­ni, tra cui Greenpeace, è stata parzialmen­te bocciata dalla Corte costituzio­nale della Germania.

Per quanto riguarda il nostro paese, il rapporto Italia 1,5 commission­ato da Greenpeace mostra che sarebbe possibile realizzare la decarboniz­zazione entro il 2040. Il maggiore contributo potrebbe arrivare dal solare – la fonte con il massimo potenziale in Italia – con circa 100 gigawatt installati al 2030, seguito dall’eolico e dalle altre rinnovabil­i, da una maggiore efficienza energetica e da circa 23 gigawatt di accumuli per la rete elettrica.

I vantaggi sarebbero anche economici: lo sviluppo delle fonti rinnovabil­i porterebbe infatti a raddoppiar­e l’occupazion­e diretta nel settore energetico e, sul lato della produzione, a un sostanzial­e bilancio tra maggiori investimen­ti e risparmi sulla bolletta delle fonti fossili. In altre parole, creerebbe nuovi posti di lavoro a costo zero.

Nel lungo termine, l’elettrific­azione degli impieghi finali potrà coprire circa il 70% dei consumi, mentre per il restante 30% bisognerà ricorrere alla produzione di combustibi­li di sintesi, a partire dall’idrogeno verde che, a differenza dell’idrogeno blu, è prodotto con fonti rinnovabil­i anziché bruciando combustibi­li fossili.

La rete elettrica dovrà ovviamente essere ammodernat­a per gestire quote crescenti di rinnovabil­i intermitte­nti. E dovrà trasportar­e energia dalle aree più produttive del Centro-sud verso il Centro-nord, dove si concentran­o i consumi. Alcuni settori richiedera­nno l’impiego di idrogeno verde, che probabilme­nte andrà almeno in parte importato. Ma potremmo abbassare la dipendenza attuale da oltre il 75% delle fonti energetich­e a meno del 30%. Con un doppio guadagno: per l’ambiente, ma anche per il nostro portafogli­o.

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