L’ufficio diventa più liquido
Agili, connesse e ibride: si presenteranno così le imprese che dovranno promuovere la collaborazione uomo-macchina e aprirsi alle nuove competenze. Secondo la società di consulenza high-tech Idc, « l’economia moderna richiede che i lavoratori operino come team dinamici e riconfigurabili, in grado di adattarsi rapidamente alle esigenze aziendali e ai nuovi requisiti del mercato». Spariranno le organizzazioni elefantiache e sbocceranno gli spazi di coworking. Idc prevede che, per favorire il cambiamento, già entro il 2023 « il 75% delle grandi aziende si impegnerà a fornire parità tecnologica alla forza lavoro ibrida », assicurando a tutti «accesso sicuro alle risorse necessarie per svolgere il proprio lavoro, indipendentemente dal dispositivo e dal luogo». Per Andreula, « la vera sfida per le imprese è la creazione di comunità: molti lavoratori del 2030 non saranno né a casa né in un ufficio, ma in una comunità cittadina o di quartiere. Le grandi aziende non avranno più gli headquarter nelle metropoli, ma uffici diffusi in molte città, con i vertici che saranno chiamati a girare le varie comunità per confrontarsi con i colleghi. Se penso al lavoratore del futuro, immagino diversi modelli e ognuno sceglierà il migliore per lui, in ciascun momento della vita: chi è appena entrato, tra i 20 e i 30 anni, vorrà frequentare l’ufficio tutti i giorni, per socializzare con i colleghi e imparare il più possibile; diverso sarà per chi ha competenze consolidate e magari è un po’ in là con gli anni, e vorrà restare a casa sempre più spesso, a godersi la famiglia o la vita ».